papa francesco e il cardinale angelo de donatis

PROMOVEATUR UT AMOVEATUR - IL CARDINAL DE DONATIS NON È PIÙ IL VICARIO DEL PAPA: IL PORPORATO È STATO SPOSTATO AD UN RUOLO IN CURIA (BERGOGLIO LO HA NOMINATO PENITENZIERE MAGGIORE: SI OCCUPERA’ DI CONFESSIONI E PENITENZE) – SCONTA LE INCERTEZZE SUL CASO DELL’ORMAI EX GESUITA SLOVENO MARKO IVAN RUPNIK, ACCUSATO DA DIVERSE RELIGIOSE DI “VIOLENZA PSICOLOGICA E ABUSI SESSUALI”: IL VICARIATO GUIDATO DA DE DONATIS AVEVA MESSO TUTTA L’INCHIESTA IN DUBBIO PARLANDO DI “PROCEDURE GRAVEMENTE ANOMALE”, IN APERTO CONTRASTO CON LA COMPAGNIA DI GESÙ E LO STESSO DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE…

Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per www.corriere.it

 

Il cardinale Angelo De Donatis, 70 anni, non è più il Vicario del Papa per la diocesi di Roma. Francesco lo ha nominato Penitenziere Maggiore, e quindi spostato ad un ruolo in Curia - la Penitenzieria è il «tribunale delle anime» che si occupa di confessione e penitenze - al posto del cardinale Mauro Piacenza, che quest’anno compie ottant’anni. Al momento non è stato nominato un successore.

PAPA FRANCESCO E IL CARDINALE ANGELO DE DONATIS

 

IL POTERE RIDIMENSIONATO DEL VICARIATO

Da anni la figura del cardinale vicario di Roma, del resto, è lontana dalla centralità e l’importanza che aveva ai tempi di Camillo Ruini. La riforma del Vicariato voluta l’anno scorso da Francesco ne ha ridimensionato i poteri, accentrando sul pontefice il controllo diretto di una struttura più collegiale: nella nuova Costituzione «In Ecclesiarum Communione», ogni decisione pastorale, amministrativa ed economica importante, dalle nomine ai regolamenti, viene presa dal Papa che presiede un Consiglio episcopale rafforzato nelle sue competenze; Francesco scrive pure che il Vicario «non intraprenderà iniziative importanti o eccedenti l’ordinaria amministrazione senza aver prima a me riferito» (articolo 11).

 

IL CASO RUPNIK

Marko Rupnik

Resta la decisione di spostare un cardinale che lo stesso Bergoglio aveva nominato, a sorpresa, sette anni fa. De Donatis era parroco in San Marco Evangelista al Campidoglio quando Francesco lo aveva scelto come vescovo ausiliare. Due anni più tardi, la nomina a Vicario quando ancora non era cardinale. Francesco lo aveva scelto perché conosceva molto bene il clero romano visto che a lui era affidata la cura spirituale dei sacerdoti.

 

Non poteva bastare, non sono stati anni facili. Ci sono state difficoltà di governo, malumori per il profilo un po’ dimesso. Da ultimo, c’è stata anche la vicenda dell’ormai ex gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik, accusato da diverse religiose di «violenza psicologica, abuso di coscienza, abuso nell’ambito sessuale e affettivo, abuso spirituale»: l’ex Sant’Uffizio lo aveva scomunicato, i gesuiti lo hanno cacciato, ma a settembre, nello sconcerto generale, il Vicariato guidato da De Donatis aveva messo tutto in dubbio parlando di «procedure gravemente anomale», in aperto contrasto con la Compagnia di Gesù e lo stesso dicastero per la Dottrina della Fede.

Marko Rupnik

 

[…] assieme allo spostamento del cardinale De Donatis, il Papa ha deciso anche la nomina del vescovo gesuita Daniele Libanori ad «assessore del Santo Padre per la Vita Consacrata». Monsignor Libanori, che ha condotto l’indagine che ha portato allo scioglimento della comunità di Rupnik a Lubiana, era finora vescovo ausiliare per il centro di Roma.

 

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