LA GRANDE BUFALA DEL ''PAZIENTE ZERO'' DELL'AIDS: NON E’ LO STEWARD CANADESE - LA VERITA’ DOPO 30 ANNI: L'EPIDEMIA ERA GIA’ DIFFUSA A NEW YORK NEGLI ANNI SETTANTA, ARRIVATA DAI CARAIBI CHE L’AVEVANO IMPORTATA DA KINSHASA - ANCORA IGNOTA L’ORIGINE
di Cristina Marrone per Corriere della Sera
Nella storia dell’epidemia di Aids non c’è stato un «paziente zero». O meglio se c’è stato, di certo non fu Gaetan Dugas, lo steward dell’Air Canada additato come il primo responsabile della diffusione del virus Hiv negli Stati Uniti.
Ci sono voluti più di 30 anni e una nuova tecnica di analisi genetica, ma alla fine l’assistente di volo da sempre vittima di una leggenda metropolitana e identificato come l’untore è stato scagionato. E, soprattutto, è stata riscritta la stessa storia dell’epidemia. Lo rivela, su Nature, la ricerca coordinata da Michael Worobey, dell’Università Arizona di Tucson. La ricerca era stata già annunciata su Science a marzo di quest’anno.
LA STORIA DELLO STEWARD CANADESE, BELLO E GAY
Gaetan Dugas, biondo di bell’aspetto, frequentava assiduamente la comunità gay. Nel 1981 gli fu diagnosticato l’Aids, quello che all’epoca chiamavano il «cancro dei gay». Fu individuato come paziente zero perché uno studio pubblicato su The American Journal of Medicine nel 1984 ricostruì i rapporti sessuali di cinquanta tra i primi infettati e poneva al centro dell’infezione proprio Dugas, notando che 40 dei 248 infettati nel 1983 avevano in comune il fatto di aver avuto un rapporto sessuale direttamente con lo steward canadese o con altri che a loro volta lo avevano avuto con lui.
Dugas morì a 31 anni il 30 marzo del 1984. Un blocco renale, dopo i tormenti del sarcoma di Kaposi che gli aveva devastato la pelle. «Ho il cancro dei gay», diceva lui all’inizio, perché allora nessuno sapeva come chiamare quella sindrome (il termine “Aids” fu introdotto nel 1982). Non c’erano prove, la comunità gay era estremamente promiscua ma di dimensioni piuttosto circoscritte, quindi è molto probabile che i primi contagiati avessero in comune molti partner. Ma nonostante l’assenza di prove la leggenda del «paziente zero» si è diffusa tanto da renderlo un capro espiatorio nel cinema, a teatro e sulla stampa. Diventò per tutti l’untore che aveva deliberatamente portato il virus negli Stati Uniti.
L’HIV ARRIVATO A NEW YORK DAI CARAIBI NEGLI ANNI SETTANTA
La ricerca chiarisce che il virus Hiv è «balzato» dai Caraibi a New York all’inizio degli anni ‘70 e da lì si è diffuso nel Nord America. Si è riusciti a ricostruire questo passaggio analizzando oltre 2.000 campioni biologici raccolti negli Stati Uniti fra il 1978 e il 1979. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica di analisi molecolare che ha permesso di esaminare il materiale genetico del virus Hiv, anche deteriorato, con un dettaglio senza precedenti, creando di fatto un «albero genealogico» delle diverse versioni del virus nel corso degli anni.
AIDS - MANIFESTO SU UN BUS DI LOS ANGELES
Hanno dimostrato così che, già negli anni ‘70, il virus aveva subito mutazioni e che probabilmente derivava da un ceppo che in passato aveva causato un’epidemia nei Caraibi e ad Haiti. Sono stati analizzati anche i campioni del «paziente zero», Gaetan Dugas, additato come responsabile della diffusione dell’Aids negli Usa nel libro «And the Band Played On» del giornalista americano Randy Shilts. I risultati genetici di tutte le analisi hanno rilevato che il materiale genetico del virus Hiv nei campioni di Dugas risaliva a metà di questo «albero genealogico» ed era analogo a quello dei ceppi già in circolazione in Usa.
Dunque non poteva essere lui il «padre» dell’epidemia e il vero paziente zero resta tutt’ora sconosciuto. Resta invece confermata la teoria che la pandemia sia iniziata a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, per poi passare ai Caraibi e da qui agli Usa. «New York fu il crocevia da cui l’Hiv si è diffuso alla Costa Occidentale e da qui all’Europa Occidentale, l’Australia, il Giappone, il Sud America e il resto del mondo» ha spiegato Worobey