1- CHE BELLO, DA QUALCHE PARTE SI VOTA! L’EURODITTATURA MERKOZY FORSE ANDRÀ IN CANTINA E CHISSÀ CHE NE DIRANNO I FAMOSI MERCATI E I TENUTARI DELLE MONETE DI RISERVA 2- GODE ALLA FRANCESE CULATELLO BERSANI. BENE, QUINDI SI VA A VOTARE O CONTINUI A CAGARTI SOTTO? “NO, HO DATO LA MIA PAROLA, LA FEDELTÀ AL GOVERNO MONTI FINO ALLA FINE DELLA LEGISLATURA È FUORI DISCUSSIONE”. CAPITO? LO SMACCHIATORE DI GIAGUARI HA DATO LA SUA PAROLA. MA A CHI E, SOPRATTUTTO, PER CONTO DI CHI? 3- SUL CORRIERE ANCHE ASPENIO LETTA TRANQUILLIZZA I DANTI CAUSA DEL RIGOR MONTIS: “BENE, MA IN ITALIA NON SI VOTI SUBITO. IL DIALOGO CON I MODERATI RESTA DECISIVO” 4- MA QUANTO DEV’ESSERE BRUTTO VIVERE CON COSÌ TANTA PAURA DENTRO? PIERGRULLO BERSANI, ENRICHETTO LETTA E IL MAGO DALEMIX SONO COME QUEI PORTIERI CONTENTI DI RESTARE IN PANCHINA, O QUEGLI STUDENTI CHE RIMANDANO DI CONTINUO L’ESAME. MA QUANTO CAZZO MALE VIVONO, NON POTENDO CAMBIARE MESTIERE?

A cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS

1 - LA FRANCIA E I GUARDONI...
Che bello, da qualche parte si vota! L'eurodittatura Merkozy forse andrà leggermente rivista con la Merkollandia e chissà che ne diranno i famosi mercati e i tenutari delle monete di riserva. Sul Giornale, pezzo fuori linea (monetaria) unica di Renatino Brunetta: "Il mondo smaschera i trucchi della Merkel. E' l'ora degli Eurobond. Scoperto l'egoismo dei tedeschi, che hanno tratto vantaggi dalla crisi. Fmi in pressing: la Germania ceda sui titoli comunitari non speculativi" (p. 6). Ma a noi piace volare ancora più basso e quindi vai con quel che resta del Piddì.

Gode alla francese Culatello Bersani, che intervistato con domande a piacere su Repubblica per un'intera pagina (sarebbero bastate 20 righe), esulta così: "Cambia il vento anche da noi, la vittoria socialista è un segno e Monti ne deve tenere conto" (p. 7). Bene, quindi si va a votare o continui a cagarti sotto? "No, ho dato la mia parola, la fedeltà al governo Monti fino alla fine della legislatura è fuori discussione". Capito? Ha dato la sua parola. Ma a chi e, soprattutto, per conto di chi? Sul Corriere invece si fa intervistare Aspenio Letta e anche lui tranquillizza i danti causa del Rigor Montis: "Bene, ma in Italia non si voti subito. Il dialogo con i moderati resta decisivo" (p. 6).

Al di là della politica, di cui i modesti curatori di questa rassegna capiscono ben poco, ma quanto dev'essere brutto vivere con così tanta paura dentro? Bersani, Letta jr e Dalemix sono come quei portieri contenti di restare in panchina, o quegli studenti che rimandano di continuo l'esame. Ma quanto cazzo male vivono, non potendo cambiare mestiere?
Poi c'è il caso, non meno clinico, del narcisista senza casa (partitica) Giulietto Tremontino.

Grazie a un pugno di giornalisti affascinati dalla sua erre moscia e dalle troppe citazioni, il tributarista della Valtellina ha fama di un uomo d'ingegno e di buone letture e da anni ci fa pesare di aver letto perfino i Prolegomeni del Capitale di Marx. In ragione di ciò, costui può dire e fare tutto e il contrario di tutto.

