IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – PERDIAMO ANCHE IL GENIALE CARATTERISTA SANDRO DORI, 82 ANNI, NATO COME ALFREDO SCHIAPPADORI NEL 1938, MORTO DUE GIORNI FA A CIVITAVECCHIA – GROSSO, CON UNA FACCIONA TONDA, SIMPATICA E RUBIZZA, I CAPELLI RASATI A ZERO, IMMEDIATAMENTE RICONOSCIBILE, ERA STATO ATTIVISSIMO NEGLI ANNI D'ORO DELLA NOSTRA COMMEDIA A FIANCO DI TUTTI I NOSTRI PIÙ CELEBRI ATTORI – A DIFFERENZA DI MOLTI ALTRI AVEVA STUDIATO RECITAZIONE E AVEVA LAVORATO PER LE NOSTRE PIÙ IMPORTANTI COMPAGNIE TEATRALI
Marco Giusti per Dagospia
Era stato il perfido dottor Zucconi nella saga sordiana de "Il medico della mutua", ma anche uno degli ultimi campioni rimasti del "Brancaleone alle crociate" a fianco di Gassman rimasti in attività.
Perdiamo anche il geniale caratterista Sandro Dori, 82 anni, nato come Alfredo Schiappadori, a Ostiglia, Mantova, nel 1938, morto due giorni fa a Civitavecchia. Grosso, con una facciona tonda, simpatica e rubizza, i capelli rasati a zero, immediatamente riconoscibile, era stato un caratterista attivissimo negli anni d'oro della nostra commedia a fianco di tutti i nostri più celebri attori, da Nino Manfredi a Ugo Tognazzi a Alberto Sordi.
Ma, a differenza di molti altri scelti solo per il fisico e senza una vera preparazione attoriale, Dori aveva studiato recitazione e aveva a lungo lavorato per le nostre più importanti compagnie teatrali negli anni 60, in quella di Sergio Tofano, ad esempio, al Piccolo di Milano, alla Stabile di Genova, con Franco Parenti, Franca Valeri, Gianrico Tedeschi.
È stato il migliore dei Sancio Panza possibile a fianco di un clamoroso Gigi Proietti nel "Don Chisciotte" televisivo diretto da Carlo Quartucci con le scenografie di Giulio Paolini. E ha per anni alternato il cinema al teatro, al doppiaggio, alla tanta televisione, "Il mulino del Po", "I miserabili", "Scaramouche", "Jekyll".
sandro dori - il medico della mutua
Lo troviamo agli inizi degli anni 60 nell'episodio diretto da Nino Manfredi di "L'amore difficile", nel televisivo "La trincea" di Vittorio Cottafavi e nel picaresco "Il magnifico avventuriero" di Riccardo Freda. Poteva fare il contadino, il borghese, il prete, con la stessa precisione e credibilità.
Diventava un cattivo o un contadino sciocco solo con poche mosse della bocca. Funziona benissimo in film anche molto diversi, da "Io la conoscevo bene" di Antonio Pietrangeli a "Le piacevoli notti" di Armando Crispino, da "I soldi" di Gianni Puccini al folle "Se tutte le donne del mondo" di Henry Levin, dove ha un ruolo di cattivo biondissimo.
E' perfino un Nerone gay nel delirante "Le folli notti di Poppea" di Guido Malatesta, forse il suo ruolo maggiore. Lo troviamo nei film di Dario Argento, "4 mosche di velluto grigio" e negli spaghetti western, "E per tetto un cielo di stelle". È una presenza fissa nei decameroni, "Boccaccio", "La bella Antonia, prima monica poi demonia".
sandro dori io non spezzo rompo
Lavora nelle produzioni americane come "La virtù sdraiata" di Sidney Lumet, ma anche in film recenti come "Nine" di Rob Marshall o "The American" di Anton Corbijn con George Clooney. Tra i suoi film maggiori ricordiamo anche "Il deserto dei tartari" di Valerio Zurlini e "Alfredo, Alfredo" di Pietro Germi. Negli anni'80, con la fine del cinema di genere, fa poco cinema e molto doppiaggio e radio, ma torna attivissimo nel cinema del 2000.
Con Pupi Avati, "La seconda notte di nozze" e "Il ragazzo d'oro" e coi Manetti nella serie televisiva Rex. Gentile, modesto, lo ebbi come ospite a Stracult davvero contento di poter parlare per la prima volta della sua attività, era un attore serio e preparato che forse il cinema avrebbe potuto sfruttare di più.