decreto dignità

ADESSO LICENZIARE SARÀ PIÙ COSTOSO – ECCO COSA CAMBIA COL DECRETO DIGNITA’ - “PER I LAVORATORI ALLONTANATI SENZA GIUSTA CAUSA UN INDENNIZZO FINO A 36 MENSILITÀ DI STIPENDIO” – GIRO DI VITE SUI CONTRATTI A TERMINE, SANZIONI CONTRO LE DELOCALIZZAZIONI – GIOCO D’AZZARDO, STOP ALLA PUBBLICITA’

A. Bas. per il Messaggero

 

decreto dignità licenziamenti

Il decreto dignità è in dirittura d' arrivo. Ieri sera è stato bollinato dalla Ragioneria e oggi, con tutta probabilità, verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dalla stretta sui contratti a tempo, ai licenziamenti più cari, fino alle norme anti delocalizzazione, passando per lo stop alla pubblicità dei giochi, i contenuti sono ormai noti. Altre norme saranno però inserite nel passaggio parlamentare, a cominciare dal ritorno all' uso dei voucher. Il governo non vorrebbe blindare il testo con la fiducia. Ma è anche vero che i tempi per la discussione sono stretti.

 

Il provvedimento è atteso in aula alla Camera per il 24 luglio, subito dopo passerà al Senato per essere convertito prima della pausa estiva.

 

Occupazione - Contratti a tempo tornano i paletti

 

decreto dignità lavoratori a termine

Il cuore del decreto dignità voluto da Luigi Di Maio sono le norme anti-precarietà. La durata massima dei contratti a termine viene ridotta da 36 mesi a 24 mesi. Sarà possibile stipulare un solo contratto della durata massima di 12 mesi senza indicare nessuna causale al rapporto di lavoro. Dal primo rinnovo, invece, dovrà essere inserito il motivo per cui si è deciso di far ricorso a un lavoratore a tempo. La norma vale anche per i rinnovi dei contratti in essere.

 

Ad ogni rinnovo, poi, l' impresa che utilizza un lavoratore a tempo dovrà versare una contribuzione aggiuntiva dello 0,5%, che si aggiunge alla maggiorazione già in vigore dell' 1,4%, per finanziare gli ammortizzatori sociali. L' indennità di licenziamento «senza giusta causa» per i dipendenti assunti con il Jobs act, sale dagli attuali 24 mesi a 36 mesi. Ritoccata anche l' indennità minima che passa da 4 a sei mesi. Nel passaggio parlamentare, invece, saranno reintrodotti i voucher per agricoltura e turismo.

 

Imprese - No incentivi a chi delocalizza la regola vale anche in Italia

 

decreto dignità

Un altro degli elementi caratterizzanti del decreto sul lavoro, sono le cosiddette «norme anti delocalizzazione». Le imprese che ottengono incentivi dallo Stato per svolgere un' attività, ma poi decidono di portarla altrove, saranno costrette a restituire gli aiuti e pagare una sanzione che va da due a quattro volte l' incentivo ricevuto. Tuttavia, per rendere questa norma compatibile con le norme comunitarie, è stato stabilito che la regola della delocalizzazione si applica anche se l' attività economica viene trasferita all' interno dell' Italia. È stata edulcorata, invece, la norma secondo la quale chi avesse ottenuto incentivi non avrebbe potuto licenziare per cinque anni i dipendenti. Questa regola non vale nel caso ci siano «ragioni oggettive», come per esempio una crisi economica di settore.

 

Fisco - Redditometro e spesometro nessun effetto concreto

 

luigi di maio e giuseppe conte

Il pacchetto fiscale inserito nel decreto è di dimensioni ridotte. C' è il superamento dello split payment per i professionisti. Avvocati e commercialisti non si vedranno più l' Iva trattenuta direttamente dalle pubbliche amministrazioni. La norma vale 35 milioni di euro. Nessun effetto invece, dalle modifiche al redditometro e allo spesometro. Nel primo caso, spiega la relazione tecnica, cambieranno solo i criteri delle verifiche. Il decreto attuativo che dovrà stabilire chi dovrà essere verificato con questo strumento, arriverà in tempo ad avviare gli accertamenti per l' anno 2016, quello a maggior rischio prescrizione. Nessun effetto nemmeno per lo spesometro. C' è solo il rinvio di una scadenza per la trasmissione delle fatture che, tra le altre cose, era già possibile scegliere come opzione.

 

Scommesse - Slot machine, salgono le tasse

di maio conte salvini

 

Il comparto dei giochi è quello che paga il dazio maggiore. Innanzitutto viene stabilito il divieto assoluto per le società di gioco e di scommesse, di effettuare pubblicità e sponsorizzazioni su qualsiasi mezzo, dalla tv, ai internet fino all' affiancamento dei marchi alle società di calcio. Il divieto non si applica ai contratti in «esecuzione» che resteranno in vigore fino alla loro scadenza, che però non potrà andare oltre un anno dalla data di conversione in legge del decreto. Per le sponsorizzazioni il divieto entrerà in vigore il primo gennaio del prossimo anno.

 

Il settore è chiamato a contribuire in maniera rilevante alla copertura finanziaria del provvedimento voluto da Di Maio. Il prelievo sulle slot machine e sulle videolotteries, salirà dello 0,25% a partire dal prossimo mese di settembre per pagare il mancato gettito dovuto all' abolizione dello split payment per i professionisti. E poi salirà fino allo 0,50% da maggio del 2019 per ripagare lo Stato della perdita di gettito dovuta proprio al divieto di pubblicità imposto al settore giochi.

decreto dignità giochi

 

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