ATTENTI, È ARRIVATO IL CASTIGAMATTI! - CAIRO: ''VOGLIO TUTTE LE DELEGHE IN RCS''. URBANETTO SPULCERÀ OGNI EURO IN USCITA DAL 'CORRIERE' E IMPORRÀ UNA DRASTICA RIDUZIONE DELLE SPESE, COME HA FATTO A LA7 - ''MA NON TOCCHERÒ LA LINEA EDITORIALE DEL QUOTIDIANO, SAREBBE FOLLE''
1.RCS: CAIRO, MENO SI VEDE MIO ARRIVO A CORSERA E MEGLIO È
(ANSA) - Urbano Cairo ritiene che "trasformare il Corriere della Sera in un giornale tabloid sarebbe la cosa più pazza che uno potrebbe fare, come intervenire sulla linea politica editoriale. Penso che meno la gente si accorge che sono arrivato e meglio è", ha detto nel corso dell'assemblea della Cairo Communications dopo la vittoria dell'Opas su Rcs. "O meglio, se la gente se ne accorge perché il giornale è più ricco, è più bello, ha più argomenti di cui parla, allora bene - ha aggiunto -.
Se invece è perché dice 'questo giornale una volta non avrebbe avuto questo atteggiamento, ora che succede' sarebbe un problema. Ho già detto - ha ricordato Cairo - che Luciano Fontana è un bravo direttore che conosce molto bene il Corriere, è al Corriere da 18 anni, ha fatto tutta la gerarchia, conosce la macchina. Poi tutto si può migliorare, credo sia importante la presenza di un editore che si confronta dialetticamente con il direttore" anche per dare investimenti.
andrea montanari @IlMontanari
#Cairo : ho visto cose nei bilanci #RCS che voi umani... (es: 55 mln x consulenze e prestazioni professionali)
2.CAIRO: VOGLIO TUTTE LE DELEGHE IN RCS
Paola Valentini per www.milanofinanza.it
"Sarò in prima linea in Rcs , sicuramente ciò che voglio fare è avere tutte le deleghe". Così Urbano Cairo entrando all'assemblea staordinaria della sua Cairo Communication . Quanto all'esito dell'offerta, l'editore ha parlato di "un risultato che va oltre le aspettative più rosee. C'era da parte dei fondi una buona predisposizione, ora bisogna fare un grande lavoro in azienda.
Infine gli avversari: "Non ho parlato direttamente con Bonomi", ha concluso, dopo che questa mattina Imh ha comunicato il ritiro dall'Opa, "ma con altri componenti della cordata, saranno dei compagni di viaggio".
All'avvio dei lavori assembleari sono presenti in proprio o per delega azionisti rappresentanti il 78,5% del capitale. Dalla lettura del libro soci non emergono modifiche: Ut Belgium Holdings al 15,71%, Urbano Cairo al 12,38% e Ut Communications al 44,87%.
Intanto gli analisti provano a disegnare il futuro del gruppo Rcs . La decisione resa nota stamani di Andrea Bonomi di non ritirare il 12,9% apportato alla sua opa "elimina le incertezze sulle possibili pendenza legali dell’operazione e crea le premesse per un controllo ancora più saldo da parte di Cairo".
urbano cairo diego della valle
E' quanto fanno notare gli analisti di Icbpi che entrano nel merito dei possibili ricorsi legali ipotizzati la scorsa settimana dopo che Urbano Cairo si è aggiudicato il controllo di Rcs con il 48,8%. "Il risultato è stato raggiunto grazie anche all’acquisto ai blocchi da parte di Ut Communications, holding di Cairo, di un pacchetto corrispondente al 4% del capitale di Rcs a 1 per azione, contestualmente apportato all’offerta", aggiunge Icbpi.
E ora ci si inizia a chiedere quanti azionisti che avevano aderito all'offerta di Bonomi cederanno le azioni a Cairo. Per il broker "l’andamento del titolo Rcs , senza il sostegno delle offerte e, ora, senza appeal speculativo, potrebbe spingere verso Cairo gran parte del pacchetto apportato all’opa, per una partecipazione complessiva che potrebbe avvicinarsi alla soglia del 61,8%". A Piazza Affari alle ore 11 il titolo Rcs fa segnare un ribasso del 5,3% a 0,89 euro.
Gli azionisti Rcs che hanno aderito all'opa cash di 1 euro per azione di Bonomi hanno cinque giorni di tempo per consegnare i titoli a Cairo (a partire dalla comunicazione definitiva delle adesioni all'opas attesa entro le 7.59 di giovedì 21 luglio).
Alla scadenza delle offerte, venerdì scorso, le adesioni all’opas di Cairo sono risultate pari al 48,8% del capitale, contro il 37,7% raggiunto dall’opa di Bonomi. Il divario è stato piuttosto ampio tenuto conto che la holding guidata da Bonomi partiva già dal 22,6% (arrotondato al 24,8% durante l’opa) a fronte dell’8,9% a disposizione di Cairo, sommando la quota dell’advisor a quella detenuta a titolo personale da Cairo.
Icbpi non ha espresso un target price sul titolo Rcs , mentre Banca Akros stamani lo ha alzato da 1 a 1,05 euro. "Crediamo che la creazione di valore si materializzerà", spiega Akors, "anche se comunque il potenziale di rialzo non è spettacolare tenuto anche conto che oggi il titolo Rcs quota il doppio rispetto al livello del 10 aprile quando Cairo ha lanciato la sua prima offerta".
