MENO SAPIENZA, PIU’ UNIVERSITA’ - ISCRIZIONI GIÙ DEL 20% NELL’ATENEO ROMANO, BOOM DELLE PICCOLE - IL RETTORE GAUDIO: “COLPA DELLA CONCORRENZA E DEGLI SPAZI STRETTI. GLI STUDENTI SONO COSTRETTI A FREQUENTARE LEZIONI NELLE TENSOSTRUTTURE”

Leonard Berberi per il “Corriere della Sera

 

Eugenio 
Gaudio 
Eugenio Gaudio

Il ritorno all’università. Il boom delle «piccole». La resistenza delle «grandi». Il calo della Sapienza. Il caos, che continua, per i corsi di Medicina dopo le sentenze del Tar sul test di ammissione. L’aumento delle lauree ad accesso programmato. E una certa difficoltà a rilasciare i dati. 
 

Eccola qui la «fotografia» — ancora parziale perché molto può cambiare — degli atenei italiani per l’anno accademico 2014/2015. Il Corriere della Sera ha contattato le più grandi realtà e alcune di quelle medio-piccole per fare un primo bilancio. Un bilancio con molte luci ma anche qualche ombra. E che è fatto, è bene precisarlo, su cifre provvisorie di questi giorni nel confronto con quelle (definitive) del 2013/2014. 
 

I dati raccolti, poi, non riguardano sempre gli immatricolati, cioè coloro che per la prima volta entrano nell’università italiana. Ma anche gli «iscritti» al primo anno, già inseriti nei database del ministero dell’Istruzione. Questo perché non tutti gli atenei hanno fornito informazioni univoche. Così si è dovuto tornare indietro di un anno e calcolare la differenza sulla stessa voce. 
 

Università La Sapienza RomaUniversità La Sapienza Roma

Per ora colpisce il «rosso» della Sapienza, il più grande ateneo d’Europa. Fino a ieri risultavano oltre 5.500 gli immatricolati in meno. Un decremento, provvisorio, del 20,3%. «Ma se facciamo il confronto tra i numeri di ieri e quelli del 25 novembre 2013 siamo sugli stessi livelli», chiarisce Eugenio Gaudio, rettore da questo mese dell’università romana.

 

«E comunque c’è ancora tempo fino al 23 dicembre per iscriversi». «Però, è vero, da qualche anno la mia università è quella che ha registrato il decremento maggiore», ragiona. E i motivi sarebbero quattro: «Il calo generale degli immatricolati in Italia, la riorganizzazione di alcuni corsi della Sapienza, l’aumento della concorrenza a Roma e le difficoltà nel costruire nuove aule, tanto da costringere gli studenti a frequentare le lezioni in tensostrutture». 
 

universit la sapienza universit la sapienza

Sempre nella Capitale sorride Tor Vergata: tra triennale e specialistica l’aumento è del 10,2%. Progressione a doppia cifra anche per l’Università del Piemonte Orientale (+13,2%), le sedi di Como e Varese di Insubria (+26,1%), Bergamo (+26%), Venezia (+10,8%), Macerata (+20,5%). 
 

Il tutto in un contesto dove da dieci anni le nuove matricole sono sempre meno, passando dai 338.407 (tra triennale e ciclo unico) del 2003/2004 ai 267.806 del 2013/2014. Un crollo del 20,9%. 
 

Tra le altre «grandi» l’Alma Mater di Bologna registra +6,6%, Torino +4%, il vicino Politecnico +2,2%. Scende, di pochissimo (-0,9%), un altro Politecnico, quello di Milano. Ma è una diminuzione «fisiologica», spiegano dall’ateneo, dovuta «a una riorganizzazione dei corsi nell’area Architettura». Tant’è vero che vanno meglio dell’anno passato Ingegneria (+1,2%) e Design (+29,3%). 
 

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Segno meno anche per l’Università degli Studi di Milano. Ma il risultato «dipende dall’introduzione dell’accesso programmato in sedici corsi di laurea». Al netto di questo il saldo è positivo, con un picco nelle magistrali (+14%) e nelle triennali ad ingresso libero (+16,28%). 
Aumentano gli studenti anche in Bicocca e alla Cattolica. Così come a Trento, Verona, Padova e Trieste. Bene anche Perugia e «Federico II» di Napoli. 

 

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