LA GUERRA DEI CIELI - SEDILI TROPPO STRETTI E LITI TRA PASSEGGERI IN VOLO SEMPRE PIÙ FREQUENTI: LE COMPAGNIE AEREE CORRONO AI RIPARI - JET DEL FUTURO CON POLTRONE A CASTELLO E SEDILI A SCACCHIERA
Ettore Livini per “la Repubblica”
ALTRO che per un pugno di dollari. La guerra dei cieli, alla fine, è scoppiata improvvisa per un pugno di centimetri. E l’arma finale, un paraginocchio da aereo costato carissimo alla United Airlines, ha convinto le compagnie mondiali che è arrivato il momento di prendere il toro per le corna. Il problema è chiaro a tutti, specie ai passeggeri: i sedili a bordo, rimpiccioliti per risparmiare, sono diventati troppo stretti. Il tasso di litigiosità tra viaggiatori claustrofobici è alle stelle (+62% a marzo negli Usa secondo le autorità locali).
Ed è ora di intervenire per ridisegnare da zero in tempi rapidi gli interni dei jet del futuro. Come? Guadagnando un po’ di spazio per gli arti stremati dei clienti - allo studio ci sono poltrone a castello, sedute a scacchiera e poggiabraccia matrimoniali – oppure, se di spazio proprio non ce n’è, inventandolo. Installando a bordo astuti accorgimenti di realtà virtuale – fusoliere trasparenti, finestrini “intelligenti” e “occhiali-cinema” hi tech – in grado di illudere gli ospiti di questi carri-bestiame volanti di trovarsi (quasi) sulla poltrona di casa propria.
OCCHIO AL PARAGINOCCHIO
Che la situazione in cabina sia vicina al punto di non ritorno l’ha detto un paio di settimane fa senza tanti giri di parole Charlie Leocha, presidente del gruppo di consumatori Travelers United, durante un’udienza al Dipartimento dei trasporti di Washington: “Sugli aerei di oggi, gli animali hanno più diritti degli uomini”. Il cane viaggia nella stiva ok, ma in confortevoli gabbie con dimensioni standard prestabilite.
L’essere umano invece può essere spremuto senza limiti spaziali a fare a gomitate con i vicini. A inizio millennio i sedili dei grandi jet erano “ tarati” sulle dimensioni medie dei bacini dei piloti della Air Force e arrivavano a 19 pollici di larghezza. Oggi (senza contare quanto si sono allargati i bacini…) siamo scesi a 17, più di quattro centimetri in meno. E c’è già chi pensa a sfidare il muro dei 16,5.
Stesso discorso sulla distanza dal dirimpettaio. Una volta tra un sedile e un altro c’era una piazza d’armi da 33 pollici (84 centimetri). Oggi una compagnia Usa, la Spirit Airlines, è arrivata a 28 pollici (71 centimetri), un pertugio in cui per infilare le gambe bisogna avere doti da contorsionisti.
I nodi, un centimetro alla volta, sono arrivati al pettine. La Federal Aviation Administration ha registrato un allarmante aumento dei litigi a bordo legati a questioni di spazio. E il Congresso – lette un paio di allarmanti ricerche scientifiche ha deciso di aprire un’inchiesta per verificare se l’inarrestabile ridimensionamento dei sedili può comportare rischi per la salute. I passeggeri, in attesa di saperlo, hanno imparato a difendersi. L’arma segreta, l’ultimo ritrovato dell’aviazione civile già proibito da molte compagnie, è il “Knee defender”, il diabolico paraginocchio.
Un lucchetto da bloccare sul tavolinetto del sedile che impedisce al viaggiatore che ci sta di fronte di reclinare il suo schienale. Uno scherzetto che ha già scatenato diverse risse a bordo e che ha costretto pochi mesi fa il volo United 1462 tra Newark e Denver a un atterraggio d’emergenza per sbarcare due passeggeri che – causa abuso di paraginocchio – se le davano di santa ragione.
