MARONNA MIA! - A VIGEVANO GAY-RICATTO AL 70ENNE RETTORE DEL SANTUARIO DI GARLASCO: DUE GIOVANI ROMENI MINACCIAVANO DI DARE ALLE “IENE” I FILMATI DEI LORO FROCIOFESTINI

Claudio Bressani per "La Stampa"

 

Una valigetta con 250 mila euro in cambio del silenzio sul coinvolgimento in festini gay di uno dei sacerdoti più in vista della diocesi di Vigevano, il rettore del santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco. Altri 250 mila euro, perché le prime richieste estorsive sarebbero state soddisfatte, salvo convincere il vescovo a sporgere denuncia di fronte alle continue e sempre più esose pretese.

 

santuario della madonna della bozzola a garlascosantuario della madonna della bozzola a garlasco

All’appuntamento per la consegna del denaro sabato mattina negli uffici della Curia i due ricattatori, giovani romeni, residenti a Vigevano, si sono presentati vestiti da preti. Indossava l’abito talare anche il maresciallo che li ha arrestati. In carcere per estorsione: Flavius Alexa Savu, 33 anni, disoccupato, incensurato, e Florin Tanasie, 22, uno che fino allo scorso anno campava rubando batterie usate (arrestato, patteggiò 6 mesi). Ma l’indagine dei carabinieri del capitano Rocco Papaleo è solo agli inizi.

 

I due rumeni minacciavano di rendere pubbliche in tv, in particolare a “Le Iene”, le registrazioni di telefonate di contenuto erotico e anche filmati (le prime sono state trovate, i secondi no, forse erano solo millanterie) che coinvolgono don Gregorio Vitali, 70 anni, dal 1990 rettore del più importante santuario mariano della diocesi.

 

Alle Bozzole di Garlasco tutti gli anni il 13 agosto si celebra una funzione in suffragio di Chiara Poggi, ma soprattutto ogni mercoledì sera si danno appuntamento centinaia di fedeli per partecipare a una messa «con preghiera di guarigione e liberazione» che somiglia molto a un esorcismo.

 

santuario della madonna della bozzola a garlasco 2santuario della madonna della bozzola a garlasco 2

Il ricatto durava da almeno un anno. All’inizio don Gregorio avrebbe accettato di pagare per mettere tutto a tacere. I carabinieri stanno verificando la consistenza dei versamenti e da dove arrivasse il denaro. Probabilmente dalle risorse dello stesso santuario, dove c’è un consistente flusso di euro, per le offerte e donazioni e per le attività commerciali collegate, come la vendita di santini e souvenir religiosi.

 

Ma gli estorsori hanno commesso l’errore di non accontentarsi. Illusi forse dal ruolo di intermediario che da un certo momento in poi ha assunto don Paolo Scevola, 35enne promotore di giustizia del tribunale diocesano di Vigevano ma anche con importanti incarichi in Vaticano: dal febbraio 2012 è stato segretario del cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria, cioè l’antiriciclaggio della Santa Sede. Cinque mesi fa Nicora ha chiesto di essere sollevato dall’incarico e da maggio Scevola è passato agli Affari generali della Segreteria di Stato.

don gregorio vitalidon gregorio vitali

 

I carabinieri hanno accertato che uno dei romeni ha fatto almeno due viaggi a Roma per incontrare don Scevola. Non sapendo che nel frattempo il vescovo Maurizio Gervasoni aveva deciso di denunciare i ricatti, cui non era più possibile far fronte. Don Scevola era presente all’appuntamento-trappola per la consegna del denaro.

don gregorio vitali don gregorio vitali

 

C’era anche don Gregorio, poi allontanato da Garlasco, ufficialmente per motivi di salute. Non ha nemmeno celebrato i due matrimoni in programma nel fine settimana: al suo posto è stato mandato un altro sacerdote. Non è comunque accusato di reati: è stato escluso che gli incontri oggetto del ricatto coinvolgessero minori.

 

La diocesi ha commentato con un laconico comunicato diffuso ieri mattina: «Il protrarsi e il moltiplicarsi di segnalazioni di episodi di moleste insistenze nella ricerca di denaro nei confronti di responsabili di comunità cristiane e di persone fragili hanno indotto la Curia di Vigevano a chiedere la collaborazione delle Forze dell’ordine».

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