COSPITO HA TROVATO UN MEGAFONO PER I SUOI PROCLAMI – LO SCORSO FEBBRAIO, IL CONSIGLIERE REGIONALE DI +EUROPA, MICHELE USUELLI, HA FATTO VISITA NEL CARCERE DI OPERA AL TERRORISTA ANARCHICO. DURANTE IL COLLOQUIO, È STATO RICHIAMATO PIÙ VOLTE DAL DIRETTORE DELL’ISTITUTO PERCHÉ “GLI ARGOMENTI TRATTATI ESULAVANO DA QUELLI PERMESSI” DALLA LEGGE. E UNA VOLTA USCITO, HA FATTO SAPERE CHE COSPITO “NON STA FACENDO UNA BATTAGLIA PRO DOMO SUA, MA UNA BATTAGLIA DI SISTEMA”
Estratto dell’articolo di Pietro De Leo per “Libero quotidiano”
[…] Tutto parte da un’interrogazione presentata da Pino Bicchielli, vicecapogruppo di Noi Moderati a Montecitorio. Il deputato prende l’iniziativa dalla visita a Cospito, nel carcere di Opera, da parte di Michele Usuelli, all’epoca dei fatti (febbraio scorso) ancora consigliere regionale lombardo di +Europa.
Ora non più, visto che è primo dei non eletti nella recente tornata. Ebbene, Bicchielli, pur riconoscendo (e ci mancherebbe) come la prerogativa di far visita ad un detenuto si inserisca «nel quadro di guarentigie di rango costituzionale legate al mandato rappresentativo», accende il faro sulle dichiarazioni rese dopo l’incontro da Usuelli.
Quest’ultimo, a proposito dell’attivista anarchico e del suo sciopero della fame, disse: «Non sta facendo una battaglia “pro domo sua”, ma una battaglia di sistema». E ancora, sui disordini degli attivisti anarchici in solidarietà al loro esponente, Usuelli si pronunciava così: «Il signor Cospito non dice di approvare questi gesti violenti». Tuttavia, prevalendo in lui la vocazione anarchica, il detenuto avrebbe concluso: «Io non sono nessuno per dire agli altri cosa dovrebbero fare».
Tutto normale? Non tanto. È noto che il regime di 41 bis è stato comminato e poi confermato a Cospito per stroncare ogni tentativo di comunicare con l’esterno, magari per orientare l’attivismo (violento) dei militanti anarchici.
sitin degli anarchici per alfredo cospito davanti alla Cassazione
Dunque Bicchielli faceva notare, nella sua interrogazione, che «la propalazione di affermazioni attribuite al detenuto Cospito, in particolare con riferimento a giudizi sugli atti di violenza e intimidazione in corso, potrebbe rivelarsi potenziale, ancorché certamente involontario, veicolo di messaggi rivolti alla galassia anarchica o da essa interpretabili». Tradotto: non sarà che Usuelli, ovviamente in buona fede del tutto involontariamente, con quelle parole possa aver trasmesso qualcosa che Cospito voleva riferire ai suoi compari?
Questo è il senso dell’interrogazione, con cui il deputato ha chiesto al ministro della giustizia Carlo Nordio «quali iniziative intenda assumere per evitare che tali atti e comportamenti possano comportare il rischio, anche involontario, di vanificare le finalità dell’articolo 41 bis». Ebbene, la risposta scritta del Guardasigilli è arrivata.
E se ne ricavano alcuni elementi che sarebbero pittoreschi, se non fossero anche molto gravi. Il primo è che, si legge nel documento, «durante l’incontro» nel penitenziario con Cospito, “durato circa una ventina di minuti, il Consigliere Usuelli è stato più volte richiamato dal Direttore dell’Istituto», che presenziava al colloquio, «perché gli argomenti trattati esulavano da quelli permessi» dalla legge.
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Ma qui viene il bello: «Al termine della visita, il Consigliere regionale ha chiesto di poter regalare un cappello al detenuto Cospito (simbolo dei mujaheddin afgani), donazione che, tuttavia, non veniva autorizzata, stante le limitazioni previste dal regime detentivo speciale ex 41 bis». [...]
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