"ME LO HA CHIESTO DIO IN SOGNO, IO NON HO COLPA" - PARLA IL GHANESE PADRE DEL NEONATO MORTO DOPO LA CIRCONCISIONE PRATICATA A CASA: "SE MIO FIGLIO È MORTO, È PERCHÉ DIO L’HA CHIAMATO. LA COLPA NON È MIA: HO SEMPLICEMENTE FATTO QUELLO CHE LUI, ATTRAVERSO LA BIBBIA, MI CHIEDE PER ESSERE UN BUON CRISTIANO…”
"Se mio figlio è morto, è perché così ha voluto Dio. Io ho seguito la Bibbia, non è colpa mia. E' una vicenda privata, perché dovrei pagare le conseguenze?". Sono alcune delle frasi riportare dal Resto del Carlino di Reggio Emilia in un'intervista al padre del neonato morto all'Ospedale Sant'Orsola di Bologna dopo la circoncisione praticata dal genitore in casa a Scandiano. La Procura ha disposto l'autopsia mentre si sta dando la caccia a un "santone" che avrebbe invece causato la morte di un altro neonato a novembre, sempre nel Reggiano in circostanze analoghe.
Intervistato dal quotidiano, il padre quarantenne ghanese del piccolo ha ammesso di aver praticato la circoncisione: "Come ho fatto con gli altri due figli più grandi. Una delle due circoncisioni l’avevo praticata in Ghana, l’altra in casa a Scandiano, proprio come in questo ultimo caso. Se mio figlio è morto, è perché Dio l’ha chiamato. La colpa non è mia: ho semplicemente fatto quello che lui, attraverso la Bibbia, mi chiede per essere un buon cristiano. Nel secondo libro della Bibbia, l’Esodo, il quarto capitolo, versetto 26, parla chiaro: bisogna circoncidere i figli. La cultura ebraica ce lo impone. Dio stesso ce lo impone. Questo è un passaggio necessario per aspirare all’aldilà".
"Se qualcuno crede che io l’abbia ammazzato si sbaglia - continua l'uomo - La domanda in questo caso è da porre a Dio: l’ho visto in sogno. Mi ha chiesto di farlo (la circoncisione). Ho pregato, proprio come avevo fatto nelle due precedenti operazioni. Ma non ho capito cosa ci sia stato di sbagliato questa volta. Dopo l’operazione stava bene, era lucido, presente.
A pranzo ha mangiato grazie all’allattamento della mamma, e tutto sembrava normale. Poi nel pomeriggio le cose sono iniziate a peggiorare. Quando mio figlio è nato sono andato subito al Santa Maria Nuova (l’ospedale di Reggio Emilia, ndr) a chiedere ai medici di occuparsi della cosa (la circoncisione ndr). Ma la loro risposta è stata negativa. ‘Non possiamo farlo per motivi religiosi’. Ecco cosa mi è stato detto. Davanti al loro rifiuto, ho dovuto operare in prima persona".
L'uomo, a leggere le sue risposte, pare totalmente inconsapevole della gravità della sua azione e delle possibili conseguenze. "Ma perché qualcuno dovrebbe intervenire? Questo dolore appartiene alla mia famiglia, non ad altri. Voglio continuare a vedere i due maschietti, devono vivere con me. Parliamo di una cosa privata, e così deve rimanere".