IL CINEMA DEI GIUSTI - FINE ANNO. TEMPO DI CLASSIFICHE. COMINCIAMO CON QUELLA PIÙ AGGRESSIVA, CIOÈ QUELLA PUBBLICATA SU “VULTURE” DEI 10 MIGLIORI FILM DELL’ANNO SECONDO JOHN WATERS - AL PRIMO POSTO IL DRAMA LESBO “LOVE LIES BLEEDING” , AL SECONDO POSTO IL POTENTE “QUEER” DI GUADAGNINO, AL TERZO POSTO “THE BRUTALIST” - AL SESTO POSTO “JOKER: FOLIE À DEUX”. ANCHE PER TARANTINO È UN FILM STUPENDO. "TODD PHILIPS STA SPENDENDO I SOLDI DELLO STUDIO COME LI SPENDEREBBE IL JOKER.. STA DICENDO "VAFFANCULO" AL PUBBLICO, A HOLLYWOOD E A…” - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Fine anno. Tempo di classifiche. Cominciamo con quella più aggressiva, cioè quella pubblicata su “Vulture” dei 10 migliori film dell’anno secondo John Waters. Che sembra essersi divertito parecchio al cinema. Come se tutte le polemiche sul politicamente corretto non esistessero proprio. Sembra che sia stata una stagione ultra ultra queer.
Al primo posto il drama lesbo “Love Lies Bleeding” diretto da Rose Glass, targato targato A24, già presentata al Sundance, al Festival di Berlino. Storia d’amore e di sesso tra la più minuta Kristen Stewart e la pompatissima e pericolosissima Katy O’Brien. Per Waters "Questo film noir esilarante e sanguinoso è il miglior film dell'anno, quello che Russ Meyer avrebbe potuto realizzare se fosse stato un intellettuale lesbico dipendente dagli steroidi. Anche gli uomini-maiale sono carini. Più o meno." Da noi è uscito malamente e poco visto.
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Al secondo posto il potente “Queer” diretto da Luca Guadagnino con Daniel Craig, presentato a Venezia, appena uscito in America. Da noi uscirà il 13 febbraio. “Daniel Craig potrebbe essere massacrato per aver interpretato il ruolo gay-beatnik dell'alter ego di William Burroughs, ma io sono assolutamente d'accordo. È assolutamente geniale e ha persino una scena della "palla di neve", un felice ricordo di un atto sessuale che avevo dimenticato da tempo. Oh, se gli omosessuali di oggi fossero così radicali, anch’io sarei un queer molto più felice”.
Al terzo posto “The Brutalist”, drammone diretto da Brady Corbet, superpremiato a Venezia, girato in VistaVision 70 mm. Da noi in sala il 23 gennaio. Sotto Oscar. Waters lo battezza come un “cold-as-concrete VistaVision (!) epic”, cioè “un’epopea fredda come il cemento in VistaVision sulla crudeltà dell'architettura e l'agonia di essere in anticipo sui tempi, con Adrien Brody e Guy Pearce in prima fila tra gli aspiranti agli Oscar. Sì, la durata è di 3,5 ore, ma l'unica cosa troppo lunga è l'intervallo”.
Al quarto posto il nuovo film di Mike Leigh, “Hard Truths”, da noi uscirà il 31 gennaio. “Un ritratto orribilmente triste e talvolta esilarante e divertente della donna più sgradevole e scontrosa della storia del cinema. È una madre pessima e una moglie terribile, e tutti intorno a lei sono tormentati dal dolore tranne il pubblico, che inizia lentamente a fare il tifo per lei. Un’esperienza miserabile che custodirò per sempre”.
Al quinto posto “Messy” di Alexi Wasser. Non ancora arrivato in Italia. “Un piccolo indie scattante e spiritoso di una nuova autrice (che è anche la protagonista del film) che ricorda le migliori commedie di Woody Allen con argomenti molto diversi: le donne hipster e la loro dipendenza dal sesso. È frizzante, è scortese, è consapevole ed è caldo. Sono felice che i giovani siano ancora arrabbiati e confusi riguardo all’accoppiamento”. Lo vedremo?
