NEL CENTRO DI PESARO UN 30ENNE DEL BANGLADESH HA PROVATO A VIOLENTARE UNA 49ENNE SUDAMERICANA - LA DONNA SI È SALVATA GRAZIE ALL'INTERVENTO DEI CARABINIERI, AVVERTITI DA CHI, DI PRIMA MATTINA, HA SENTITO LE GRIDA D'AIUTO - L'UOMO AVEVA CON SÉ UN COLTELLO CHE HA FATTO VEDERE ALLA DONNA PER COSTRINGERLA A SEGUIRLO - QUANDO I MILITARI SONO ARRIVATI, HANNO TROVATO I DUE SEMINUDI E...
Estratto dell'articolo di Alessandro Mazzanti e Davide Eusebi per www.ilrestodelcarlino.it
Assalita in piazzale Matteotti, con la minaccia di un coltello, alle 5 del mattino. Trascinata come un sacco dietro il chiosco delle piadine e violentata. Piazzale Matteotti diventa lo scenario improvviso dell’orrore, con modalità e scenari che questa città non aveva mai conosciuto. L’assalitore, M.K., è un cittadino del Bangladesh di 30 anni, abita a Loreto, regolare sul territorio, in attesa di ottenere il permesso di soggiorno.
Lei, una donna di origine sudamericana di 49 anni, è un addetta delle pulizie. Si è salvata urlando: in piazzale Matteotti, a quell’ora, non c’era nessuno, e quando il bengalese l’ha trascinata dietro il chiosco lei per un momento l’ha seguito, temendo il peggio. Poi, quando lui l’ha gettata a terra per consumare l’atto sessuale, lei ha iniziato a gridare: qualcuno dalle case vicine l’ha sentita ed ha chiamato i carabinieri. Quando i militari arrivano, trovano tutti e due seminudi. Il bengalese scappa ma viene preso poco dopo.
[...] L’uomo la vede. I due non si conoscono. Lui sta probabilmente finendo la nottata. Forse non è del tutto sobrio. Un amico è stato con lui fino all’una di notte. "Lui ha bevuto solo una Coca Cola", dirà l’amico, anche lui tra i più sbigottiti di quanto ha appena saputo dell’altro. Ma cosa abbia fatto il bengalese dall’una alle 5 del mattino non si sa.
Fatto sta che l’uomo a quell’ora raggiunge piazzale Matteotti. Ci sono molte telecamere, nella piazza e nelle vie adiacenti. Lui arriva da via San Francesco. Pare, sempre in base alle immagini delle telecamere, che indossi una specie di parananza, come il grembiule di un cuoco o di un cameriere. Vede la donna.
Ha con sè un coltello da cucina e lo usa come arma. Glielo mostra, forse lo punta alla gola: ha già deciso che vuole violentarla, ha solo bisogno di appartarsi. Quindi la trascina dietro il chiosco di piadine. La donna lo segue, è costretta a seguirlo, terrorizzata. Ma pochi attimi dopo, mentre lui è già riuscito a spogliarsi e a spogliarla, lei capisce che l’unica salvezza è gridare. E lo fa, con quanto fiato ha in gola.
[...] Una pattuglia del Radiomobile è nei pressi. In pochi attimi arriva sul posto. L’uomo li vede e tenta la fuga. I carabinieri lo prendono a pochi metri di distanza da quel chiosco scelto come alcova violenta e improvvisata. L’uomo tenta di divincolarsi, tanto che sarà accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale. Il trentenne dal fisico esile, descritto come persona perbene, con la faccia da ragazzino innocente, viene arrestato anche per violenza sessuale e porto d’armi. La donna invece è sotto choc. Viene portata dal 118 in ospedale. Non avrebbe ferite gravi, non risultano ferite di arma da taglio, nonostante le presenza di quel coltello, che per adesso non è stato ritrovato. [...]