MARCO TRONCHETTI PROVERA ALBERTO NAGEL E ANDREA BONOMI FOTO BARILLARI
Gli analisti di Akros hanno incrementato il prezzo obiettivo pensando alle "prospettive industriali" e suppongono che Cairo abbia abbastanza potere da prendere il controllo del management della società e "implementare il taglio dei costi promesso" anche se per il momento non hanno ancora inglobato nelle proprie stime la fusione tra Rcs e Cairo.
Mentre Equita Sim, che su Cairo Communication mantiene il rating buy e il prezzo obiettivo a 5,5 euro (e che è stata advisor dell'opas) sottolinea che "nell'ipotesi che Cairo conquisti circa il 60% del capitale di Rcs calcoliamo le seguenti grandezze rilevanti: aumenterebbe significativamente la capitalizzazione di mercato a circa 590 mln (dagli attuali 344 mln) per l'aumento di capitale a servizio degli azionisti Rcs concambiati, controllerebbe circa il 46% di Cairo (dal precedente 73,8%) ed il restante capitale sarebbe in buona misura flottante. Cairo dovrebbe pagare il contributo cash agli aderenti all'opas per circa 78 mln e calcoliamo la liquidità di Cairo di circa 96 mln prima del pagamento".
Equita poi calcola che i multipli consolidati della nuova Cairo/Rcs sarebbero al 2018, con stime prudentemente dell'11% inferiori a quelle di piano che prevedono un Ebitda 2018 di 215 mln: p/e 11 volte, ev/ebitda 5,7 volte, yield dei flussi di cassa dell'8%.
"Per gli azionisti Rcs che hanno aderito all'Opas o che aderiranno nei prossimi giorni, i multipli sarebbero inferiori del 20% circa rispetto a quelli indicati sopra essendo per essi il prezzo di ingresso abbassato dal contributo cash di 0,25 centesimi per azione Rcs , cioè avranno in mano una grande Cairo con i multipli elencati ed anche un gruzzolo cash pari a circa il 23% della posizione", afferma Equita Sim.
"Se tutti gli azionisti che hanno consegnato le azioni a Imh (holding di Bonomi, ndr) le daranno ora a Cairo, escludendo quelle dei partner principali, il costo totale dell'offerta si accrescerebbe a 81 milioni e la quota di Cairo nel suo gruppo scenderebbe al 47,8%".
3."FORMULA URBANO": TAGLI E NUOVI PRODOTTI - IN UN ANNO LA7, COMPRATA NEL 2013, È PASSATA DA UNA PERDITA PLURIENNALE A CONTI IN PAREGGIO
MAURIZIO COSTA LAURA CIOLI RICCARDO TARANTO
Sara Bennewitz per ''la Repubblica''
La Cairo Communication di Urbano Cairo piace agli investitori ed ha quindi quotazioni con multipli superiori alla media di mercato perché è un' azienda che ha saputo creare valore, è cresciuta in anni in cui il mercato pubblicitario si contraeva, ha sempre avuto una gestione oculata della cassa e ha saputo trovare un giusto equilibrio tra investimenti e dividendi.
Solo che se finora Cairo ha gestito un gruppo da 260 milioni di ricavi, l' avventura RcsMediagroup (un miliardo di fatturato nel 2015) proietta l' azienda in un' altra dimensione, e Cairo - dicono gli investitori che lo conoscono da anni - è un imprenditore che ha il pregio di metterci la faccia, ma ha il difetto di non sapere delegare. Detto questo, la sua azienda che ai tempi dell' Ipo del 2000, fatturava 119 milioni e ne faceva 6,6 di utili, quest' anno ha più che raddoppiato i ricavi con 11,1 milioni di profitti e 17 milioni di margine lordo.
Lo stesso livello di Rcs - prima degli oneri di ristrutturazione- a dispetto del fatto che il gruppo che edita il Corriere vende quattro volte di più. Partendo da un contratto per la raccolta pubblicitaria, nel 2013 Cairo ha rilevato la7, ha partecipato e vinto l' asta dei multiplex digitali rendendo l' emittente tv indipendente anche dalle frequenze dell' ex casa madre Telecom.
In un anno di gestione di la7 - che sotto la guida della Telecom aveva collezionato perdite per 13 anni - ha raggiunto il pareggio e i 100 milioni della dote del gruppo telefonico sono ancora intatti dentro la Cairo Communication. Inoltre dicono gli analisti, in anni di grandi cambiamenti per tutto il settore editoriale Cairo è stato bravo a fermarsi in tempo quando qualcuno dei suoi investimenti è andato storto. Come quando aveva provato a lanciare la sua società degli elenchi telefonici per fare concorrenza a Seat.
L' Italia però è un Paese speciale, i colossi esteri che spesso proliferano con film serie televisive e format, hanno avuto meno fortuna nel comparto dei settimanali di informazione e sui patinati.
E così il corrispettivo di giganti esteri come Netflix, vale a dire le Hearst e Condé Nast, sono sì riusciti a fare breccia nelle edicole con i loro patinati, mentre Mondadori e Cairo Communication hanno lanciato nuovi prodotti, attenti ai consumi locali, che in qualche caso fortunato - come Grazia - sono addirittura esportati. All' estero però la Cairo Communication, dicono gli esperti, non si è ancora mai avventurata. Per questo sarà importante capire come l' imprenditore affronterà la sfida delle attività spagnole di Rcs.
Se poi tutti gli analisti riconoscono a Cairo di essere stato molto bravo a innovare la sua offerta nei magazine - lanciando testate di successo come Diva& Donna - con la7 l' imprenditore ha brillato più che altro sul lato del taglio costi. E ora che insieme alla Rcs, la Cairo esordirà anche con i quotidiani, l' imprenditore dovrà dimostrare di saper tagliare i costi mentre aumenta anche i ricavi.