oligarchi russi

LA CONFISCA DEI BENI DEGLI OLIGARCHI RUSSI PER FINANZIARE L'UCRAINA? PIÙ FACILE A DIRSI CHE A FARSI - FINORA GLI STATI MEMBRI HANNO SEQUESTRATO BENI PER CIRCA 10 MILIARDI DI EURO, DUE DEI QUALI SOTTRATTI DALL'ITALIA, MA L'OBIETTIVO DI 200-300 MILIARDI DI EURO PARE DIFFICILE DA RAGGIUNGERE - NON TUTTI I GOVERNI SONO D'ACCORDO CON LA VENDITA DEI BENI SEQUESTRATI (COME LA GERMANIA, CHE PREFERISCE OPTARE PER LE RISERVE ESTERE DELLA BANCA CENTRALE RUSSA) POI C'È UN ALTRO PROBLEMA: NEGLI ULTIMI 15 ANNI L'UE…

Gabriele Rosana per “il Messaggero”

 

oligarchi

Finanziare la ricostruzione dell'Ucraina con la vendita degli asset confiscati agli oligarchi russi che cercano di sottrarsi alle sanzioni Ue. Un tesoro, dalle ville agli yacht fino ai conti correnti, dal valore di 200-300 miliardi di euro che, secondo le intenzioni di Bruxelles, dovrà essere impiegato per risarcire le vittime e rimettere in piedi le città distrutte dall'invasione, un po' come avvenuto nelle scorse ore nel Regno Unito con la vendita del Chelsea che fu di Roman Abramovich.

 

L'Europa, nonostante le divisioni al suo interno, ci crede e va dritto per la sua strada, proponendo un nuovo quadro di regole per passare dal sequestro alla vera e propria confisca e vendita all'asta, da parte delle autorità giudiziarie nazionali, dei beni delle élite russe che si trovano nell'Unione.

 

oligarchi lasciano new york

Sulle orme di Canada e Stati Uniti, che si sono già dotati di una cornice normativa analoga, ieri la Commissione europea ha presentato la proposta di direttiva sul recupero e la confisca delle proprietà, accompagnata da una comunicazione che dettaglia invece il piano di Bruxelles per inserire la violazione delle sanzioni nella lista dei reati comunitari gravi e caratterizzati da una dimensione transfrontaliera - dal terrorismo al traffico di essere umani -, così da creare uno standard minimo comune a tutti gli Stati membri e avvicinare le varie legislazioni penali sulla base delle quali procedere all'esproprio.

GLI YACHT DEGLI OLIGARCHI RUSSI

 

Sono questi i due pilastri della strategia della «massima pressione su Putin e il suo cerchio magico» che l'esecutivo Ue è determinato seguire, ha precisato ieri su Twitter la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: «Chi viola le sanzioni deve essere assicurato alla giustizia. Non lasceremo che gli oligarchi prosperino grazie alla macchina da guerra russa. I loro beni devono essere sequestrati e, dove possibile, impiegati per la ricostruzione del Paese».

oligarchi russi 1

 

I RICORSI

Più facile a dirsi che a farsi, tuttavia, mettono in guardia a Bruxelles, visto che - come evidenziato pure da uno studio realizzato dal Parlamento europeo qualche anno fa - negli ultimi 15 anni l'Ue ha spesso perso davanti alla giustizia europea nei ricorsi presentati contro le sue sanzioni individuali.

 

oligarchi russi 2

Per questa ragione, fra i governi - a cominciare dalla Germania - prevale per ora la linea della cautela in assenza di una chiara base legale per l'adozione della misura, con Berlino che ancora alla vigilia della presentazione del pacchetto predisposto dall'esecutivo Ue faceva filtrare la propria contrarietà alla confisca dei patrimoni privati (preferendo semmai optare per le riserve estere della Banca centrale russa). I leader dei Ventisette torneranno a parlarne al summit in programma lunedì e martedì prossimi a Bruxelles.

 

LO YACHT DI PUTIN

Finora gli Stati membri hanno sequestrato asset per circa 10 miliardi di euro. L'Italia, da sola, ha messo il sigillo a beni per poco meno di 2 miliardi. Oltre a numerose ville sul lago di Como e in Sardegna, la Guardia di finanza ha bloccato anche il superyacht Scheherazade, formalmente intestato a Eduard Khudaynatov, ma che in realtà apparterrebbe a Vladimir Putin in persona e che da solo vale 650 milioni.

 

yacht marina carrara putin

A competere con lo yacht di Putin, c'è anche quello di Andrey Igorevich Melichenko, il SY A, in rimessaggio a Trieste, del valore di 530 milioni. Nel mirino della Commissione non finiscono solo coloro i quali «traggono vantaggio dalla violazione delle sanzioni, ma anche quanti favoriscono le condotte criminali, «dagli avvocati ai dirigenti di banca. Servirà perseguire anche loro». Troppo presto, invece, per dire se il pagamento del gas con l'apertura del conto in rubli - secondo lo schema seguito da molte compagnie, tra cui l'Eni - rientrerà nell'elenco di sanzioni per cui si procederebbe alla confisca, ha aggiunto Reynders, «ma è ovviamente possibile».

vladimir putin nel suo yacht

 

Fuori dall'Ue, intanto, la cessione del Chelsea che per quasi un ventennio è stato di proprietà di Abramovich ha ricevuto la luce verde da parte delle autorità del Regno Unito. Il club, acquistato da un consorzio americano per quasi 5 miliardi di euro dopo le sanzioni che hanno colpito l'oligarca per la sua vicinanza al Cremlino, continuerà a gareggiare in Premier League. L'intero ricavato dell'operazione sarà destinato a un ente benefico che si occupa delle vittime della guerra in Ucraina.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...