CHI È SENZA PECCATO OSCURI IL PRIMO VIDEO: LA CENSURA BIGOTTA DI YOUTUBE (ECCO IL VIDEO)

IL VIDEO DI DAVID BOWIE CENSURATO DA YOUTUBE

http://www.nostalgia.it/multimedia/home/lstp/3712/

 

Jacopo Iacoboni per "La Stampa"

A forza di evocare restrizioni e controlli sul web, capita poi l'ennesimo strano caso di censura, che sa particolarmente di bigottismo e falsa morale, roba alla Salò di Pasolini, ma ormai nel 2013; e bisogna parlarne perché la materia è, per sua natura, ambigua.

David Bowie ieri mattina ha postato un nuovo video, della canzone che dà il titolo al suo nuovo album, The Next Day, subito rilanciato naturalmente dai siti musicali. Senonché la clip di due minuti e 28 nel primo pomeriggio è stata a lungo oscurata da Youtube perché «il suo contenuto viola le condizioni di servizio di Youtube», ma è ancora possibile vederla su Vevo (poi Youtube in serata l'ha reinserito, ma «potrebbe essere inappropriato per alcuni utenti»).

Nel video domina la figura di un prete, Gary Oldman, con quella sua faccia da eterno corrotto, perfetto per un'atmosfera di vizio indecifrabile trasmessa per icone sanguinanti, e Marion Cotillard, mezza santa sfolgorante e abbastanza sinistra.

Un cardinale beve al bancone di un pub e maneggia del denaro; un religioso si autoflagella; la sensuale Cotillard, tentazione e casta perversione, incornicia scene di seni percossi e un Bowie cristologico che a sua volta brandisce strumenti religiosi e canta in una band, abbigliato in una (per lui non insolita) veste francescana.

La regista è Floria Sigismondi, che ha già diretto l'altro video recente di Bowie, The Stars [Are Out Tonight] , con Tilda Swinton, e il concept naturalmente è dello stesso Bowie, «una battaglia tra il sacro e il profano», mai come stavolta non solo intrecciati, ma sostanzialmente non più distinguibili.

Il tutto con una fotografia di scintillante nettezza, quasi caravaggesca, che, se non fosse per la netta allusività delle immagini, farebbe pensare ai video di un altro grande (stavolta un regista dedicato alla musica, non un musicista concettuale come Bowie), cioè David Lynch.

Ma in Lynch la metafora è sfumata e irraggiungibile, dilatata nel tempo e allontanata nello spazio; in questo ultimo Bowie un'estetica fashion si piega ormai a un'ostentazione palesemente artata, che non può essere niente altro che un modo sottile per nascondere tutto.

Ora, a parte la forza delle immagini della coppia Bowie-Oldman (due amici che già s'erano provati insieme nel film del '96 su Basquiat),varrà forse la pena considerare quanto sia spostato in avanti - o indietro - un dibattito effettivo su cosa far circolare e vedere, quanto e come rappresentare, in internet.

Nei giorni in cui la polemica italiana si avvita su presunti controlli, o su ex premier (Giuliano Amato) che dissertano dell'argomento twitter mostrando scarsa conoscenza, forse la questione che si pone nei mercati culturalmente e tecnologicamente avanzati, e che la storia del video rimosso di Bowie illumina, è un'altra: le grandi agenzie internettiane, da GoogleGmail a Facebook o, appunto, Youtube, si mostrano spesso assai zelanti nel rimuovere ciò che urta una media sensibilità religiosa.

Ma continuano nello stesso tempo a rifiutare categoricamente qualsiasi apertura alle richieste di trasparenza che tanti osservatori (da Eli Pariser allo stesso Harper Reed, l'ingegnere di Obama) hanno spesso fatto sugli algoritmi che determinano i loro filtri, ossia il reale tema del controllo delle azioni e inclinazioni del consumo su internet.

Insomma, in America Internet si autocontrolla quando la censura deve soddisfare una facile pruderie, mentre rimane opaco su alcune delle sue dinamiche di fondo. Oggi ne fa le spese un video bellissimo, ma tanto state tranquilli, riuscirete comunque a vederlo in mille altri modi con o senza Youtube.

 

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