concorso magistratura magistrati

SE QUESTE SONO LE TOGHE DEL FUTURO, STAMO FRESCHI – UN CANDIDATO AL CONCORSO PER ENTRARE IN MAGISTRATURA È STATO BECCATO MENTRE PROVAVA A TRUCCARE LA PROVA SCRITTA CON LA COMPLICITÀ DI UN ESAMINATORE SUO AMICO – IL CANDIDATO È UN DOTTORANDO E IL SUO "GANCIO" E' UN PROFESSORE DI DIRITTO AMMINISTRATIVO MEMBRO DELLA COMMISSIONE - IL FURBETTO SPERAVA DI ESSERE VALUTATO IN “AMICIZIA” MA LUI E IL COMPLICE SONO STATI DENUNCIATI...

Estratto dell’articolo di Mic. All. per “il Messaggero”

 

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Voleva a tutti i costi diventare un magistrato, ma ha iniziato la carriera infrangendo la legge: si è presentato alla prova scritta del concorso in magistratura con dei temi, già svolti, nascosti dentro alcuni volumi. Quando il candidato è stato scoperto, non solo è stato escluso dall'esame, ma è stato anche denunciato.

 

Ora è finito a processo con l'accusa di avere tentato di presentare come propri testi di terzi, introducendoli abusivamente nel padiglione allestito dove si svolgeva il concorso. I magistrati di piazzale Clodio, per l'aspirante pubblico ministero, che ha 33 anni, hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato. I fatti risalgono allo scorso maggio. La prima udienza, invece, sarà l'8 aprile del 2025, davanti al tribunale monocratico. Nel procedimento è individuata come parte offesa il ministero di Giustizia.

 

concorso magistratura 5

Il trentatreenne è stato scoperto dal personale di vigilanza mentre cercava di nascondere alcune tracce già svolte di diritto civile, penale e amministrativo e copie di pubblicazioni. Gli elaborati erano stati infilati tra le pagine di un volume di diritto e all'interno della copertina di un altro testo. […]

 

Anche un altro candidato è stato pizzicato mentre tentava di truccare l'ultimo concorso in magistratura, ma con la complicità di un componente della commissione. Entrambi sono finiti sul banco degli imputati con l'accusa di tentato abuso d'ufficio e hanno ottenuto la messa alla prova con l'affidamento ai servizi sociali.

concorso magistratura 1

 

Si tratta del professore di Diritto amministrativo Francesco Astone, ex direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Messina, e di Roberto Castellano, dottorando nello stesso ateneo e che, secondo gli inquirenti, era legato al docente da un rapporto professionale e di amicizia.

 

A denunciarli, un altro componente della Commissione, al quale era stato inviato via mail l'elaborato dell'aspirante magistrato che, secondo l'accusa, contava di poter essere valutato con criteri più favorevoli. Ad Astone viene contestato di non essersi astenuto dai lavori nonostante il legame con Castellano, mai dichiarato nei documenti compilati e consegnati al Ministero. […]

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