Sulle presidenziali francesi, il Mago Tremontino, forse per dimenticare l'umiliazione della "spending review" di Dumbo Giarda, consegna a Lucy-Oil Annunziata il suo fondamentale endorsement a Hollande: "Non condivido le sue posizioni sulla parte dell'immigrazione, ma tutta la politica economica, che dovrebbe cambiare in meglio l'Europa, sì". E si fa sbertucciare perfino da Stefano Fassina (pd): "Il trasformismo culturale e l'opportunismo politico esibito senza pudore dall'ex ministro Tremonti è tra le ragioni fondamentali del discredito della politica" (Repubblica, p. 6).

Un discredito al quale danno una buona mano i giornali. Oggi, per esempio, la Stampa riesce a intervistare in un colpo solo tre personaggi zero rappresentativi e complessivamente bolliti come Antonio Martino, "il senatore Morando" e l'avvocato calabrese Mariastella Gelmini. Poi dicono che la gente corre velocemente alle pagine sportive.

2 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
"Benzina, biglietti aerei, rifiuti. La carica delle cento micro-tasse. Dalla Tarsu alle accise, ecco i veri conti del fisco per il 2012" (Corriere, p. 11). Anche i giornali allineati con il Rigor Montis cominciano a raccontare ciò che i loro lettori già sanno perfettamente. Mentre per fortuna i sindacati tentano di tenere alta l'attenzione sullo sconcio dei cosiddetti esodati, fregati due volte: dalle loro aziende e dalla Fornarina del Canavese.

Sul Corriere, Lorenzo Salvia racconta molto bene la storia di un quadro di primo livello della Poste: "Io, esodato, pago 50 mila euro per andare in pensione. Ho davanti a me cinque anni senza alcun reddito. E dire che dopo il ritiro volevo fare un viaggio a Dublino per festeggiare'. Gennaro Casafina, 57 anni, dipendente delle Poste, lascia il posto a ottobre, da marzo è senza stipendio".

Vive a Torino "ed è meglio non ricordargli che il ministro Fornero ha detto di comprendere l'ansia degli esodati. "Volevo essere lì a tirarle le uova. L'ansia non si comprende, bisogna viverla. Ti toglie il sonno, la voglia di andare avanti, ti fa venire in mente l'idea di gesti estremi" (p. 11). Sulla Stampa, Walter Passerini scrive: "Esodati e beffati, quanti sono e chi se la caverà. Stime accreditate parlano di 341 mila. I soldi ci sono per 65 mila. E gli altri? La guerra delle cifre continua, resta il rebus delle risorse" (p. 26).

3 - IL MONDO ALL'INCONTRARIO...
"E ora Elsa chiede una tregua: ‘Troppe proteste, voglio serenità" (Repubblica, p. 10). A parte che quando i giornali mettono il nome di battesimo dei potentelli di turno nei loro titoli fanno solo una gran figura di merda, ma non sarebbe la professoressa Fornero a dover dare la tregua all'Italia? Non dovrebbe cacciare quel Mastropacchia dell'Inps e rifare i conti e trovare i soldi per gli esodati? Oppure, oltre a fare danni e macelleria sociale, la signora Deaglio ci deve dettare anche modi e tempi del dibattito democratico? Oggi intanto va dagli operai dell'Alenia e anche domani ci toccherà leggere un sacco di stronzate.

4 - I FATTI SEPARATI DALLA BAVA (T'ADORIAM, MONTI DIVINO)...
"Basta voli di Stato e consulenze, a palazzo Chigi regna l'austerità per dare l'esempio ai ministri". Uh, ma che bravi. E l'articolista di Repubblica intona le salmodìe: "A dare l'esempio è la macchina di Palazzo Chigi che ha compiuto una stretta a 360 gradi sulle spese" (p. 11).

