matt lauer

ROVINATO PER UN RAPPORTO ''DAL RETRO'' CON LA SUA AMANTE, MATT LAUER ORA SI VENDICA DI RONAN FARROW - STAR DI NBC, FU CACCIATO SU DUE PIEDI SULLA BASE DI TRABALLANTI ACCUSE DI STUPRO: LA COLLEGA RIVERNICIO' LA LORO TRESCA CON UNO STRATO DI ''ABUSO'' DOPO 4 MESI DI ALLEGRE SCOPATE. GIUSTO NEL MOMENTO IN CUI IL METOO, CON IL BOLLINO DI GARANZIA DI RONAN FARROW, GARANTIVA RISARCIMENTI MILIONARI SENZA DOVER PRODURRE PROVE

1. MATT LAUER ''VENDICATO'' DAL 'NEW YORK TIMES' PUBBLICA UN LUNGO ARTICOLO IN CUI SMENTISCE LE ACCUSE DI RONAN FARROW E IL SUO ''GIORNALISMO SCADENTE''

DAGONEWS

matt lauer 9

 

Matt Lauer era uno dei volti più popolari di NBC, lo stesso network per cui lavorava Ronan Farrow e che invece avrebbe messo i bastoni tra le ruote della sua inchiesta su Weinstein, tanto da convincerlo a portare tutto il malloppo al New Yorker. Lauer nel 2017 fu accusato di stupro da una delle colleghe che lavorò con lui alle Olimpiadi di Sochi (2014), facendo scattare il suo licenziamento immediato dal network e un risarcimento milionario per lei, senza bisogno di portare prove: se il genietto Farrow dice che Lauer è colpevole, tanto basta.

 

brooke nevils 3

Solo che Brooke Nevils era la sua amante, e con lui ebbe un rapporto durato quattro mesi, da lei definito consensuale quando lo raccontava agli amici. Anni dopo, arrivata l'era del MeToo e dei risarcimenti milionari, lei riconsiderò quella relazione come un abuso, visto che lui era il divo e lei una semplice producer. Il dettaglio che trasformò la storia in violenza sarebbe stato che i due, ubriachissimi, una delle sere a Sochi fecero sesso anale senza che lei gradisse particolarmente. Eppure al ritorno a New York la relazione continuò, visto che per lei era transactional, una transazione. Te la do perché sei il mio capo.

 

nbc silura matt lauer

Farrow, pur avendolo incluso nel suo libro, non contattò mai l'ex fidanzato di Nevils, che sarebbe stato mollato come conseguenza della tresca olimpica e al quale la ragazza avrebbe confidato tutto. Ci ha parlato Lauer. Che ora mette in fila tutti gli elementi ''scadenti'' dell'inchiesta di Ronan Farrow, che non ha mai messo in dubbio i racconti delle presunte vittime, presi per buoni senza contattare nessun'altra delle persone coinvolte. Rovinandogli la vita nell'arco di 48 ore.

 

matt lauer in spiaggia

 

2. IL REPORTER PRODIGIO RONAN FARROW FA LITIGARE NEW YORKER E TIMES (I DUE MITI DELLA STAMPA LIBERAL)

Massimo Gaggi per il Corriere della Sera

 

Giornalista d' inchiesta poco accurato? Vittima di un eccesso di protagonismo o dei condizionamenti psicologici di quel «giornalismo di resistenza» che si è andato diffondendo nei media americani durante la presidenza Trump? I rilievi mossi dal New York Times a Ronan Farrow, oggi il giornalista investigativo più celebre d' America, premiato con un Pulitzer per aver portato alla luce con le sue inchieste sul New Yorker (in parallelo proprio col New York Times ) lo scandalo sessuale che ha fatto finire in prigione il produttore cinematografico Harvey Weinstein, stanno provocando una tempesta nel mondo americano dell' informazione.

ronan farrow

 

Dibattiti interminabili su Twitter, interventi dei docenti delle scuole di giornalismo, la replica risentita del New Yorker che ha affidato al suo Michael Luo il compito di ribattere su tutto con una raffica di 16 tweet nei quali il giornalista accusa il collega del Times , Ben Smith, di aver commesso la stessa scorrettezza imputata a Farrow: tralasciare o minimizzare le informazioni che non sono funzionali alla tesi che vuole sostenere.

