HO SPOSATO UNA “LUCCIOLA” - LA STORIA DI MARCO, UN 52ENNE OPERAIO DI PARMA, CHE RACCONTA A “LA ZANZARA” IL SUO AMORE CON UNA PROSTITUTA NIGERIANA DI CUI ERA CLIENTE: “E’ ARRIVATA SUI BARCONI, MANDATA PER FARE LA BATTONA - PAGAVA IL PIZZO ALLA MAMANA ED E’ STATA LIBERATA GRAZIE AL RE DI BENIN CITY CHE UN GIORNO HA ANNULLATO TUTTI I RITI VOODOO CHE TENEVANO PRIGIONIERE LE RAGAZZE…”. “L’HO SPOSATA TRE ANNI FA CONVINCENDOLA CHE…”
“Sono sposato da tre con una nigeriana che ho conosciuto tre anni fa sui marciapiedi. Una prostituta. La frequentavo da cliente, certo. Mi chiedeva poco, poveretta. Trenta, quaranta euro”. Inizia così la telefonata di Marco, un impiegato 52enne di Parma, a La Zanzara su Radio 24. Come è arrivata in Italia tua moglie?: “Sui barconi, da clandestina e irregolare. Con il miraggio di una di queste mamana, di queste pappone che gestiscono la vita di ‘ste ragazze che illudono dicendo ‘vieni in Europa che in Europa ci sono i soldi…Non ha solo dovuto pagare, ma fare un debito lungo, una specie di mutuo sulla fiducia, sull’onore. Purtroppo è così…”.
“In pratica – dice – è venuta qui a fare la puttana e poi è rimasta con un debito da pagare”. L’hai conosciuta andando a puttane?: “Sì, anche se non sono uno seriale. Ma andavo, sì. Una sera ho incontrato questa ragazza qua con la quale è scattato, come può scattare con una commessa al supermercato, un meccanismo che dici Dio, mi piace questa qui. E da lì abbiamo incominciato a frequentarci”.
E poi?: “E poi da buonista un po’ rock ho fatto di tutto per toglierla da quel mestiere lì, perché mi piaceva e mi piace anche adesso che è mia moglie ed è ingrassata venti chili. Quando lei è arrivata qui in Italia dalla Nigeria era magretta, magra magra magra, poi si è accasata, ha cominciato a mangiare…Eh sì, è ingrassata. Insomma la mia storia è quella di uno che andando a prostitute ha incontrato una che gli è piaciuta più delle altre. E secondo me ho fatto una cosa bella, non me ne vanto ma non mi vergogno di essere andato a prostitute”.
“L’ho aiutata sin dal primo giorno che ci siamo ritrovati a stare insieme – racconta - e non è stato semplice perché queste persone qua prima di mollare…non chiamiamolo un lavoro sicuro perché lavoro è una brutta parola in quei casi non è un lavoro ma uno sfruttamento, e prima di sottrarsi dalle grinfie di questa mamana, per me è stata dura. L’ho dovuta convincere. Con me poteva fare una vita normale, niente di più. Però poteva avere la sicurezza di stare in una casa, pianificare un vago futuro per cui probabilmente era arrivata in Europa. Non è l’oro, ma una vita normale. Io sono uno che guadagna 1200 euro al mese”.
Come funzionava il suo debito?: “Il meccanismo è curioso con le nigeriane. Loro hanno le pappone. Io non posso sapere se c’è un’organizzazione ben strutturata o altro. Vi racconto solo l’episodio, di come è finito il debito di questa ragazza nel giro di pochi secondi. Un bel giorno su internet una figura importante di Benin City che è la città in Nigeria da dove proviene mia moglie, lo chiamano il Re, ha riunito a sé questi preti che fanno riti voodoo…questo signore credo che abbia avuto anche un ruolo nell’ambasciata nigeriana in Italia o roba del genere…ed ha fatto una fatwa via internet dove ha detto basta, è uno scandalo, ha annullato tutti i voodoo, tutti questi riti fatti con le varie ragazze. E tutte quelle che arrivavano da Benin City da quel giorno lì, compresa mia moglie…si sono liberate”.
A chi pagava il pizzo tua moglie?: “A una signora qui in Italia, questa mamana. Ma era tutto collegato con la Nigeria. L’hanno fatta arrivare in Italia per prostituirsi, perché lei in Nigeria faceva un lavoro normale mica la mignotta”. “Tre anni fa quando mi sono fidanzato – racconta ancora – mia madre era furibonda, la guardava come un bego nella minestra, poi pian piano l’ha conosciuta e adesso stravede per lei…prepara le lasagne e le mette nel freezer sai per chi? Non per me, ma per lei”.
nigeriane costrette a prostituirsi a torino
“Non sono benefattore di un cazzo – spiega ancora - perché lo faccio un po’ per me e un po’ per lei. Ho 52 anni e lei 27, un pezzo di figliola incredibile alta un metro e 75. I suoi occhi sono quello che probabilmente mi ha fatto andare nel minuto successivo all’atto sessuale a pagamento…mi ha fatto scattare il meccanismo di dire no, c’è qualcosa di più. Poi per un periodo ha continuato a fare la prostituta e io bruciavo come un falò. Ho fatto di tutto e di più per toglierla da quel contesto lì. Ma nell’ambito del lecito, non ho mai fatto del male a nessuno. Sono veramente un tranquillissimo operaio a 1200 euro al mese. Sono l’ultimo degli sfigati, per capirci”.