![ascella](/img/patch/10-2016/ascella-841096_600_q50.webp)
BASTA PUZZA! IN OSPEDALE ARRIVA IL TEST DELL’ASCELLA - L’ULSS DI ROVIGO HA IMPOSTO A 1500 INFERMIERI E OPERATORI SOCIO-SANITARI UN TEST PERSONALE DI IGIENE: CHI LAVORA A STRETTO CONTATTO CON I PAZIENTI DEVE ESSERE PROFUMATO - I SINDACATI PROTESTANO. “VERRANO USATI NASI SPECIALI O DEGLI ANNUSOMETRI?”
Puzzare è un diritto da difendere? E profumare è da consigliare vivamente? Se si lavino o meno prima di prendere servizio è affar loro. Ma a difendere il diritto di puzzare o meno ci pensa, immancabilmente, il sindacato. Che si è messo di traverso contro la decisione dell' Ulss 18 di Rovigo di monitorare lo stato di pulizia dei 1.500 infermieri e operatori socio-sanitari che lavorano nelle strutture sanitarie di propria competenza.
Il «test dell' ascella» è stato già ribattezzato, e prevede, anzi pare proprio che imponga, ai lavoratori che stanno quotidianamente a contatto con i pazienti, un test personale di igiene. Sulla questione il sindacato dei dipendenti sanitari prima si fa serio e definisce il provvedimento «ai limiti della decenza».
Poi ironizza: verranno usati nasi speciali o degli annusometri? Ma l' Ulss non se ne cura e va avanti per la sua strada spiegando che "rilievi" e valutazioni sulla qualità dell' igiene dei lavoratori e affini verranno fatti in base a dei precisi «indicatori».
Di certo, in tutta questa storia, c' è che avere a che fare con persone con le ascelle che puzzano, che sia al lavoro o sull' autobus, al mare o in montagna, in palestra o per strada, è davvero nauseante. Figuriamoci in ospedale quando, per esempio, l' infermiere allunga la mano per darti il termometro o ti misura la pressione. Quella puzza che arriva al naso potrebbe diventare ancora più insopportabile.