Al sesto posto “Joker: Folie à Deux”, il sequel di incredibile insuccesso di Todd Phillips, presentato a Venezia. "Finalmente, una storia d'amore in cui posso identificarmi", scrive Waters. “Così folle, così ben pensato, così ben diretto, così tanto fumoso! È "Jailhouse Rock" che incontra Busby Berkeley con un finale "That's Entertainment!" sull'11 settembre che ti farà scuotere la testa con stupore cinematografico. Critici stupidi. Gaga così brava. Joker ha ragione. Morite, idioti, morite!”.
Anche per Quentin Tarantino è un film stupendo. "Il Joker ha diretto il film", disse Tarantino, “L’intero concetto, anche lui che spende i soldi dello studio – li sta spendendo come li spenderebbe il Joker, va bene? E poi il suo grande regalo a sorpresa: ahah! - il jack-in-the-box, quando ti offre la sua mano per una stretta di mano e ricevi un cicalino da 10.000 volt che ti spara - sono i fanatici dei fumetti. Sta dicendo a tutti loro: "vaffanculo". Sta dicendo "vaffanculo" al pubblico del film. Sta dicendo "vaffanculo" a Hollywood. Sta dicendo "vaffanculo" a chiunque possieda azioni della DC e della Warner Brothers […] E Todd Phillips è il Joker. Un film del Joker, d'accordo, è quello che è. Lui è il Joker."
Al settimo posto “Femme”, diretto da Sam H. Freeman & Ng Choon Ping. Uscito nel dicembre del 2023 in Inghilterra. Da noi mai arrivato. Peccato. “Una contorta storia d'amore sadomaso tra una drag queen nera (Nathan Stewart-Jarrett) e un violento gay bianco (George MacKay) che dà un nuovo significato al gioco di ruolo sessuale. Butch? Femmina? È tutto drag quando si tratta di essere "in alto" o "in basso". Ogni uomo uccide ciò che ama, infatti”.
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All’ottavo posto troviamo “Emilia Pérez” di Jacques Audiard, premiato e molto amato a Cannes. Esce il 9 gennaio. Tra i favoriti anche all’Oscar. Per Waters è “The Rocky Cartel Horror Picture Show: questo dramma musicale assolutamente originale sul sindacato della droga messicano e sul suo boss del crimine trans nascosto in bella vista dimostra che puoi cantare qualsiasi cosa in un film se è abbastanza ben diretto. In questo momento, sto gridando: "È il numero 8 nella mia lista" e chissà, forse ci farò un film?”.
Al nono posto invece “Babygirl” diretto da Halina Reijn con Nicole Kidman. Visto a Venezia. Raro film etero della stagione. Da noi esce il 30 gennaio. “Ok, anche gli etero sono all'avanguardia quest'anno. Nicole Kidman continua a correre grandi rischi nella sua carriera e merita il nostro saluto. Qui urla, geme. È una cougar dal basso potere verbale all'apice della sua carriera di dirigente aziendale che incontra uno stagista dominante e di basso livello che le fa leccare il latte da una ciotola come... come... beh, come una figa”.
Al decimo posto il curioso “Viet and Nam” di Truong Minh Quy. Visto a Cannes. Non ancora arrivato in sala da noi. Dubito che si vedrà mai in sala. “Chi potrebbe eliminare dalla mia lista quest'anno i nuovi fantastici film di Pedro Almodóvar, Sean Baker e Guy Maddin? Ti dirò chi, e probabilmente capiranno perché sto dando il posto a questo nuovo (per me) regista.
È un dramma inquietante e sorprendentemente inquietante su due giovani minatori di carbone gay, uno dei quali lecca il sangue anale dallo stomaco del suo partner e l'altro mangia la cera dalle orecchie del suo amante prima di fuggire insieme verso coste straniere come immigrati in un container galleggiante condannato. È una bellezza”. Ci crediamo.
Avete molto da vedere i prossimi mesi.
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