corrado augias

FACCIA DA AUGIAS - IL M5S VUOLE SILURARLO DALLA RAI PER IL SUO MAXI SITPENDIO DA 370 MILA EURO E LUI SI DIFENDE DICENDO DI FARE “ASCOLTI ALTISSIMI” E DI NON ESSERE LEGATO ALLA POLITICA - PROPRIO LUI CHE NEL '94 È STATO ELETTO EUROPARLAMENTARE PDS - SI E’  RICANDIDATO NEL '99 COI DS - NEGLI ARCHIVI DELLA POLIZIA SEGRETA CECOSLOVACCA, VIENE RIPORTATO CHE TRA IL 1963 ED IL 1967 L'ALLORA GIOVANE FUNZIONARIO RAI CORRADO AUGIAS FECE DA INFORMATORE…

Paolo Bracalini per “il Giornale”

 

corrado augias

Il M5s ha messo sulla lista nera i giornalisti Rai in quota Pd, più precisamente quelli targati Repubblica. In cima alla black list grillina c'è Corrado Augias, storica firma del quotidiano fondato da Scalfari e volto Rai da decenni. Il motivo, oltre all'orientamento politico del giornalista, è il superstipendio ricevuto da Viale Mazzini per condurre un programma di libri su RaiTre. Il M5s sostiene che Augias prenda 370mila euro l' anno dalla Rai, quindi molto più dell' amministratore delegato e dei massimi dirigenti della tv pubblica fermi per legge a 240mila euro, mentre la Rai si limita a dire che il conduttore prenderebbe un compenso inferiore, senza però rivelare la cifra precisa.

Corrado Augias

 

Ma oltre ai soldi, il problema sono le simpatie politiche del conduttore. «Corrado Augias rappresenta al peggio quei giornalisti che lavorano in Rai e continuano imperterriti nel loro fazioso teatrino da moralizzatori rivendicando i valori di sinistra ma con il portafoglio a destra» attacca la deputata grillina Veronica Giannone, mentre i suoi colleghi M5s in Vigilanza Rai Mirella Liuzzi e Conny Giordano chiedono che Augias si tagli lo stipendio perché «la Rai non può essere uno stipendificio che usa i soldi dei cittadini per chi riesce ad entrarci solo grazie a riferimenti politici».

 

corrado augias

Il giornalista di Repubblica dice di non spiegarsi l'attacco del M5s perché il suo programma fa «ascolti altissimi, quasi miracolosi per un programma che parla di libri». Ma aggiunge: «Io credo che dia fastidio RaiTre, la rete è accomunabile a Repubblica perché insieme sono l'unico polo di opposizione culturale nel paese e questo innervosisce». Quanto alla vicinanza al Pd: «Sono entrato in Rai mezzo secolo fa, per concorso e senza raccomandazioni. Il mio lavoro in Rai non ha nulla a che vedere con partiti o movimenti politici».

 

In effetti Augias è entrato in Rai per concorso nel 1960, assunto come funzionario (sesto su 110 idonei) ed è diventato poi giornalista al Tg3, la «Telekabul» riservata ai giornalisti fedeli al Pci. E per quanto assunto per concorso, non si può certo dire che la carriera di Augias in Rai sia stata estranea a «partiti o movimenti politici», essendosi svolta sempre sotto l' ala dei Ds e poi Pd nella RaiTre loro feudo lottizzatorio.

 

CORRADO AUGIAS OSPITE DELLA BIGNARDi

Da ricordare che Augias è anche stato europarlamentare nel '94 eletto nelle liste del Pds, e poi ricandidatosi nel '99 coi Ds. Fu poi il Giornale a rivelare che negli archivi della StB (la polizia segreta cecoslovacca) viene riportato che tra il 1963 ed il 1967 l' allora giovane funzionario Rai Corrado Augias fece da informatore con il nome in codice «Donat» («Macchè spia dell' Est, solo quattro chiacchiere al bar Rosati» fu la sua replica).

 

Corrado Augias

Ma anche in Rai la sua parabola si è sempre mossa nel solco della lottizzazione politica (di sinistra). Dopo essere uscito dalla Rai per andare a Repubblica, torna nell' 87 nella RaiTre di Angelo Guglielmi e ci sta fino al '93. Dopo il Parlamento Ue, viene richiamato ancora in Rai a condurre Diario Italiano da Paolo Ruffini (quota Ulivo poi Pd) nel 2001 e lo fa fino al 2013. Pausa, quindi rientra nella Rai stagione Pd chiamato, sempre a RaiTre, dalla renziana Daria Bignardi. Ed è ancora lì, sotto la Rai gialloverde. Un record di longevità.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?