PIÙ CHE UNA MANOVRA, UNA RETROMARCIA – NEL VERTICE DI QUESTA SERA, GIORGIA MELONI DOVRÀ STOPPARE LE RICHIESTE DI SALVINI E TAJANI CHE NON AVREBBERO COPERTURE NELLA LEGGE BI BILANCIO. E PER QUESTO HA VOLUTO ACCANTO A SÉ GIORGETTI – LA DUCETTA DIRÀ NO ALLA PROPOSTA DI FI DI AUMENTARE LE PENSIONI MINIME E ALLA PROROGA DEL TAGLIO DEL CANONE RAI DA 90 A 70 EURO VOLUTA DALLA LEGA – SENZA DIMENTICARE LE ROGNE SU AUTONOMIA, TERZO MANDATO E POLITICA ESTERA…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani.
Il vertice dei leader del centrodestra è in programma oggi pomeriggio, a Palazzo Chigi. Di domenica. Va chiuso, in fretta, l’accordo sulla manovra. E non è un’operazione facile, visto che sia Antonio Tajani che Matteo Salvini hanno passato l’ultima settimana a rilanciare proposte e chiedere costosi correttivi.
Una batteria di annunci e pressioni che ha infastidito la premier Giorgia Meloni, che oggi riceverà i due vice col ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Ripeterà, la leader di FdI, quanto detto in privato negli ultimi giorni: i soldi in cassa sono pochi ed è inutile, anzi dannoso, avventurarsi in promesse irrealistiche.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti 4
FI dunque dovrebbe essere costretta a rinunciare al ritocco all’insù delle pensioni minime (gli azzurri chiedevano di portare l’assegno a 623 euro) mentre i leghisti dovrebbero sacrificare la proroga del taglio del canone Rai da 90 a 70 euro. Il Carroccio per ora tiene il punto: nel loro emendamento ci sono le coperture (in tutto 430 milioni) per risarcire Viale Mazzini. Ma per i Fratelli va contro il nuovo Freedom act dell’Ue. L’alternativa: intervenire aumentando gli spot, andrebbe contro gli interessi di Mediaset.
Si tratterà fino a sera sul taglio dell’aliquota del secondo scaglione dell’Irpef, che FI vorrebbe portare dal 35 al 33%. Ma ad oggi non ci sono abbastanza risorse (servono 2,5 miliardi), anche escludendo l’aumento della platea ai redditi fino a 60mila euro. [...]
TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO
E dunque probabilmente non con la manovra, come chiede FI, ma con un decreto a inizio 2025. All’incasso atteso dalla riapertura del concordato preventivo biennale, che scade il 12 dicembre - è l’idea - verrebbero aggiunte ulteriori risorse, ancora da trovare, per chiudere il cerchio delle coperture.
C’è un altro tema in manovra su cui i tre leader non hanno trovato una quadra: l’articolo che introduce i controllori del Mef nei collegi sindacali di società che ricevono fondi statali per almeno 100mila euro. FI parla di norma «sovietica» e chiede di cassarla. FdI vuole tenerla, ma portando il tetto a 1 milione. Va capito anche che fine faranno due richieste della Lega: i 3 miliardi per il ponte sullo Stretto e la possibilità di pagare le tasse a rate per le partite Iva fino a 170mila euro di volume d’affari, senza più il maxi-acconto a novembre.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
Non solo manovra. Salvini ieri ha detto che «parlerà» con gli alleati anche del mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale per Benjamin Netanyahu. Capitolo che in realtà sia Meloni che Tajani non vorrebbero riaprire: entrambi hanno vissuto con fastidio il «benvenuto in Italia» del leghista al premier israeliano. E vogliono aspettare che si pronunci il G7 domani a Fiuggi.
Sempre il leghista, se vorrà, potrà insistere sul terzo mandato per i governatori (in particolare per Luca Zaia), ma sia la premier che il vice azzurro considerano il capitolo chiuso. […]
matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani
All’incontro si dovrebbe parlare anche dei 4 nuovi giudici della Corte costituzionale: azzurri ed ex lumbard devono accordarsi su chi indicherà il secondo nome del centrodestra, visto che FdI insisterà su Francesco Saverio Marini.