LA GUERRA DEI CENTIMETRI
Il vento, naturalmente, non si può fermare con le mani. Lo spazio, per una compagnia aerea, si misura in soldi. Un sedile in più significa maggiori entrate. E ogni chilo di peso risparmiato consente di spendere 100 euro l’anno di benzina in meno per aereo. Indietro quindi non si torna, ma i designer di jet stanno provando a far quadrare i conti di bilancio senza più accanirsi su gambe e gomiti dei passeggeri.
Le poltroncine di nuova generazione in titanio e fibra di carbonio installate da Air Thaiti e Air Mediterranée sono un tantino più spartane ma pesano quattro chili, contro i 12 delle vecchie. L’inglese Air Lair ha messo a punto un originale sistema di sedili a castello sovrapposti, chiusi in piccole “capsule” autonome come stie di un pollaio, che potrebbe aumentare del 33% la capienza di un aereo.
La Jacob Innovation ha progettato un complesso disegno a scacchiera con sedili sfasati di 18 cm. in altezza e incrociati tra loro come le parole di un cruciverba. In grado però, dicono loro, di moltiplicare le sedute come i pani e i pesci. Alla maledizione del sedile di mezzo - quello scomodissimo strizzato tra corridoio e finestrino - ha pensato la Paperclip innovation lanciando un avveniristico bracciolo a due piani per regalare un po’ di confort agli sventurati che se lo aggiudicano al check in.
L’EFFETTO MIRAGGIO
Il lavoro dei designer ha però un limite: la necessità delle compagnie di ridurre al massimo i costi e infilare a bordo più sedili possibili. Arrivando al paradosso (l’hanno ipotizzato Ryanair e la cinese Spring Airlines, bloccate per motivi di sicurezza) di farli addirittura viaggiare in piedi. Il nuovo Airbus 320, per dare un’idea del trend, potrebbe approfittare dei progressi strutturali delle dotazioni interne non per restituire centimetri e ossigeno ai clienti, ma per accomodare in cabina 195 poltrone invece di 180.
Anche qui però, arrivano in soccorso le nuove tecnologie. Che, in assenza di spazio fisico, provano a regalarci quello mentale. Airbus ha già messo nel suo libro dei sogni una fusoliera fatta di membrane di biopolimeri che potrà consentire, oltre ad alleggerire l’aereo, di renderla persino trasparente. Alzare gli occhi e vedere il cielo azzurro, sostengono gli esperti, aiuta a dimenticare lo spazio da sardine in cui si è strizzati. Su concetti simili sta lavorando la British Aerospace.
La società inglese ha messo a punto un sistema di illuminazione cangiante per le cabine in grado di calmare i bollenti spiriti dei passeggeri più compressi e di indurre al sonno. Stessa idea della Boeing che punta ad “allargare” lo spazio percepito con un approccio cromoterapico, fatto di led blu sulle superfici curve e bianco su quelle verticali. Dicono funzioni.
Nella guerra dei centimetri, del resto, tutto è consentito. La Epson ha messo a punto una sorta di Google glass (lo sta sperimentando un’aerolinea coreana) che trasmette film in wireless a pochi millimetri dalla pupilla ma dando l’effetto di un maxi-schermo a cinque metri di distanza. Spazio in cui in realtà, togliendo gli occhiali, sono stipati altri sette compagni di sventura.
il trucco per fare sesso in aereo 8
Video sottili come fogli di carta e pieghevoli verranno utilizzati per sostituire i finestrini, trasmettendo immagini a scelta del passeggero o anche, grazie a telecamere dall’esterno, il panorama reale. “Un palliativo che ha dimostrato di distrarre e rilassare il viaggiatore”, garantiscono i progettisti.
Possibile. Almeno fino al momento in cui chi gli sta di fronte non decide di abbattere con un colpo da ghigliottina il suo sedile. In quel caso, con buona pace dello schermo piatto, torna molto più utile il caro vecchio paraginocchio.
il sistema di intrattenimento a bordo degli aerei