CON LO SGUARDO RIVOLTO ARCELOR – MITTAL MINACCIA DI METTERE IN PAUSA TUTTI GLI IMPIANTI DI TARANTO SE NON POTRÀ VENDERE L’ACCIAIO. I SINDACATI PROTESTANO: OGNI GIORNO IN FABBRICA VANNO ANCORA 3500 DIPENDENTI E SI TEME IL CONTAGIO – UN OPERAIO È GIÀ RISULTATO POSITIVO, MA LA MULTINAZIONALE…
Valeria D’Autilia per “la Stampa”
OPERAI FUORI DALLA FABBRICA ARCELOR MITTAL A TARANTO
Se non sarà concessa la commercializzazione dell' acciaio, ArcelorMittal pronta a mettere in pausa tutti gli impianti dello stabilimento di Taranto. Ad annunciarlo, i sindacati metalmeccanici: «La multinazionale chiede non solo di produrre, ma di poter collocare sul mercato il prodotto». L' attuale stop è legato al decreto del prefetto -che scade oggi- e ha imposto al colosso di sospendere l' attività a fini commerciali, in linea con le disposizioni del Governo per l' emergenza coronavirus. Negli ultimi giorni, l' azienda ha fermato l' acciaieria 1 e l' altoforno 2. Ma il siderurgico ora chiede di tornare sul mercato. In caso contrario, potrebbe congelare l' intera produzione.
Il contagio in fabbrica
La notizia arriva dalle sigle metalmeccaniche, dopo un' interlocuzione in videoconferenza con il prefetto. Al centro anche le misure di contenimento sul rischio contagio e le presenze in fabbrica. Al momento, ogni giorno, si registrano 3.500 dipendenti diretti e 2.000 dell' indotto.
Per i sindacati un numero ancora troppo alto, che sollecitano a «ridurre drasticamente», soprattutto dopo il primo caso di un operaio positivo al Covid-19. «Nell' ex Ilva- denunciano- continuano a verificarsi assembramenti e si segnalano problemi anche nella sanificazione degli ambienti». Cgil, Cisl e Uil sottolineano «una sostanziale inosservanza delle distanze di sicurezza e degli strumenti di protezione individuale, con una maggiore preoccupazione per le aziende dell' appalto dove le carenze sono ancora più evidenti e i dispositivi forniti non sono omologati».
L' Usb fa sapere di avere in mano un documento a firma dell' amministratore delegato Lucia Morselli, inviato al premier Conte e ai ministri Gualtieri e Patuanelli, in cui «minaccia di mettere gli impianti in stand by». Per il sindacato questo dimostra che il fermo è possibile, in sicurezza e con il minimo della forza lavoro. Senza produzione. «Una strada necessaria per fronteggiare l' emergenza sanitaria». Nel frattempo, sono stati sospesi i cantieri per l' ambientalizzazione. «Un intero territorio- attacca il sindaco Rinaldo Melucci- chiede di frenare l' attività e loro cosa fanno? Rispondono con lo stop agli unici lavori forse essenziali, perché collegati alla salute dei tarantini: quelli relativi all' Autorizzazione integrata ambientale». Per il primo cittadino questo è l' ennesimo passo falso: «Mittal sempre più isolata, contestata, inutile per Taranto».
MICHELE EMILIANO ILVALUCIA MORSELLI conte ilvaincendio all'ilva di taranto 3