TI GONFIO COME UNA ZAMPOGNA - DOPO LE ZINNE A OROLOGERIA È ALLARME PER I “FILLERS”, LE ABUSATISSIME INIEZIONI ANTIRUGHE - “SUL MERCATO C’È DI TUTTO”, 137 PRODOTTI IN ITALIA E NESSUN CONTROLLO DA PARTE DEL MINISTERO DELLA SANITA’ (BASTA IL MARCHIO CHE LI CLASSIFICA COME DISPOSITIVI MEDICI, ESATTAMENTE COME I CEROTTI) - PER I CHIRURGHI INGLESI (REDUCI DAL ‘PIPGATE’), IL FILLER SARÀ IL PROSSIMO SCANDALO - BASTA GUARDARE LE LILLIBOTOX NOSTRANE PER RENDERSI CONTO CHE IL RISCHIO ESPLOSIONE E’ ALTISSIMO…
Michele Bocci per "la Repubblica"
Dopo le protesi al seno, i filler. Le sostanze iniettate per gonfiare le labbra o per spianare le rughe potrebbero diventare il nuovo caso della chirurgia estetica. L´allarme arriva dal Regno Unito, dove gli esperti fanno notare gli scarsi controlli su sostanze che solo nel nostro paese vengono utilizzate 2 milioni di volte all´anno. In effetti il numero di prodotti sul mercato è impressionante: in Gran Bretagna, dove il ministero ha ammesso che la regolamentazione della chirurgia estetica non è abbastanza rigida e ha promesso interventi, sono circa 160, in Italia 137.
Facile che in mezzo alle sostanze innocue ce ne siano di pericolose. Lo dicono gli stessi chirurghi estetici. «Quello dei filler è un grosso business e sul mercato c´è di tutto. Ne esce uno nuovo ogni 2-3 mesi», spiega Francesco D´Andrea della Sicpre (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica): «Finisce che ci sono sostanze di produttori più piccoli e meno seri che possono dare problemi, come infiammazioni o infezioni. Bisogna che i medici scelgano bene cosa usare e i pazienti si rivolgano a bravi professionisti».
Per mettere in commercio un filler basta solo il marchio CE. Sono classificati come dispositivi medici, esattamente come i cerotti, i disinfettanti ma anche le protesi e i pace-maker. La situazione è completamente diversa negli Stati Uniti, dove questi prodotti sono equiparati ai farmaci e devono passare gli stessi controlli e sperimentazioni. E infatti sul mercato statunitense ce ne sono solo 7. Da noi, inoltre, queste sostanze vengono iniettate esclusivamente in studi privati e non esiste un registro dei pazienti e delle strutture che le utilizzano.
Un po´ come con le protesi Pip, prodotte in Francia e accusate di essere pericolose: il ministero è stato costretto ad avviare un censimento in tutte le strutture sanitarie per capire su quali donne sono state impiantate. Sarebbero poco più di 4mila, un numero da niente rispetto a quello delle persone che usano i filler. Se fosse necessario andare a cercare tutti coloro che si sono fatti iniettare un prodotto di una certa marca perché dannoso sarebbe un´operazione complicatissima.
«Come le protesi al seno, questi prodotti hanno dei tagliandi di tracciabilità - spiega D´Andrea - Bisogna che i pazienti li chiedano ai medici e li conservino. In generale dobbiamo rimettere mano a tutto il settore. Non ci dimentichiamo che esiste anche un mercato parallelo, alimentato da internet. E bisogna fare attenzione che a fare le iniezioni siano solo medici, anzi chirurghi plastici».
I filler (in inglese, riempitivi) vengono usati per gonfiare le labbra o spianare le rughe, i più numerosi sono quelli riassorbibili, che sono prodotti con materiale eliminato dall´organismo nel giro di 4-6 mesi e poi ci sono quelli permanenti, che contengono materiale sintetico fatto per rimanere inerti nel tempo. «Purtroppo non avviene sempre», commenta D´Andrea. Poi c´è il botulino, che invece è un farmaco (e infatti in commercio ce ne sono solo 3 o 4 tipi), che paralizza i muscoli mimici, responsabili delle rughe di espressione.
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