attila

A COME ATROCITA’...FERMI TUTTI: ATTILA NON ERA IL "FLAGELLO DI DIO": CAMBRIDGE SVELA IL SEGRETO DELLE INVASIONI DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE - GLI UNNI NON ERANO GUIDATI DA UN SETE CIECA DI SANGUE E VIOLENZA MA DA FAME E POVERTÀ CAUSATE DALLA SICCITÀ E DAL DESIDERIO DI SOPRAVVIVENZA. LA SCOPERTA GRAZIE AI DATI RICAVATI DAGLI ANELLI DEGLI ALBERI

Da roma.repubblica.it

 

attila

Lo chiamavano il "flagello di Dio" e il suo è un nome che, nonostante i secoli trascorsi, fa ancora paura, evoca distruzione e disperazione, violenza e follia senza senso. Tanto che Attila, condottiero degli unni nel V secolo dopo Cristo, si ritiene all'origine della caduta dell'Impero Romano d'Occidente, avvenuta nel 476 d.C.

 

 

Roma non ha retto, in sostanza, ai continui e ripetuti attacchi e alle orde barbariche che ne devastarono i vastissimi confini, facendo a pezzi intere popolazioni, lasciando sul terreno, dopo il passaggio delle sue orde, soltanto morte. Le frontiere romane si indebolirono e alla fine si sgretolarono. L'impero crollò.

 

attila unni

Ma c'è uno studio che racconta un'altra storia. O, almeno, la racconta inserendo un elemendo non da poco, che getta una luce nuova. Attila non era un folle sanguinario che voleva conquistare e annientare, comandare e schiacciare: ma il risultato di una calamità naturale, combinata ad altri fattori, che non lasciò alternative.

 

 

Le incursioni unne nell'Europa centrale e orientale nel IV e V secolo dopo Cristo sono dunque storicamente considerate uno dei fattori chiave nella fine all'Impero Romano. Tuttavia, sia le origini degli Unni che il loro impatto sulle province tardo romane sono ancora poco conosciute.

 

Tanto che questo nuovo studio, The role of drought during the Hunnic incursions into central-east Europe in the 4th and 5th c. CE (Il ruolo della siccità nel corso delle incursioni unne nell'Europa centrale e dell'Est nel corso dei secoli 4 e 5 dopo Cristo) di Susanne E. Hakenbeck e Ulf Büntgen, del Dipartimento di Archeologia e del Dipartimento di Geografia dell'università britannica di Cambridge, grazie a nuova valutazione delle prove archeologiche, storiche e ambientali, avanza appunto nuove, inedite ipotesi.

 

attila

I due studiosi sostengono che le siccità che si sono verificate tra il 430 e il 450 d.C. nell'area geografica dell'attuale Ungheria, abbiano avuto un ruolo chiave: non più la violenza apparentemente inspiegabile degli Unni, la loro folle sete di sangue - tanto che ancora oggi "unni" significa distruzione, invasioni barbariche e per indicare uno stato di calamità inarrestabile. Si sarebbe trattato, al contrario, di una strategia per far fronte agli eventi climatici estremi da valutare nell'ambito di un contesto più ampio dei cambiamenti sociali ed economici del periodo.

 

"Le fluttuazioni climatiche del periodo, in particolare le estati secche dal 420 al 450 d.C., hanno avuto con tutta probabilità un impatto sulle capacità di carico sia dell'agricoltura che dei pascoli, almeno nelle aree che non si trovavano direttamente nelle pianure alluvionali ricche di umidità", scrivono in due studiosi.

 

"Le fonti storiche ci dicono che la diplomazia romana e unna era estremamente complessa con accordi reciprocamente vantaggiosi, almeno inizialmente, con il risultato che le élite unne ottenevano l'accesso a grandi quantità di oro. Questo sistema di collaborazione si interruppe negli anni 440, portando a regolari incursioni di terre romane, crescenti richieste di oro e, a un certo punto, una richiesta di una striscia di territorio lungo il Danubio "larga cinque giorni di viaggio". Fatti che coincisero con la crescente aridità nel bacino dei Carpazi. Se la datazione di questi eventi è affidabile, allora le più devastanti incursioni unne, nel 447, 451 e 452 d.C., avvennero durante estati estremamente secche. Ciò solleva la questione se le offerte ambientali alterate abbiano provocato cambiamenti alla sussistenza, all'economia e forse anche all'organizzazione sociale".

attila

 

Il metodo per misurare la siccità è quello di verificare i segnali biochimici negli anelli degli alberi. "I dati sugli anelli degli alberi ci offrono una straordinaria opportunità di collegare le condizioni climatiche all'attività umana anno dopo anno. Abbiamo scoperto che i periodi di siccità registrati nei segnali biochimici negli anelli degli alberi hanno coinciso con un'intensificazione dell'attività di incursione nella regione", ha spiegato il professor Büntgen.

 

Le popolazioni furono addirittura costrette a cambiare dieta per la situazione di siccità scoperta fatta attraverso analisi isotopoche sugli scheletri dell'epoca. "Se la scarsità di risorse divenne troppo estrema, le popolazioni stanziali potrebbero essere state costrette a spostarsi, diversificare le loro pratiche di sussistenza e passare dall'agricoltura all'allevamento nomade di animali", ha sottolineato la professoressa Hakenbeck.

attilarita rusic attila il flagello di dio 2

 

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)