E QUESTA SAREBBE UNA FUGA? CATTURATO L'OMICIDA EVASO DA POGGIOREALE: PRESO A UN CHILOMETRO DAL CARCERE - POLEMICHE SUL PENITENZIARIO DALLE CIFRE RECORD DI SOVRAFFOLLAMENTO. IL CAPPELLANO DEL CARCERE: “È SCAPPATO UN DETENUTO. EMBÉ? È INNATURALE È TENERE RINCHIUSE DELLE PERSONE IN UNA SITUAZIONE DISUMANA E DEGRADANTE” – E C’E’ CHI CHIEDE PROVOCATORIAMENTE L’ABBATTIMENTO DEL CARCERE
È durata meno di due giorni la clamorosa evasione dal carcere napoletano di Poggioreale del detenuto polacco Robert Lisowki, in carcere con l'accusa di omicidio. Gli uomini della squadra mobile della questura partenopea lo hanno catturato questa sera in strada a corso Garibaldi, angolo via Giuseppe Porzio, non lontanissimo dalla casa circondariale dalla quale ieri mattina l'uomo era fuggito calandosi con una fune realizzata con lenzuola annodate.
Gli investigatori ritenevano che l'uomo, anziché provare a uscire dalla città superando controlli e posti di blocco, avesse cercato di rimanere in zona, contando sull'appoggio di amici: le ricerche concentrate nell'area della stazione ferroviaria centrale hanno portato all'arresto. Un'evasione nelle più classiche modalità dei film di una volta, e infatti bisogna andare indietro di decenni per scovare un precedente analogo.
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Modalità di fuga che hanno acceso inevitabili polemiche, nel penitenziario dalle cifre record di sovraffollamento. Il cappellano del carcere, don Franco Esposito, sui social ha scritto: «È scappato un detenuto da Poggioreale; embé? Perché stupirsi davanti a una evasione dal carcere? È la cosa più naturale che possa accadere, quello che è innaturale è tenere rinchiuse delle persone in una situazione disumana e degradante. Non sto assolutamente giustificando l'evasione di un criminale ma vorrei spostare l'attenzione sul fatto che carceri come quello di Poggioreale non hanno certamente i requisiti per essere rieducativi e non servono certo al reinserimento della persona detenuta nel tessuto sociale».
Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria Spp, che oggi ha tenuto una conferenza stampa dinanzi al penitenziario napoletano, ha chiesto di nuovo «provocatoriamente» che l'istituto di pena di Napoli «venga abbattuto». Dal canto suo, il Provveditorato regionale per la Campania «sta per disporre degli accertamenti amministrativi interni, di routine in casi come questi», e ricorda di aver «già dislocato detenuti di Poggioreale in altri istituti penitenziari», avviando importanti lavori di ristrutturazione della casa circondariale: «Nel corso di questi mesi sono stati circa 300 i detenuti trasferiti in altri istituti, tanto che ad oggi si contano 2076 presenti».
Lisowski è a giudizio da giugno scorso (con il rito abbreviato) con l'accusa di aver ucciso a Napoli un giovane ucraino di 36 anni, laureato in Storia, da anni in città e che per vivere faceva il manovale. L'ucraino fu colpito perché intervenne in una lite a difesa di un ragazzo italiano.
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