FLAGELLO EBOLA - NUOVO CONTAGIO A DALLAS: L’INFERMIERA INFETTATA DAL PAZIENTE ZERO HA PRESO UN AEREO CON 132 PASSEGGERI - IL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU: FALLIMENTO INTERNAZIONALE - E OBAMA CHIEDE PIÙ IMPEGNO A RENZI E AGLI ALTRI LEADER EUROPEI
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Nuovo contagio di Ebola a Dallas, per un’infermiera che il giorno prima di manifestare i sintomi ha volato su un aereo commerciale. Poi il presidente Obama che annulla gli impegni elettorali, riunisce d’urgenza il governo Usa, e convoca una videoconference con i leader di Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna, per sollecitare un intervento internazionale più deciso. Quindi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che definisce «fallimentare» la risposta data finora. Magari non siamo ancora al caos, ma in queste condizioni diventa difficile evitare la percezione che l’epidemia stia sfuggendo al controllo.
La seconda infermiera contagiata a Dallas si chiama Amber Vinson, ha 29 anni, e come la collega Nina Pham aveva curato il primo malato, Thomas Duncan. In quale modo abbia contratto la malattia è ormai chiaro, secondo la denuncia fatta ieri dal sindacato della sua categoria: «Non c’erano protocolli in vigore». Gli indumenti per la protezione non erano adeguati, e il personale sanitario non era stato addestrato ad usarli bene. Il rischio ora è che molti dei 76 infermieri e medici che hanno curato Duncan siano malati, e potrebbero aver contagiato altri pazienti del Presbyterian Hospital di Dallas.
thomas eric duncan primo malato di ebola in america
Nello stesso tempo si è scoperto che il giorno prima di manifestare i sintomi, Amber aveva viaggiato con il volo 1143 della Frontier Airlines da Cleveland al Texas, con altri 132 passeggeri. L’aereo poi era andato ad Atlanta, prima di essere decontaminato. Ora la Frontier sta avvisando i 132 passeggeri, mentre a Wall Street, nel crollo generalizzato di ieri, precipitano i titoli delle linee aeree minacciate dall’epidemia.
Il Presbyterian intanto alza le mani e trasferisce la Vinson all’ospedale specializzato Emory di Atlanta, ammettendo in sostanza che non è più in condizione di gestire l’emergenza. E se tra i 76 sotto osservazione verranno fuori altri malati?
Per affrontare l’emergenza, il presidente Obama ieri ha agito sul doppio fronte internazionale e interno. Durante la mattina ha avuto una videoconference col premier italiano Renzi, e i leader di Gran Bretagna, Francia, Germania, per discutere l’epidemia e sollecitare uno sforzo maggiore. Roma in particolare può dare aiuto fornendo gli aerei specializzati per l’evacuazione degli operatori internazionali contagiati.
Di questo si è discusso anche in una riunione ieri a Palazzo Chigi fra i ministri di Esteri, Difesa, Salute e Trasporti, che ha varato una task force per affrontare l’emergenza. L’incontro è servito anche a preparare la riunione che si svolgerà oggi a Bruxelles, dove verrà definito un maggior coordinamento europeo per gestire la crisi. Due C-130 italiani sono pronti per evacuare gli eventuali cittadini contagiati, che verrebbero trasportati all’ospedale Spallanzani di Roma o al Sacco di Milano.
Dopo la videoconference Obama ha deciso di annullare gli impegni elettorali che aveva in New Jersey e Connecticut, per convocare una riunione del governo sull’Ebola. In seguito la Casa Bianca ha escluso che il blocco dei voli dall’Africa sia un’ipotesi considerata per fermare l’epidemia.