LA RAI SCENDE DA CAVALLO - GUBITOSI REVOLUTION: VIA LA SEDE DI VIALE MAZZINI (DIRIGENZA A VIA ASIAGO, GLI ALTRI A SAXA RUBRA), DIETA PER I CENTRI DI PRODUZIONE E STOP AGLI APPALTI A ENDEMOL E BALLANDI - RIDURRE I COSTI PRODUCENDO IN CASA (MA SE VUOI FIORELLO DEVI PRENDERE BALLANDI, SE VUOI BENIGNI DEVI PRENDERE PRESTA: HANNO CONTRATTI DI FERRO) - NEL MIRINO ANCHE RADIO RAI E I SITI WEB - OSSESSIONE-SIPRA: LA PUBBLICITA’ CALA MOLTO PIU’ DEGLI ASCOLTI…
Aldo Fontanarosa per "la Repubblica"
Realizzare in casa - con gli autori e le maestranze della Rai - i programmi di Fazio, di Fiorello, gli stessi show del sabato sera come "Ballando sotto le stelle". E' il sogno di Luigi Gubitosi che dichiara guerra alle troppe produzioni che la sua Rai appalta a società esterne. Nel piano di rilancio delle reti pubbliche, spedito ieri alla commissione di parlamentari che vigila sulla Rai, Gubitosi non utilizza mai la parola licenziamenti. Il direttore generale, però, chiede che i lavoratori accettino un nuovo contratto, ben più agile. Gubitosi attacca anche Radio Rai (perché «gli introiti sono scesi da 72 a 48 milioni in 5 anni») e i siti della televisione di Stato. Infine annuncia la chiusura della sede di Viale Mazzini.
Nel suo documento, Gubitosi rivela che i quattro Centri di Produzione della Rai (Roma, Milano, Napoli e Torino) ospitano legioni e legioni di lavoratori: 3 mila 634 a tempo indeterminato e 506 a tempo determinato. Abbastanza per chiedersi come mai la tv di Stato debba poi appaltare all'esterno metti alla Endemol o alla Ballandi - alcune trasmissioni di punta, da Fazio a Fiorello. Il problema - spiega il direttore generale - è nei costi. Il nostro «modello produttivo, pur se di qualità superiore, prevede un costo industriale maggiore di quello degli appalti esterni». Non solo. I quattro Centri non si sono specializzati «nei vari segmenti di offerta» e denotano «sovrapposizioni e inefficienze».
Perché la situazione migliori, servono tante cose. Incluso un nuovo contratto per i dipendenti della tv di Stato che Gubitosi immagina molto più «moderno» dell'attuale. Oggi il contratto fa riferimento a «elementi da tempo superati ». Prossimo incontro con i sindacati, il 17 ottobre.
Il direttore generale spiega, poi, perché rinnovare i vertici della concessionaria pubblicitaria Sipra sia stata la sua ossessione: «Nella raccolta pubblicitaria scrive - la Rai ha perso significative quote di mercato (dal 29% del 2007 al 23% del 2011) in maniera ingiustificata rispetto all'andamento degli ascolti dello stesso periodo», visto che «Rai arretra di 2 punti percentuali (dal 42,2% al 40,2%) contro i 4,4% di Mediaset».
Ora - risolta la grana Sipra - Gubitosi metterà mano alla radio, un mezzo trascurato che ha dissipato 24 milioni di «introiti» dal 2007 ad oggi. Il direttore generale sembra quasi sorpreso, inoltre, dalla fragilità dei siti della tv di Stato, «molto modesti e con scarsa incisività ». Gubitosi non boccia ancora - il piano di austerity del suo predecessore Lorenza Lei, che falcidiava svariati uffici di corrispondenza all'estero. Ma i tagli saranno ridotti, a patto che la Rai sappia collaborare con altre strutture pubbliche «come l'Ice o l'Enit ».
Infine gli immobili. La televisione pubblica occupa 750 mila metri quadri di stabili, di cui 90 mila in affitto. Forse troppi. In due palazzi storici - Via Cernaia a Torino e Viale Mazzini a Roma - c'è l'amianto nei muri. Per questo i dipendenti saranno trasferiti, tra il 2013 e il 2014, per permettere la bonifica.
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