mario paciolla

SI AVRÀ MAI GIUSTIZIA PER MARIO PACIOLLA? - LA PROCURA DI ROMA HA CHIESTO L'ARCHIVIAZIONE DELL'INCHIESTA SULLA MORTE DI MARIO PACIOLLA, IL COOPERANTE ITALIANO RTOVATO SENZA VITA  TRE ANNI FA IN COLOMBIA, DOV'ERA IN MISSIONE PER CONTO DELLE NAZIONI UNITE. AVEVA AVUTO UNO SCONTRO CON I SUOI CAPI MISSIONE E LA SUA MORTE FU DERUBRICATA A SUICIDIO - MA TANTE COSE NON TORNANO: SECONDO L'AUTOPSIA FATTA IN ITALIA È IMPOSSIBILE CHE SI SIA SUICIDATO - LA FAMIGLIA "SIAMO SCONCERTATI. MARIO NON SI È TOLTO LA VITA"

mario paciolla

1 - FAMIGLIA PACIOLLA,ARCHIVIAZIONE SCONCERTA,NON FU SUICIDIO

(ANSA) - "Siamo sconcertati nell'apprendere la notizia della richiesta di archiviazione depositata dalla procura di Roma per l'omicidio di nostro figlio Mario. Noi siamo certi, anche per le indagini che abbiamo svolto, che Mario non si è tolto la vita".

 

Lo affermano in una nota i familiari di Mario Paciolla, attraverso il loro legale, l'avvocato Alessandra Ballerini. "Ci opporremo a questa richiesta di archiviazione e ad ogni altro tentativo di inibire o intralciare la nostra pretesa di verità e giustizia", concludono.

 

2 - NESSUNA GIUSTIZIA PER MARIO PACIOLLA, L’ITALIANO MORTO IN COLOMBIA: LA PROCURA DI ROMA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE

Da www.open.online

 

mario paciolla

Era il 15 luglio 2020, quando fu ritrovato a San Vicente del Caguan, in Colombia, il corpo senza vita di Mario Paciolla, cooperante e osservatore internazionale italiano, stabile nel Paese sudamericano in missione per conto delle Nazioni Unite. Dopo tre anni circa dalla sua morte, la procura di Roma ha chiesto oggi, mercoledì 19 ottobre, l’archiviazione dell’inchiesta.

 

La sua scomparsa ha fin da subito destato sospetti: quando a metà luglio il corpo era stato trovato nel suo appartamento, con l’apparenza di un corpo impiccato, ma anche con tagli e sangue, la polizia colombiana e l’Onu  – dopo aver affidato la prima autopsia al medico della missione – hanno deciso di derubricare il caso come suicidio.

mario paciolla

 

Poi le autorità – anche spinte dalla famiglia del cooperante, certi dell’uccisione del figlio – avevano iniziato ad indagare sulla possibilità di omicidio. «Non crediamo alla tesi del suicidio, perché Mario era un amante della vita», aveva raccontato Giuseppe Paciolla.

 

«Ma la cosa più importante è che mio figlio aveva un biglietto in tasca di ritorno in Italia per il giorno 20 da Bogotà. Era un volo umanitario vista la pandemia e solo l’Onu poteva preparargli i documenti per la partenza». Prima di morire, Paciolla aveva – inoltre – riferito ai genitori di essersi scontrato coi capi missione.

 

mario paciolla

Intanto, a Roma era stata disposta una seconda autopsia dove alcune prove, per i medici legali, «non trovano alcuna spiegazione alternativa nel contesto dell’ipotesi del suicidio, ma supportano prevalentemente l’ipotesi di strangolamento con successiva sospensione del corpo». Ad accreditare ulteriormente i risultati dell’autopsia eseguita dai medici forensi italiani, alcuni dettagli resi noti grazie ad un articolo della giornalista colombiana, conoscente di Paciolla, Claudia Julieta Duque dal titolo Mario Paciolla: due autopsie contraddittorie e il timbro dell’impunità.

 

MARIO PACIOLLA

Nell’articolo pubblicato dal quotidiano colombiano El Espectador si apprende: «Sebbene le coltellate sul cadavere potessero a prima vista essere classificate come autoinflitte, uno studio più dettagliato delle lesioni ha permesso ai medici legali di determinare che, mentre le ferite del polso destro presentavano ‘chiari segni di reazione vitale’, nella mano sinistra mostravano ‘caratteristiche sfumate di vitalità’, o ‘vitalità diffusa’, che li portava a suggerire che alcune delle ferite potessero essere inflitte ‘in limine vitae o anche post-mortem’, cioè quando Paciolla era in uno stato agonizzante o era già morto».

 

mario paciolla

Una delle ultime piste delle indagini – portata avanti sia dalla procura di Roma, che dalle autorità in Colombia – riguardava l’ipotesi che il cooperante 33enne fosse stato ucciso per aver scritto un report dove metteva in relazione l’assassinio di sette adolescenti innocenti, tra i 12 e i 17 anni, in un campo di irriducibili delle Farc, con l’operato dell’esercito colombiano.

 

Un collegamento fatto sempre dal principale giornale colombiano, l’Espectator. Il ruolo di Mario alle Nazioni Unite era, infatti, quello di contribuire al proseguo del processo di pacificazione tra lo stato colombiano e le forze armate per la Rivoluzione della Colombia (Farc). Dopo un lungo periodo di conflitti, le Farc – il principale gruppo guerrigliero del paese di ispirazione marxista – sono venute a patti con lo Stato centrale nel 2016.

MARIO PACIOLLA

 

In quello stesso anno, per l’accordo di pace raggiunto, il presidente Juan Manuel Santos Calderon, ricevette il Nobel per la pace. Ma ora per i pm romani le verifiche svolte in questi anni non hanno portato ad elementi concreti sull’ipotesi del suicidio. Per gli inquirenti, infatti, la strada più accreditata resta quella del gesto volontario, così da chiedere l’archiviazione dell’inchiesta.

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI