LA MAFIA E’ UNA COSA SERIA - “IL FOGLIO” CONTINUA IL SUO CONTROCANTO SULL'INDAGINE “MAFIA CAPITALE”: “BUZZI E IL SUO RACKET DELLA CARITÀ È IMPEGNATO NEL RECUPERO MICROCREDITI MEDIANTE INTIMIDAZIONE. ROBA DA CRAVATTARI”

Salvatore Merlo per "il Foglio"

 

giuliano ferraragiuliano ferrara

A suon di schiaffoni si fanno dare trentamila euro (a rate) da un poveretto, ad aprile del 2013 minacciano il proprietario di un concessionario automobilistico per costringerlo a vendere un terreno sulla via Cassia, sono infine capaci di dire “ti ammazzo” per riprendersi seicento euro (e qui bisogna proprio immaginarsi Totò Riina che incarica Bagarella di recuperare seicento euro, roba da espulsione per indegnità mafiosa).

 

MASSIMO CARMINATI NEGLI ANNI OTTANTAMASSIMO CARMINATI NEGLI ANNI OTTANTA

E insomma uno spizza faticosamente le millecentoventicinque pagine dell’ordinanza sulla cosiddetta “mafia capitale” e scopre che Massimo Carminati, detto “er Cecato”, ignorava i grandi affari, quelli di cui si interessava massimamente, per dire, Vito Ciancimino quando esercitava per conto di Cosa nostra la professione di sindaco mafioso di Palermo (coadiuvato da un assessore all’Urbanistica, Giacomo Marva, cieco dalla nascita).

 

E infatti nelle carte della procura, il capo dei capi romano non parla mai di quel pozzo di quattrini chiamato sanità, non fa mai un accenno all’urbanistica o alle opere pubbliche, mai una parola sullo stratosferico affare della Metro C, cioè la più costosa infrastruttura d’Italia (6 miliardi), non emette mai un fiato sui terreni edificabili, sulle gigantesche speculazioni edilizie, sul mondo cospicuo dei palazzinari. Shh. Niente. Zero.

 

BUZZI CARMINATIBUZZI CARMINATI

E non che gli affari grossi a Roma non ci siano. Ma la banda criminale, che si era orientata su Salvatore Buzzi e sul suo business della misericordia (o racket della carità), evidentemente non gioca nella stessa serie della mafia, è piuttosto impegnata nel settore recupero (micro)crediti mediante intimidazione. Roba da cravattari.

 

A un certo punto delle loro gesta, i goodfellas mandano infatti quasi al tracollo finanziario l’ormai famoso benzinaio di corso Francia perché, tra le altre cose, uno di loro, Riccardo Brugia, ha deciso d’imporre al proprietario l’assunzione di sua moglie.

 

Lo raccontano bene le carte dei pm: “L’episodio, che si colloca nel novembre 2012, consente di comprendere come la gestione del distributore sia condizionata dalla volontà di Riccardo Brugia, il quale è nelle condizioni di imporre le proprie determinazioni, come quella di far assumere la moglie con il ruolo di responsabile amministrativa e con aumento stipendiale riconosciuto alla stessa, quale ‘male minore’, rispetto a quelli che ne sarebbero potuti derivare, nel caso in cui non vi avessero aderito".

SALVATORE BUZZISALVATORE BUZZI

 

E c’è poi anche l’episodio dell’orologio, che si può riassumere così: un membro della banda consegna un orologio da polso, forse rubato, a un gioielliere perché lo venda. Questo tizio però non piazza l’orologio e soprattutto non paga, ma sparisce dalla circolazione.

 

Al che, scrivono i magistrati, “qualche giorno dopo e, segnatamente, alle ore 11.55, del 09.04.2013, veniva intercettata una conversazione ambientale, all’interno dell’area del distributore Eni di corso Francia, tra Brugia e Carminati, nel corso della quale i due discutevano della necessità di recuperare un orologio, che Guarnera, il quale si trovava in compagnia dei predetti, aveva consegnato, tempo addietro, al negoziante Infantino per la vendita (mai avvenuta). I presenti, su sollecitazione di Carminati, decidevano di recarsi presso l’abitazione di Infantino per chiedere la restituzione dell’orologio”.

Vito Ciancimino, ex sindaco di palermoVito Ciancimino, ex sindaco di palermo

 

E il resto, il lettore, se lo potrà anche immaginare, visto che gli inquirenti proseguono spiegando che l’incontro con i membri della banda “aveva evidentemente sortito i propri effetti sul gioielliere Infantino”… E insomma i metodi, i fini, sono quelli di un’associazione a delinquere, ma il giro e il tipo di affari della cupolona romana non è precisamente quello dei corleonesi. Dopo il suo arresto, il 10 luglio del 1991, Angelo Siino, il ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra, spiegò la natura delle attività criminali mafiose.

 

“Il mio era un metodo simile al mestiere più antico del mondo, quello delle signore che battono”, disse. Siino gestiva i lavori pubblici, organizzava i cartelli tra gli imprenditori, che si mettevano d’accordo sull’ammontare di ciascuna offerta nelle gare d’appalto miliardarie in modo da vincere a rotazione. E su ogni opera pubblica Siino imponeva una mazzetta del 4,5 per cento (di cui il 2 per cento andava alla mafia, altrettanto ai politici, e lo 0,50 agli organi di controllo). Altro che campi rom e orologi rubati.

CARLO PUCCI - RICCARDO BRUGIA - FABRIZIO TESTACARLO PUCCI - RICCARDO BRUGIA - FABRIZIO TESTA

 

Ultimi Dagoreport

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A STI’ POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…