FERRARA: ‘’LA CANDIDATURA AL COLLE DI TONINO E’ L’EPITAFFIO FUNEBRE DI GRILLO PER L’EX PM’’ - CORRIAS: ‘’E SE LE CAZZATE LE SPARASSE (A RAFFICA) PROPRIO L’ELEFANTINO “RIDOTTO A SVENTOLAMUTANDE PER DIFENDERE IL BANANA”? – MATTIA FELTRI: “QUALE BANANA? QUELLO CHE STA CON MONTI, QUELLO CHE STA CONTRO O QUELLO CHE POI SI VEDE?”….
1- REQUIEM PER DI PIETRO
Giuliano Ferrara "Il Foglio"
Si può essere candidati al Quirinale con un epitaffio funebre? Nel caso di Antonio Di Pietro sì. Le sue esequie politiche sono state celebrate ieri da Beppe Grillo via Web, in un corsivo nel quale il capo della defunta Idv (lui, non gli elettori...) viene processato per le malefatte sue e della sua banda. C'è naturalmente l'onore delle armi: Di Pietro è stato più antiberlusconiano e meno disonesto di tutti gli altri, merita dunque il Quirinale. O un cenotafio.
2- FERRARA COMICO ROMANO
Pino Corrias per "il Fatto quotidiano"
Il comico romano Giuliano Ferrara dice che il comico genovese Beppe Grillo in Sicilia non ha vinto: "E' arrivato solo tre". Aritmetica ciclistica, la sua, volutamente sgrammaticata per coerenza con il populismo popolano dell'ammirato nemico. E con la sua atletica campagna elettorale, consistita nell'attraversare a nuoto il mare che unisce la Sicilia agli italiani, salire al cospetto del vulcano che custodisce il fuoco dell'Isola e incantare gli isolani con "cento comizi di cazzate".
Di cazzate, Ferrara è un esperto. Dopo i garofani masticati nella prima vita, si è fatto issare, nella seconda, in cima al Mugello per poi caderne a testa in giù, inseguendo Di Pietro. Poi ha usato il sangue dell'aborto per trasformarlo in una gazzarra, con la peggiore compagnia di gerarchia ecclesiastica che anche su quel sangue campa. Quindi ha danzato con bottiglie d'acqua sul corpo moribondo di Eluana strillando che solo lui (e non il padre) l'avrebbe dissetata. Infine si è ridotto a sventolare mutande per difendere il suo padrone in fuga dalle cosce minorenni di Ruby. Che poi Grillo abbia appena preso il 18 per cento di voti e lui lo 0,3 (in tutta la sua vita) è il solo dettaglio che commuove.
3- LE VERSIONI DI SILVIO
Mattia Feltri per "La Stampa"
Fa alla svelta Bruno Vespa a specificare di aver intervistato Silvio Berlusconi il 29 ottobre. Il 29 ottobre, ok. Ma all'ora della merenda o della cena? Prima o dopo il maraschino? E mentre parlava, Silvione aveva accavallata la gamba destra o sinistra? Di quale Berlusconi stiamo parlando precisamente? Perché secondo Vespa il 29 ottobre Berlusconi stava con Mario Monti, e infatti era con Monti anche il 24 ottobre, quando consegnò al Foglio la decisione di non candidarsi e indire primarie.
Ma il 27 ottobre, da Villa Gernetto, era contro Monti e voleva farlo cadere. Come era contro Monti dieci giorni prima alla presentazione del libro di Renato Brunetta. E qui parliamo di un'intervista del 29 ottobre? Ma oggi è il 2 novembre. In tre giorni Berlusconi avrà parlato con un falco, poi con una colomba, infine con un piccione. Magari è passato all'opposizione di se stesso o all'appoggio esterno di se medesimo.
Per dire, martedì 30 ottobre alla fine del primo tempo il Milan perdeva due a zero e Berlusconi era senz'altro contro Monti e quando El Shaarawy ha fatto due a due aveva già buoni motivi per essere con Monti. Oppure troviamo un compromesso: ognuno si sceglie il Berlusconi che preferisce e se lo diffonde, tanto sono tutti credibili allo stesso modo.



