PANICO TRA I VEGANI! ARRIVA IN LIBRERIA IL LIBRO DI GIUSEPPE CRUCIANI, “FASCIOVEGANI”, IN DIFESA DELLA LIBERTÀ DI CIBO - IL CONDUTTORE DE “LA ZANZARA” METTE IN FILA LO SCIOCCHEZZAIO DEGLI ESTREMISTI DELL’ALIMENTAZIONE - LA PERLA DI RED RONNIE: “CHI MANGIA CARNE DEVE PAGARE UNA TASSA AD HOC, PERCHÉ SI AMMALA E QUINDI DEVE CONTRIBUIRE DI PIÙ”
GIUSEPPE CRUCIANI - I FASCIOVEGANI
Maria Luisa Agnese per il “Corriere della Sera”
«La vita del piccione è esattamente uguale a quella dell' uomo» (Rosita Celentano, showgirl e figlia di). «Chi mangia carne deve pagare una tassa ad hoc, perché si ammala e quindi deve contribuire di più» (Red Ronnie, dj e produttore radio). «Un topo in casa? Lo invito a uscire. Se c' è una colonia invito pure quella a uscire» (Paola Maugeri, conduttrice tv). «Non voglio avere figli perché l' uomo inquina» (Loredana Cannata, attrice). «Io non impongo niente, tollero chi è rimasto onnivoro» (Tullio Solenghi, attore comico).
GIUSEPPE CRUCIANI E LE TESTE DI AGNELLO
«Può un vegano avere una relazione sana con un onnivoro? Rispondo senza esitazione no» (Angelique Preux, blogger, Glam&Conscious). Con gioco furbetto e impietoso, Giuseppe Cruciani, diuturno provocatore della trasmissione radio 24 La Zanzara - anti-giornalista compiaciuto che per legge del contrappasso piace parecchio alla categoria - si è divertito a creare un nuovo bestiario contemporaneo, pescando negli azzardi verbali e nelle posizioni più estreme di un movimento, quello animalista, che nelle sue manifestazioni concrete invece è tutt' altro che futile e rappresenta i buoni sentimenti di molti italiani verso bestiole inermi.
GIUSEPPE CRUCIANI E LE TESTE DI AGNELLO
Troppo facile, si potrebbe obiettare, fare di tutto ciò una marmellata anti-politically correct ma Cruciani, con la foga che lo contraddistingue, sostiene di aver scritto un libro contro il pregiudizio, Fasciovegani (editore La nave di Teseo), che nel sottotitolo denuncerebbe appunto le sue intenzioni, quasi un manifesto: Libertà di cibo e di pensiero. «Questo è un libro sul bene più prezioso che abbiamo, la libertà». A cominciare da quella che riguarda il cibo.
E in nome di ciò Cruciani come una fiera va a caccia di pensieri deboli nel movimento e mette alla berlina gli eccessi animalisti, rendendo in fondo quasi automatica e macchiettistica una tradizione più nobile e filosofica di ribaltamento della realtà, quella che dal carnevale arriva ai situazionisti.
Così facendo si autoincorona Reginetto del politicamente scorretto, sempre giocando a rivoltare i luoghi comuni e andando a pescare sul crinale più estremo del movimento, Cruciani arriva a paragonare i suoi Fasciovegani a Pol Pot, leader dei khmer rossi cambogiani che negli anni Settanta ambivano, con feroce rivoluzione comunista, a creare un uomo nuovo: anche qui si tratta scrive Cruciani di «forgiare un uomo nuovo, cambiare la mentalità degli esseri viventi del pianeta, annullare le diversità in nome dell' uguaglianza assoluta fra uomo e animale», depurandolo dal cibo inquinato l' uomo ne esce fuori resettato, rimesso a nuovo. Sono i vegani che si autodefiniscono etici, dice Cruciani, quelli che azzardano il paragone impossibile, quello per cui l' olocausto è stato meno grave di quello che succede nei macelli odierni.
cruciani con il salame anti vegani
Tutto in nome della libertà, dunque. E speriamo che alla fine di questa cura d' urto, il lettore ne esca davvero più libero, scansando gli opposti pregiudizi. Sempre ricordando che la libertà di espressione (il solito Voltaire, profeta di tolleranza assoluta, docet) vale a 360 gradi. Anche per chi come il cantante Povia ama i piccioni e gli altri animali.