5 - CHE BOCCONI SULL'ENPAM!...
"Scandalo Empam, presidenti eterni e consiglieri bocconiani". Su Affari&Sfiganza di Repubblica (p. 5), Alberto Statera sfida il governo di Rigor Montis e gli caccia nell'occhio le gesta del bocconiano Maurizio Dellocchio e dello scajoliano Eolo Parodi. "Più che uno scandalo annunciato, quello dell'ente nazionale di previdenza di medici e odontoiatri è uno scandalo perenne da circa un ventennio. Per fortuna il governo dei tecnici saprà come intervenire con determinazione, scienza e coscienza, per evitare il crac, visto che Mario Monti in persona, un anno fa ha attentamente studiato il caso in veste di consulente di Goldman Sachs".

6 - LA DISFATTA DEI FATTI DI FORMINCHIONI...
"Clan ciellini, faccendieri, sperperi. Gli scandali del sistema Formigoni. L'enorme torta della sanità privata ha scatenato gli appetiti". Su Repubblica (p. 17), Roberto Rho accetta la richiesta del Celeste Pirellone di essere "giudicato sui fatti" e non sulle camicie a fiori. E lo riduce in briciole con una serena e argomentata paginata. "E' un male in sé il fatto che oltre un terzo delle prestazioni sanitarie in Lombardia siano erogate da ospedali e cliniche private? Naturalmente no.

E' vero, come ripete Formigoni, che nella sanità lombarda ci sono moltissimi poli di eccellenza (...) - per altro merito più dei medici che delle amministrazioni di Asl e ospedali - ma il punto è se l'eccellenza delle prestazioni autorizzi a chiudere gli occhi su ciò che è accaduto negli ultimi anni intorno alla sanità lombarda, prodotto vistoso di una progressiva degenerazione del sistema".

E Rho ricorda lo scandalo della Santa Rita, la clinica degli orrori che ne ha fatte di tutti i colori (morti compresi) pur di gonfiare i famigerati rimborsi della Regione. E poi il San Raffaele, la fondazione Maugeri e "un'area opaca nella quale imperversano faccendieri e altre figure di incerta denominazione, il cui comun denominatore è la frequentazione dell'area ciellina, la titolarità di conti esteri e società nei paradisi fiscali, l'enorme disponibilità di denaro".

7 - AGENZIA MASTIKAZZI...
Si sono rivisti a pranzo con i figli un paio di settimane fa, nella villa di Macherio, "in una casa che forse vedrà tornare Veronica Lario tra le sue amate rose Cocorico". Il Corriere delle Sciure ci informa che il Sire di Hardcore e la sua seconda signora sono vicini a un'intesa sul divorzio (p. 15). Pare che Lui si tenga l'off-shore e ne abbia di che vivere.

8 - DISECONOMY...
"Effetto 007, scontrini e fatture record. Balzo delle vendite per la documentazione fiscale, più 14%. Il primato delle estetiste. Su Internet segnalati già 84.300 esercenti che non rilasciano scontrini" (Corriere, p. 10). Ma Tremonti, anziché buttarsi sul carro di Hollande, non dovrebbe tacere e farsi un serio esame di coscienza? Ah, già, lui fa il tributarista, e il suo ex studio consigliava le grandi banche sui derivati fiscali sotto inchiesta a Milano.

9 - FREE MARCHETT...
C'è la crisi, ma non per tutti. "Così resuscito le baite perdute". Produttore di yacht, Paolo Vitelli ha trasformato Ayas, un villaggio della Valle d'Aosta. "Qui ora potrei anche ospitare la regina Elisabetta". E vince gratis un'intera pagina di pubblicità sulla Stampa (la 27).

Per proteste, suggerimenti e delazioni: colinward@autistici.org

 

 

RENATO BRUNETTA ANGELA MERKEL E NICOLAS SARKOZYPIERLUIGI BERSANIenrico lettaMASSIMO D'ALEMAGIULIO TREMONTI PIETRO GIARDA Martino AntonioMARIASTELLA GELMINI Monti - ForneroAntonio Mastrapasqua silvio berlusconi veronica lario lap01

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...