DOPO AVER TRAMORTITO I TELESPETTATORI, IL MATRIMONIO DELLA MARINI FA UN’ALTRA VITTIMA: IL VICEDIRETTORE DI RAI1

Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"

La bestemmia in diretta? Il vestito di Valeria Marini? Il servizio pubblico formato rotocalco? Chissà. Al settimo piano di viale Mazzini, dove il potere è un involucro asettico, lo spettacolo non è piaciuto e qualcuno, solo uno, deve pagare.

l dg Luigi Gubitosi, per canali non ufficiali, ha fatto sapere a Daniel Toaff, vice di Giancarlo Leone a RaiUno, che presto sarà rimosso: per un nuovo incarico o, molto più logico, per un pensionamento anticipato. Toaff porta con sé un percorso graduale, mai picchi inopportuni; ma anche un cognome importante, figlio di Elio, ex rabbino di Roma, la più alta autorità morale ebraica degli ultimi 50 anni in Italia.

Viene cacciato così al primo errore, se si vuole contestare la passerella di Valeria Marini, 13 minuti all'interno di Domenica In, che ha contribuito al palinsesto col 25 per cento di share. E la televisione cambia. Addio epoca di vaffanculo non sintetici e carezze non sincere, la televisione trasmette amicizia, comprensione, quasi affiatamento.

Ascoltare Gianni Alemanno, il sindaco che andava in piazza con i cuori neri, invitare a sperare, a tifare, a soffiare che il governo di Enrico Letta - un democristiano - possa resistere e semmai fare, è davvero un rumore molesto per le orecchie. Il presepe di Giovanni Floris non sta più in piedi, le statuine fanno comunella, si intendono al volo.

Ballarò ha provato a contrapporre Stefano Fassina, nuova leva di una sinistra in cerca di se stessa, proprio al simmetrico e opposto Alemanno: ma quante carinerie, quanti baci e quanti dialoghi a darsi del tu senza nemmeno fingere la distanza di un tempo? Non ha entusiasmato neppure il confronto tra il sindaco che tenta il secondo mandato a Roma e il romanissimo e romanista Alfio Marchini, che in un'intervista, per scherzare, aveva proposto Francesco Totti vicesindaco con delega alla Cultura.

Marchini ha cercato di chiudere in un angolo mediatico, tra il nervosismo e il silenzio, lo sfidante Alemanno che ha osservato Roma crollare tra inchieste e malaffare sui ruvidi sampietrini: ma Gianni, perché il nome fa più empatia, non se la prendeva.

Anzi, Alemanno insisteva con la conoscenza passata con Marchini: "Dai, sai benissimo come la penso: pene severe e immediate". Tensione pari a zero, colpi di scena inesistenti, battibecchi per lo più recitati: i salottini televisivi hanno resistito all'algido governo tecnico, che cominciò con il loden e finì con il cagnolino e la brocca di birra, ma stavolta è dura sopravvivere perché l'Italia non ha un'opposizione, almeno a inquadratura di telecamera.

Il potere mediatico e di influenza del terzetto Scelta civica-Pdl-Pd può persino oscurare i dissidenti unici in Parlamento, la truppa di Sel di Nichi Vendola e i Cinque Stelle di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

Il Movimento non ci va con piacere in televisione, anche se i divieti annunciati da Grillo non sono rispettati pedissequamente; mentre i reduci di sinistra non hanno nemmeno le donne e gli uomini per coprire il campo. Gli ultimi giorni di un impero sono sempre i più deludenti e avvilenti: Ballarò ripropone uno schema che non funziona più, e pazienza - e illusione - se lo share regge ancora intorno al 15 per cento, ben lontano dal 19 di qualche settimana fa. Ma la televisione non è soltanto numeri o poltrone da affiancare: la sostanza conta, soprattutto per il servizio pubblico.

 

DANIELE TOAFFGubitosi Luigi AnnaMaria Tarantola Giancarlo Leone VALERIA MARINI ACCOMPAGNATA DAL PADRE

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