RIDER A DENTI STRETTI – LE MULTINAZIONALI DEL FOOD DELIVERY NON SEMBRANO ESSERE TROPPO PREOCCUPATE DALL’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SUI 60MILA RIDER DA ASSUMERE: “I DOCUMENTI FANNO RIFERIMENTO A VECCHI CONTRATTI” – MOLTI GIUSLAVORISTI PENSANO CHE NON SE NE FARÀ NIENTE: “L'IPOTESI POSSA ESSERE APPLICATO LORO IL LAVORO SUBORDINATO È DEFLAGRATIVA: IL RISCHIO È CHE VENGANO ASSUNTI PER POI ESSERE LICENZIATI SUBITO DOPO”
Benedetta Vitetta per “Libero Quotidiano”
Potrebbe risolversi con un nulla di fatto l'indagine dell'Ispettorato del lavoro e della Procura di Milano sui 60mila rider che secondo i magistrati vanno trasformati «da lavoratori autonomi a coordinati continuativi, con tutte le garanzie dei subordinati».
Già perché l'inchiesta, portata avanti dal sostituto Maura Ripamonti e coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano, che ha acceso un faro sull'invisibile mondo dei fattorini sembra non spaventare le multinazionali.
Nel registro degli indagati ci sono i rappresentanti delle 4 società più importanti di delivery cui sono state comminate ammende per 733 milioni. Ma le aziende contattate da Libero si sono limitate a dire che «stanno studiando le carte», che «attendono notifiche» e che si sono già «rivolte ai legali».
«Siamo sorpresi dalle dichiarazioni e stiamo approfondendo i documenti», si legge nella nota di Assodelivery, l'associazione di cui fanno parte anche due dei gruppi interessati dall'inchiesta, ossia Uber Eats e Glovo (l'altro è Just Eat).
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Medesima la posizione di Deliveroo Italy: «I documenti trasmessi fanno riferimento a vecchi contratti: dal novembre 2020, infatti, i contratti dei rider che collaborano con noi sono disciplinati dal Ccnl Rider».
Ovvero il contratto nazionale di categoria - primo ed unico in Europa - firmato a settembre da Assodelivery con Ugl. Un'intesa che ora le Rider union si preparano a contestare assieme ai confederali nella manifestazione del 26 marzo. Il senatore di Fi, Maurizio Gasparri, auspica che «il governo si attivi per la loro regolarizzazione». Ma i giuslavoristi invitano alla cautela.
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«L'ipotesi che ai rider possa essere applicato il lavoro subordinato è deflagrativa: il rischio», spiega Roberto Pessi, prorettore alla Didattica della Luiss G.Carli, «è che vengano assunti per poi essere licenziati subito dopo». Diversa la strada da seguire per Pietro Ichino secondo cui «si deve passare dalla contrattazione collettiva» per questo è bene che i confederali riaprano con «Assodelivery il discorso sul Ccln, perfezionando quello già firmato con Ugl». Perché qualcuno cambi contratto e venga assunto.
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