bonami bandiera schiavisti

“VIA LA BANDIERA DEGLI SCHIAVISTI DALLA SPIAGGIA”: LA DENUNCIA DI FRANCESCO BONAMI - ALLA RICHIESTA DELLA MOGLIE AFROAMERICANA DEL CRITICO D'ARTE DI RIMUOVERE IL VESSILLO SUDISTA IL BAGNINO HA REPLICATO: "MI PIACEVA IL DESIGN" - BONAMI: “ANCHE LA SVASTICA HA UN BEL DESIGN”

BANDIERA SCHIAVISTI VERSILIABANDIERA SCHIAVISTI VERSILIA

Francesco Bonami per “la Repubblica”

 

Caro direttore, ieri mia moglie, afroamericana, negra per usare un’orribile parola purtroppo meglio comprensibile ai più, arrivando in spiaggia in Versilia ha visto sventolare sul pennone del bagno vicino una bandiera dei Confederati, quelli per capirsi che “spalleggiavano” la schiavitù nella guerra civile americana. Per un nero americano quella bandiera equivale alla croce uncinata per un ebreo.

 

Sentendosi oltraggiata ma anche profondamente triste ha chiesto spiegazioni di come fosse possibile una cosa del genere. Il responsabile della cosa prima ha detto che gli piaceva il design - anche la svastica nazista ha un bel design - poi ha ammesso di non saper bene cosa significava e infine, grazie al cielo scusandosi ha ammainato il vessillo.

 

 

Nonostante quello che accade negli Stati Uniti in questi giorni per noi italiani è ancora difficile prendere sul serio il valore e di certi simboli e di certe parole con le quali non abbiamo familiarità. Il paradosso è che pur non conoscendo bene il significato che certe parole e simboli hanno per gli altri spesso li utilizziamo con pericolosissima disinvoltura. È difficile e a volte incredibile per noi italiani capire cosa voglia dire essere vittime del razzismo anche senza dove essere dei diseredati.

FRANCESCO BONAMIFRANCESCO BONAMI

 

Non capiamo cosa significhi non essere fatti entrare in un ristorante a Firenze, è accaduto sempre a mia moglie, sua madre e mia figlia, per il colore della pelle. Ci sembra impossibile che in un negozio Nike a Milano, un’azienda che basa la propria immagine sugli atleti afroamericani, il personale obblighi un cliente, sempre mia moglie, a svuotare la borsa semplicemente perché la sua pelle la fa essere un soggetto sospetto. Eppure accade.

 

Negli Stati Uniti ma anche in Inghilterra quando queste cose accadono non sono ignorate come spiacevoli incidenti da sorvolare ma provocano dei terremoti che portano al licenziamento di dirigenti di azienda e a volte al crollo delle azioni di un marchio. Proprio loro, direte voi, che sono i più razzisti di tutti. Sì, proprio loro.

 

Vivendo il razzismo come una piaga aperta che distrugge la società civile sanno che non si può avere nessuna indulgenza con le parole i gesti e i simboli che impediscono a questa piaga di rimarginarsi.

 

CALDEROLICALDEROLI

Quindi se qualcuno usa parole come scimmia, baluba, orango (l’ex ministro Calderoli nei confronti di un ministro nero), brutto negro o mette fuori dal negozio la bandiera degli schiavisti, nei paesi anglossasoni subisce conseguenze gravissime, personalmente, economicamente, legalmente. L’Italia che sempre di più sta trasformandosi in un paese multiculturale ha l’obbligo morale e civile di iniziare a stabilire regole e leggi che proteggano i cosiddetti ”altri” ma anche noi stessi.

 

Il razzismo non è solo una questione di pelle ma anche di scelte sessuali e di vita. Per potere affrontare il nostro futuro destinato a riempirsi di enormi diversità dobbiamo non individualmente ma collettivamente e politicamente essere, sembra una contraddizione ma non lo è, intolleranti contro l’intolleranza.

 

Dobbiamo scrivere in modo chiaro che nessuna forma di violenza, verbale, fisica e visiva, contro chi riteniamo diverso da noi, sarà tollerata dalla legge e dalla società civile.

BANDIERA SCHIAVISTI VERSILIABANDIERA SCHIAVISTI VERSILIA

 

Chi, senza arrivare al tragico estremo caso di Fermo, non accetterà questo idea di civiltà, subirà conseguenze delle quali sarà costretto a pentirsi, non solo come essere umano ma anche come cittadino.

 

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