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LA CLASSE IN GITA, IL RAGAZZO AUTISTICO SOLO IN CLASSE – GIULIO ARRIVA A SCUOLA E TROVA L’AULA VUOTA, NESSUNO AVEVA INFORMATO LA FAMIGLIA – LA MADRE: “DOVEVANO AVVERTIRCI, A LUI PIACE TANTO ANDARE IN PULLMAN” – “IO SONO GIULIO” DIVENTA VIRALE SUI SOCIAL
Laura Montanari per “la Repubblica”
Quando è arrivato in classe Giulio si è ritrovato solo con il suo insegnante di sostegno. Lavagna pulita, banchi vuoti e un gran silenzio nell’aula della scuola media. I suoi compagni erano, coi panini al sacco, in gita a Larderello, a vedere i soffioni boraciferi e a camminare nella campagna pisana. Lui no, escluso.
Giulio non parla, non scrive. Soffre di una grave forma di autismo. «Ci sono rimasta male e sì, ho pianto» dice la sua mamma che fa parte dell’Associazione Autismo Livorno Onlus. Ieri pomeriggio, seduta al tavolo di un bar davanti alla piscina dove ha appena accompagnato il figlio, racconta: «Dovevano avvertirci per tempo, dobbiamo essere noi genitori a dire se Giulio può fare o non può fare quell’attività. A lui piace tantissimo andare in pullman con i compagni di classe... io potevo seguirli in macchina e ad un certo punto riportare a casa Giulio se si fosse affaticato troppo».
Probabilmente questa vicenda sarebbe rimasta chiusa in un perimetro ristretto, se Donatella, un’amica dalla mamma di Giulio, non si fosse indignata e avesse pubblicato su Facebook un post con la storia di quello che era accaduto, ma scritto in prima persona come se fosse Giulio: «La mia classe è in gita, io no! (...) Peccato, mi sarebbe piaciuto molto passare una giornata all’aria aperta. Però “qualcuno” ha ritenuto che non era per me...».
Il post è diventato presto virale sui social e centinaia di persone lo hanno condiviso inviando selfie coi cartelli «Io sono Giulio». Tutti schierati dalla parte del ragazzino. «La mattina stessa alle 8,20 mi è stato comunicato che la classe era via, in gita — cerca di chiarire la mamma mostrando un sms — L’insegnante ha chiesto scusa dicendo che si era dimenticata di dirmi dell’escursione e io credo nella sua buona fede.
Ma queste cose non devono accadere perché un bambino autistico ha una sensibilità straordinaria, molto superiore alla nostra e anche il più piccolo cambiamento lo vive come un dramma. La mattina Giulio ha un tabellone con i disegni, prima di uscire gli spiego come sarà la sua giornata e questo lo tranquillizza molto».
Diversa la versione della preside della scuola che respinge le accuse: «Giulio è con noi da tempo ed è molto seguito dagli insegnanti.
All’inizio dell’anno abbiamo concordato con la famiglia un percorso di gite particolari studiate per lui, una l’ha fatta in città con i compagni, l’altra la farà con i parà della Folgore in una giornata dedicata alla disabilità.
Ma a Larderello non poteva andare perché la passeggiata era lunga e si sarebbe stancato. Oltretutto abbiamo scelto un giorno in cui Giulio aveva terapia e sarebbe rimasto in classe soltanto per un’ora».
Ma perché non lasciare che fossero i genitori a decidere? «Già in passato nelle gite di Roma e Firenze, la mamma di Giulio ha preferito non mandarlo » risponde la preside.
«Vero, ma siamo noi di volta in volta a scegliere in base a come sta, non la scuola in automatico » replica la mamma. «E poi non si poteva studiare qualche gita “facile” in modo che anche quel ragazzino potesse partecipare? » si chiedono dall’Associazione Autismo Livorno.
La mamma di Giulio riconosce «il buon lavoro degli insegnanti» e parla con affetto dei compagni di scuola che «lo aiutano moltissimo », rimprovera però alla scuola di «aver organizzato tutto senza informarci».
Sulla vicenda è intervenuto il presidente del consiglio Matteo Renzi che nella diretta social #Matteorisponde afferma: «Un abbraccio a Giulio e a tutte le persone che vivono sulla propria pelle le sofferenze dell’ingiustizia».
Il caso viene seguito anche dal Ministero dell’Istruzione che ha contattato i genitori del ragazzino. Quello di Giulio non è un episodio isolato e, in mezzo a tante scuole che seguono con attenzione gli allievi con disabilità, ieri un’altra vicenda in Molise, sembra essere la fotocopia di quella toscana.
In provincia di Isernia, Luigi, un bambino autistico, è stato escluso dalla gita. I compagni sono andati a Venafro, un centro a pochi chilometri di distanza e lui è rimasto solo in classe con l’insegnante di sostegno.
Lo ha raccontato il padre dello studente spiegando: «Non siamo stati avvisati e questo ci fa male. Parlo da genitore, da uomo e a nome di mio figlio che, purtroppo, non può esprimere le sue emozioni». Il preside lì si è scusato.