scommesse clandestine finanza

GIOCHI SPORCHI – LA FINANZA HA ARRESTATO 11 PERSONE CHE FACEVANO PARTE DI UN’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DI SCOMMESSE CLANDESTINE CON BASE A NAPOLI – L’INDAGINE È PARTITA DAL SEQUESTRO DI UNA BISCA ABUSIVA E HA PORTATO ALLA SCOPERTA DI UN GIRO DI AFFARI ILLEGALE DA DECINE DI MILIONI DI EURO. L’ORGANIZZAZIONE “PIAZZAVA” ANCHE SLOT MACHINE MANOMESSE IN TUTTA LA PROVINCIA DI NAPOLI – I SERVER PER LE SCOMMESSE ONLINE ERANO CONTROLLATI DA UNA SOCIETÀ SERBA

1 – SCOMMESSE CLANDESTINE INTERNAZIONALI, IN CORSO OPERAZIONE GDF

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(ANSA) - Dalle prime ore della mattina è in corso un'operazione della Guardia di Finanza di Napoli - coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord – tesa a smantellare un'associazione a delinquere transnazionale dedita alla raccolta di Scommesse clandestine. In particolare i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli stanno eseguendo l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord nei confronti di undici indagati.

 

2 – SCOMMESSE CLANDESTINE ONLINE, 11 ARRESTI DELLA GDF

guardia di finanza

(ANSA) - E' dal sequestro di un immobile a Marano di Napoli, insignificante all'apparenza perché privo di insegne, ma al cui interno c'era una sala abusiva di Scommesse online con tanto di telecamere di videosorveglianza, maxischermi e terminali collegati a siti web, che è partita l'indagine della Procura di Napoli Nord e della Guardia di Finanza di Napoli che ha svelato l'esistenza di un'organizzazione transnazionale con base nel Napoletano dedita al gioco d'azzardo e alle Scommesse, con un giro di affari molto elevato visto che le somme raccolte erano di gran lunga superiori a quelle che sarebbe stato possibile raccogliere in modo legale.

 

Undici le persone cui i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli hanno notificato le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord; di queste, tre sono finire in carcere, sette ai domiciliari mentre per un altro indagato è stato disposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza.

 

3 – INCHIESTA SCOMMESSE ONLINE, SERVER CONTROLLATI DA SOCIETÀ SERBA

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(ANSA) - I terminali per le scommesse illegali - al centro dell'inchiesta che ha portato oggi a 11 arresti - erano collegati con siti riferibili a una società austriaca, il cui server era localizzato in Gran Bretagna sebbene fosse controllato da una società serba attraverso una sede occulta all'interno di un centro commerciale.

 

La circostanza è emersa nel corso della conferenza stampa svoltasi nella procura di Napoli Nord, ad Aversa (Caserta) a cui ha preso parte il procuratore Maria Antonietta Troncone e indetta per illustrare i dettagli di una complessa indagine dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli durata oltre un anno.

 

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Le quote sociali della società austriaca vennero sequestrate il 10 ottobre scorso, in seguito a numerosi perquisizioni in Italia e all'estero, insieme con il sito web e le disponibilità finanziarie e patrimoniali degli indagati, tra soldi e 14 immobili per un valore totale di 3,2 milioni di euro.

 

Dopo i sequestri, le indagini sono proseguite per verificare l'ampiezza del giro di scommesse; è così emerso che l'organizzazione non solo aveva una vera e propria rete di agenzie di scommesse, ma piazzava in esercizi di Napoli e provincia anche le slot machine non conformi e manomesse, oppure conformi alla legge ma scollegate dalla rete telematica dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

 

SCOMMESSE SPORTIVE

I vari punti di scommessa, situati tra Marano, Quarto e Napoli, erano coordinati da un referente (il cosiddetto "master") che si occupava dell'affiliazione delle singole agenzie (dette "corner"); queste ultime erano il più delle volte munite di licenza rilasciata dalla Questura e del contratto con una società maltese titolare di concessione, ma poi erano collegate con i siti illegali messi a disposizione dalla società austriaca, circostanza che consentiva di scommettere somme superiori al limite di legge. Le somme raccolte venivano poi suddivise e caricate sui conti di gioco di persone perlopiù nullatenenti, diverse dai reali scommettitori, e ciò per nascondere l'identità del giocatore e la provenienza del danaro.

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