yulen pozzo alfredino rampi

LOTTA CONTRO IL TEMPO – I TECNICI SCAVANO UN TUNNEL PARALLELO PER SALVARE YULEN, IL BAMBINO CADUTO NEL POZZO IN SPAGNA – IL PICCOLO YULEN COME ALFREDINO RAMPI, VELTRONI: “QUELLA DIRETTA TV CAMBIÒ L’ITALIA PER SEMPRE, ALL’EPOCA FU SCONVOLGENTE ASCOLTARE LA…”

1. SPAGNA:SI SCAVA TUNNEL PARALLELO PER SALVARE BIMBO NEL POZZO

yulen bimbo caduto nel pozzo in spagna

(ANSA) - Nella lotta contro il tempo per salvare Yulen, il bambino di due anni intrappolato da domenica nel pozzo a Totatlán, i tecnici hanno cominciato a scavare un tunnel orizzontale per accedere al condotto dov'è precipitato Yulen. Lo ha confermato questa mattina il viceprefetto di Malaga, Marta Gamez, dopo che i soccorsi hanno passato la notte tentando invano di estrarre il terreno franato alla profondità di un'ottantina di metri, nel pozzo lungo 110 metri.

 

La sonda robot con le telecamere è stata bloccata dal 'tappo' di materiale e sono stati estratti solo 60 centimetri di terra e pietre, per cui la guardia civile, che coordina le operazioni, ha avviato un piano alternativo. "Da questa mattina alle 7 si sta lavorando per scavare un foro laterale e orizzontale, della lunghezza fra 50 e 80 metri, che arrivi all'altezza del pozzo dove crediamo sia Yulen", ha spiegato la Gamez ai media. "E' il metodo più sicuro", ha aggiunto.

 

yulen bimbo caduto nel pozzo in spagna

Il viceprefetto ha evidenziato che ci sono tre fattori che condizionano le operazioni di salvataggio: la sicurezza del bambino; la necessità di impiegare il minore tempo possibile per localizzarlo; e la difficile orografia del territorio, che complica i lavori. Intanto le squadre di soccorso, che hanno mobilitato un centinaio di uomini, non conoscono le condizioni del bambino, imprigionato da circa 48 ore nel pozzo, nel quale è stata recuperata solo una busta di caramelle che aveva con sé al momento della caduta.

 

 

 

 

2. ALFREDINO, IN SPAGNA COME A VERMICINO. WALTER VELTRONI: «QUELLA DIRETTA TV CHE CAMBIÒ L'ITALIA PER SEMPRE»

Mario Fabbroni per www.leggo.it

 

walter veltroni

L'11 giugno 1981, poco dopo le 13, l'Italia resta paralizzata davanti alla tv. Durante il Tg2, da un pozzo nella campagna di Vermicino, nei pressi di Frascati, si sente l'urlo di un bimbo che chiama la mamma. ...

 

Walter Veltroni, giornalista, politico Pd, ex ministro dela Cultura oltre che ex sindaco di Roma: lei ha scritto un libro, L'inizio del buio (Rizzoli) sulla tragedia del piccolo Alfredino Rampi. Che effetto le fa ritornare con la mente ai quei giorni infiniti, proprio mentre in Spagna un altro bimbo è intrappolato in un pozzo?

 

«Nello stesso giorno un bambino di sei anni - Alfredo Rampi - nei pressi di Roma corre in un prato per raggiungere casa. A San Benedetto del Tronto, un giovane operaio - Roberto Peci - sta in giro per lavoro con la sua auto. Il primo morirà in un pozzo artesiano dopo una agonia di 60 ore (18 delle quali in diretta televisiva), mentre il secondo sarà imprigionato per 54 giorni e poi giustiziato da un commando delle Brigate Rosse. Il libro ricostruisce con interviste e documenti proprio quelle due vicende intrecciate, che fecero comunque cambiare l'Italia».

 

 

La Rai subì quasi un linciaggio mediatico, il primo di origine popolare, perché provò a interrompere la diretta da Vermicino. Cosa accadde davvero?

«Mandarono in onda una Tribuna Politica, con protagonista l'allora segretario dei socialdemocratici Pietro Longo. Arrivarono migliaia di telefonate, la gente voleva sapere come sarebbe finita la storia a Vermicino. Da quel momento, cambiò il modo di fare televisione in Italia».

alfredino rampi e il fratello

 

Vermicino rappresenta davvero una pietra miliare nello sviluppo della televisione italiana?

«Assolutamente sì. Vermicino è un fazzoletto di terra, non lo conosceva nessuno prima che il dolore diventasse spettacolo. In poche ore arrivarono maghi, rabdomanti, eroi per caso come Angelo Licheri che si calò in quel pozzo e quasi toccà le dita del piccolo Alfredino. Uno choc per il Paese, tutta Italia pianse e non dormiva più di notte. Fu un punto di svolta».

 

Eppure fu ignorato il dolore dei Rampi come della famiglia di Roberto Peci, l'antennista fratello di Patrizio Peci, il primo pentito delle Brigate Rosse...

«Vero, il fratello di Alfredino è morto poco tempo fa in circostanze drammatiche ma nessuno o quasi lo ha ricordato. Così come si ricorda poco la vicenda di Roberto Peci: visto che proprio in queste ore si torna a parlare di anni di piombo e terrorismo con l'arresto di Cesare Battisti, alcune vicende potrebbero tornare di attualità».

 

Lei seguirà anche lo sviluppo della vicenda del bimbo intrappolato nelle viscere della Terra vicino Malaga: ma cosa spera di non sentire o vedere più?

walter veltroni

«All'epoca fu sconvolgente ascoltare la registrazione della voce di Alfredino in tv mentre le sue forze si affievolivano nel pozzo maledetto. Certo, tra i soccorsi furono commessi degli errori: ad esempio, fu scavato un tunnel laterale che finì per far scivolare ancora più in basso il bimbo. Ma gli sforzi dei Vigili del Fuoco, quegli uomini distrutti dalla fatica che però volevano a tutti i costi salvare il piccolo diventarono popolarissimi tra gli italiani. Da allora, l'intero Paese vuole bene ai nostri pompieri. Anzi, senza timore di smentita posso dire che nacque da quella tragedia la Protezione Civile».

 

Fu il punto di partenza per avere una delle macchine per i soccorsi più efficienti del mondo?

«Si, oggi la Protezione Civile italiana è un vanto».

 

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...