caldo record alla mecca

PIÙ DEL CALDO POTÈ L’AVIDITÀ DELL’UOMO – LA STRAGE DEI PELLEGRINI ALLA MECCA STA SCOPERCHIANDO IL VASO DI PANDORA DEI VIAGGI VERSO LA META RELIGIOSA: C’È UN BUSINESS DA 15 MILIARDI DI UN’ORGANIZZAZIONE MULTIMILIARDARIA CHE GRAVITA INTORNO ALL’HAJJ E AGENZIE CHE OFFRONO PREZZI PIÙ BASSI DI QUELLI UFFICIALI, MA NON DANNO ALCUNA ASSISTENZA AI PELLEGRINI -  IL PRIMO MINISTRO EGIZIANO MOSTAFA MADBOULY HA ORDINATO IL RITIRO DELLE LICENZE A 16 AGENZIE DOPO CHE SONO MORTI 658 CITTADINI EGIZIANI E…

Estratto dell'articolo di Marta Serafini per www.corriere.it

 

caldo record alla mecca 9

Da un lato un’organizzazione multimiliardaria che fa gravitare intorno all’Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca, un vero e proprio sistema di business da 15 miliardi di dollari, dall’altro agenzie che offrono viaggi a prezzi ben più bassi di quelli ufficiali. In mezzo, più di mille pellegrini morti di caldo, partiti per celebrare la festa del sacrificio e onorare uno dei cinque pilastri dell’Islam e diventati vittime sacrificali del cambiamento climatico ma soprattutto dell’avidità degli uomini.

 

caldo record alla mecca 8

Ieri - dopo giorni di tensioni - il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly ha ordinato il ritiro delle licenze a 16 agenzie di viaggio e ha deferito i loro dirigenti alla procura per aver facilitato illegalmente il viaggio dei pellegrini alla Mecca chiedendo che siano obbligate a pagare un risarcimento alle famiglie. Secondo i diplomatici, gli egiziani morti sono 658, 630 dei quali pellegrini non registrati.

 

I permessi per l'Hajj vengono assegnati ai Paesi con un sistema di quote e distribuiti tramite una lotteria. Ma anche con il lasciapassare ufficiale, un «pacchetto Hajj» dall’Egitto costa tra i 5.000 e i 9.000 dollari, prezzo fuori dalla portata della maggior parte degli egiziani.

 

caldo record alla mecca 7

L’Arabia Saudita ha fissato una quota di 72 mila visti Hajj dall’Egitto per il 2023, ma solo in 32 mila hanno avuto il permesso. Questo divario evidenzia le difficoltà che gli egiziani devono affrontare. Inoltre il percorso irregolare, che può far risparmiare migliaia di dollari ai pellegrini, è diventato sempre più popolare dal 2019, quando, dopo il Covid, l’Arabia Saudita ha introdotto un visto turistico che ha reso più facile l’ingresso nel regno del Golfo.

 

Chi entra con il visto turistico e non con il permesso per il pellegrinaggio non può però accedere a tutta una serie di servizi di ristoro: tende refrigerate, assistenza medica e logistica. Spesso anziani e privi di mezzi, dopo aver racimolato i loro risparmi per assolvere ad un dovere religioso, i pellegrini si sono trovati di fatto in una trappola rovente, con temperature che quest’anno hanno superato i 50 gradi. Inoltre, alcuni partono proprio verso la fine della loro vita sperando di essere seppelliti alla Mecca, dato che spiega i numeri così alti di decessi.

caldo record alla mecca 6

 

Uno dei momenti più critici è stato sabato scorso, quando i pellegrini si sono riuniti per ore di preghiera sotto il sole cocente sul monte Arafat, e domenica, quando hanno partecipato alla «lapidazione del diavolo», rituale a Mina.

[…]

La questione ovviamente non riguarda solo l’Egitto. Venerdì la Giordania ha dichiarato di aver arrestato diversi agenti di viaggio anche loro accusati di aver facilitato il viaggio alla mecca. Nel frattempo, il presidente tunisino Kais Saied ha licenziato il ministro degli Affari religiosi dopo che i media locali hanno riferito della morte di 49 tunisini, molti dei quali erano pellegrini non registrati.

caldo record alla mecca 5caldo record alla mecca 4

[…]

caldo record alla mecca 1caldo record alla mecca 2caldo record alla mecca 10caldo record alla mecca 11caldo record alla mecca 3

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…