bergoglio parolin

"NON SI ERA MAI SENTITO UN SEGRETARIO DI STATO CHE 'CORREGGESSE' PUBBLICAMENTE IL PAPA" - MARIA ANTONIETTA CALABRO': "È ACCADUTO QUANDO PAROLIN HA AFFERMATO CHE A LUI NON RISULTA NESSUN INCONTRO SEGRETO DI PRELATI PER PREPARARE IL FUTURO CONCLAVE. IN REALTÀ IL PAPA È ANDATO MOLTO PIÙ IN LÀ: HA DETTO CHE LO VOLEVANO MORTO. E DI TUTTO QUESTO IL SEGRETARIO DI STATO NON SOLO NON HA CONTEZZA MA HA AFFERMATO CHE IL CLIMA ALL’INTERNO DELLE MURA LEONINE “NON È TESO”. COME DIRE CHE IL PAPA VA FUORI LE RIGHE…"

Maria Antonietta Calabrò per https://www.huffingtonpost.it

 

pietro parolin bergoglio

Inaudito. Cioè letteralmente “mai sentito”. Non si era ma sentito a memoria vaticana che un segretario di Stato “correggesse“ pubblicamente il Papa. Eppure anche questo è accaduto ieri, al termine di un’estate vaticana ammorbata dai veleni, quando il segretario di Stato Pietro Parolin ha affermato che a lui non risulta nessun incontro segreto di prelati che dopo l’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto Francesco si sia riunito per preparare il futuro Conclave.

 

In realtà il Papa ai confratelli gesuiti in Slovacchia (parole integralmente riportate dalla Civiltà Cattolica e pubblicate sull’Osservatore Romano) è andato molto più in là: ha detto non solo che i “congiurati” si preparavano al suo trapasso, ma che proprio lo volevano morto.

parolin e bergoglio

 

Ebbene di tutto questo il segretario di Stato non solo dice di non aver avuto nessuna contezza (“può essere che il Papa abbia informazioni che io non ho“, così in sintesi ha liquidato la questione), ma ha affermato esplicitamente che il clima all’interno delle Mura Leonine “non è teso”. Come dire che il Papa va fuori le righe. Il “problema” è che Papa Francesco dalla fine d’agosto (una volta uscito dalla prima fase della convalescenza) è intervenuto personalmente e con molta forza a raddrizzare la narrativa che riguardava la sua salute.

 

Si è accorto (con ritardo, lo ha detto esplicitamente) dell’”annuncio” a mezzo stampa delle sue prossime dimissioni (ma chi se non la Segreteria di Stato, avrebbe dovuto segnalargli l’uscita di Libero del 23 agosto?), e ha colto al volo l’occasione di un’intervista a lungo richiesta dalla radio della Conferenza episcopale spagnola, Cope, subito “lanciata” con alcune sintesi, e poi messa in onda il 1 settembre, per smentire (“Non mi è mai passato per la testa di dimettermi”).

 

pietro parolin bergoglio

Durante il viaggio in Slovacchia, poi è arrivata “la bomba”, delle riunioni in Vaticano di coloro che lo vogliono morto. L’uscita di Parolin (che da consumato diplomatico) sa naturalmente pesare bene le parole e il loro effetto, non può non essere considerata se non come la segnalazione di un suo chiaro distinguo all’interno e all’esterno del Vaticano.

 

Dopo i tanti viaggi intrapresi negli ultimi mesi in Italia e all’estero, e le enormi difficoltà in cui la Terza Loggia è stata coinvolta a seguito dello scandalo del Palazzo di Londra. Parolin (a differenza del cardinale Angelo Becciu) non è a processo (dove forse sarà chiamato a testimoniare , dopo la sua espressa disponibilità), ma ha dovuto progressivamente lasciare ogni competenza “economica“ che prima erano in capo alla Segreteria di Stato.

 

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

Prima è dovuto uscire dalla Commissione cardinalizia di Vigilanza sullo Ior, la cosiddetta banca vaticana, cui lo stesso Parolin aveva chiesto un prestito di 150 milioni di euro per rimediare al “buco” dell’acquisto del palazzo londinese, e da questa anomala richiesta nel 2019 era partita la denuncia dello stesso Ior e del Revisore generale, da cui sono scaturite le successive indagini (le udienze ripartono il 5 ottobre. Poi la segreteria di Stato è stata trasformata in un Dicastero senza portafoglio, poiché i suoi beni sono stati trasferiti all’Apsa, con la gestione in capo alla Segreteria per l’economia.

 

Il “controcanto” di Parolin, che cade in questa situazione, tutti hanno la sensazione che il Papa, arrivati a questo punto, non farà sconti, c’è stato anche in relazione ai rapporti tra il Vaticano e i cosiddetti “sovranisti”.

 

Ieri Parolin ha precisato che aderire al Vangelo non è come andare ad un supermercato (dove si scelgono solo alcuni prodotti e si lasciano gli altri) ma pochi giorni prima di partire per l’Ungheria aveva espresso la sua soddisfazione (quasi un endorsement per un politico che il Papa non ha mai voluto ricevere nemmeno da ministro) per come si era svolto l’incontro tra Matteo Salvini e il Segretario per i rapporti con gli Stati arcivescovo Paul Callagher.

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

 

Nonostante la narrativa mediatica forzata anche tra i vaticanisti per sottolineare l’incontro tra il Papa e Viktor Orban, questo incontro in realtà sì è limitato all’etichetta protocollare. L’ha dovuto spiegare anche questa volta il Papa in prima persona, parlando con i giornalisti sul volo di ritorno a Roma: 40 minuti in cui Orban era presente ma a interloquire con il Papa è stato solo il Presidente della Repubblica ungherese, paese ospite del Congresso eucaristico internazionale organizzato dal cardinale Peter Erdò.

 

Il Papa nel suo “sfogo“ con i gesuiti slovacchi ha parlato anche degli attacchi che continuamente subisce da parte di alcuni media cattolici. La rivista dei gesuiti americani ha ricostruito che il riferimento è al potente gruppo televisivo internazionale Edtw, in cui per anni sono stati messi in onda trasmissioni in cui si è dato spazio in diretta all’ex nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, ai suoi attacchi al Papa e al suo appoggio all’ex presidente Donald Trump fino ai giorni della rivolta contro Capitol Hill (6 gennaio 2021) . C’è da chiedersi quali rapporti hanno i “congiurati” di cui ha parlato il Papa e la filiera mediatica all’attacco del Pontefice. Ieri si è avuta notizia che YouTube ha bloccato la trasmissione di alcuni video dii fan dell’ex nunzio.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…