 

La storia è complessa e anche i protagonisti della controversia sono personaggi complicati. Proviamo a sintetizzare. Ben Smith, giornalista molto dinamico e creativo che per anni ha diretto un agile vascello-pirata dell' informazione, il sito BuzzFeed , aveva sempre trattato il New York Times come una corazzata arrugginita, destinata ad andare a picco. Qualche mese fa, però, getta la spugna e va a lavorare proprio per quella corazzata che, godendo di salute assai migliore di BuzzFeed , gli affida la prestigiosa rubrica di critico dei media.

 

ronan farrow catch and kill

Lui esordisce a modo suo, con un articolo nel quale ammette i suoi errori e la sconfitta - farsi assumere dal nemico - ma non rinuncia a criticare il nuovo datore di lavoro per la sua enorme influenza sul mondo dell' informazione.

 

Gestendo una rubrica di analisi critiche, dopo qualche mese Smith decide di prendere di mira un mostro sacro di appena 32 anni: Ronan, figlio di due attori di fama mondiale, da sempre sotto i riflettori e con un' infanzia segnata dalle dispute avvelenate tra i genitori, Mia Farrow e Woody Allen. Ronan, pur essendo diventato ben presto una celebrity televisiva, sceglie il lavoro assai più faticoso e meno scintillante, del giornalista investigativo. Quando la Nbc si rifiuta di trasmettere la sua inchiesta su Weinstein, va al New Yorker . Da qui farà esplodere lo scandalo che gli varrà un premio che è una sorta di Nobel del giornalismo.

rose mcgowan e ronan farrow

 

Passando al setaccio il suo lavoro, investigatore delle sue investigazioni, Ben Smith non fa scoperte clamorose: dà atto a Ronan di aver fatto inchieste importanti, ma gli imputa una serie di forzature e verifiche poco accurate, soprattutto su alcune delle accusatrici di Weinstein. Si concentra, poi, su un caso del quale fu protagonista Michael Cohen quando era avvocato di Donald Trump. Dando credito a una fonte interna del ministero del Tesoro, nel 2018 Farrow aveva parlato di documenti scottanti depositati da Cohen, fatti sparire dagli archivi del governo. Ne nacque un grosso caso politico, con i democratici all' offensiva. A distanza di due anni, nota Smith, ben poco resta in piedi di quella storia. I documenti non erano spariti: ne era stato solo vietato l' accesso al personale per evitare fughe di notizie. Una possibilità alla quale aveva fatto cenno lo stesso Farrow, che però, poi, aveva costruito tutta la storia sulla sparizione.

 

asia argento ronan farrow

Anche sullo scandalo Weinstein, Smith non smentisce nulla, ma accusa un giornalista le cui inchieste hanno fatto nascere il movimento #metoo di aver costruito articoli «basati su narrative irresistibilmente cinematografiche» dando spazio anche a teorie cospirative. Luo replica accusando Smith di commettere le stesse forzature da lui attribuite a Farrow: «Ti abbiamo risposto, ma tu non hai pubblicato le nostre spiegazioni» perché non funzionali alla storia che volevi raccontare.

 

Ben Smith lupo solitario e livoroso che usa il Times ? Difficile da credere, visto che la sua rubrica-inchiesta occupa due pagine del giornale. I rilievi di Smith alimentano lo scetticismo nei confronti della stampa ma fanno riflettere anche su certe pericolose derive. Giornalisti partigiani della resistenza anti-Trump?

BEN SMITH

 

Macché, obietta la rivista di giornalismo della Columbia University: Farrow ha attaccato con pari durezza anche bersagli democratici, a partire da Hillary Clinton. La malattia, semmai, è quella di giornalisti che diventano prigionieri del loro ruolo di superstar.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)