SLURP, SLURP! - MENTANA E FLORIS, LE TRUPPE CATODICHE DI MATTEUCCIO - L’AGCOM BACCHETTA IL TG DI LA7 PER L’ECCESSIVO SPAZIO RISERVATO A RENZI E “BALLARÒ” DÀ IL SUO ENDORSEMENT FELPATO CON INTERVISTA-SPOT A PADOAN

1. L'AGCOM: ‘TG LA7, TROPPO SPAZIO AL LEADER PD'
Da ‘Il Corriere della Sera'

Un ordine di riequilibrio al Tg La7 per gli eccessivi tempi di parola fruiti dal premier Matteo Renzi. Lo ha rivolto il consiglio dell'Agcom in base al regolamento sulla par condicio. L'autorità ha anche espresso richiami a riservare maggior spazio al Movimento 5 Stelle per Studio aperto, Rai News, Sky Tg24 e Cielo. Nella seduta l'Agcom ha esaminato i dati relativi al monitoraggio sul pluralismo politico e istituzionale nella televisione riferiti al periodo 5-18 aprile.

Dall'analisi sono emerse «alcune criticità riguardanti la parità di trattamento tra i soggetti politici e istituzionali e sono stati adottati i provvedimenti conseguenti», sottolinea una nota. L'Autorità ha anche segnalato ad alcune emittenti l'esigenza di assicurare un'equa ripartizione del tempo di parola tra i soggetti politici nelle diverse edizioni dei notiziari. La prossima verifica, secondo quanto previsto dal regolamento in materia di par condicio, sarà relativa al periodo 19 aprile-2 maggio.

2. IL SOLDATO FLORIS SCENDE IN CAMPAGNA ELETTORALE
Maurizio Caverzan per ‘Il Giornale'

Un bell'80 disegnato in rosso campeggia alle spalle di Maurizio Crozza durante l'abituale copertina di Ballarò. Niente di che, stavolta, le gag del comico, ma l'input subliminale arriva eccome. Del resto il messaggio camuffato, mimetizzato, allusivo è il linguaggio preferito da Giovanni Floris, da tempo immemore intoccabile titolare di una prestigiosa postazione nella prima serata di Raitre. Niente informazione gridata, niente faziosità alla Santoro, per intenderci. Tutto è più soffuso e apparentemente ecumenico, ognuno recita la propria parte. Conduttore compreso.

Le elezioni europee si avvicinano a grandi passi e c'è caso che gli animi si accendano, mentre Renzi sta varando la restituzione di parte dell'Irpef ai dieci milioni di italiani che percepiscono meno di 15mila euro all'anno, «incapienti» esclusi. Perciò ecco il Floris versione campagna elettorale. Ed ecco quell'80 ben visibile strizzare l'occhio ai telespettatori (tre milioni e 72mila, 11,8 per cento) sullo sfondo della copertina crozziana. Ce la farà Renzi a infilarli nelle buste-paga? «Lo chiederemo al ministro dell'Economia e delle Finanze Padoan», azionista di riferimento della Rai, avverte compiaciuto il conduttore, che è andato a intervistarlo «nel suo ufficio per metterlo a suo agio», maligna Guido Crosetto su Twitter.

Insomma, «c'è aria di elezioni» e c'è tanta campagna elettorale già in atto, annuncia Floris lanciando un servizio sulle liste e i soliti noti che spuntano qui e là. Anzi, soprattutto là: Clemente Mastella in Forza Italia, per esempio. Mentre le cinque capolista donne del Pd «andranno al Parlamento europeo», assicura il portavoce renziano Lorenzo Guerini. In studio è il presidente di Bnl Luigi Abete, a esplicitare, se qualcuno non l'avesse afferrata, la ragione sociale della serata: «Dobbiamo tutti avere fiducia nel successo di questo governo. Per un effetto psicologico».

Il direttore del Tg4 Mario Giordano e Elisabetta Gardini, capolista di Forza Italia nel Nordest, provano a eccepire ma è in arrivo la pubblicità. O incombe un altro servizio. E poi tocca a Peter Gomez, direttore del Fattoquotidiano.it. In collegamento da Bruxelles invece c'è Guy Verhofstadt, ex premier belga che parla un italiano accettabile, candidato di Scelta europea (la lista cui fa capo Scelta civica, presente in studio Stefania Giannini) alla presidenza del Parlamento. Il quale tenta un approccio equidistante «dai conservatori-popolari e dalle forze socialiste». Ma «naturalmente questo è un intervento di tipo elettorale», lo zittisce Floris, anticipando le prossime visite di Martin Schulz e Marine Le Pen.

Si torna a parlare degli 80 euro e delle coperture: ci sono o no? «Anche questo lo chiederemo al ministro Padoan», intona il ritornello. Il meglio della serata viene da un servizio con le opinioni di volti tv, giornalisti, scrittori. Renzi sta convincendo?, è il primo quesìto. Con l'eccezione di Fausto Carioti di Libero, l'endorsement pro-premier è unanime.

Flavio Insinna: bisogna «puntare su Renzi per un verso e Papa Francesco per un altro perché sono la metafora di un paese che ritrova se stesso». Rossella Brescia: «Si può fidarsi di Renzi». Rosetta Loy e Massimo Giletti sono più articolati, ma giungono alla stessa conclusione.

Finalmente si entra nell'ufficio del ministro dell'Economia, che meraviglia! «Quella è la scrivania di Quintino Sella, il suo predecessore che raggiunse il pareggio di bilancio. Lei invece l'ha posticipato...». È la domanda più cattiva dell'intervista. In fondo, Renzi è il capo di Padoan, al governo. Ma un pochino conta anche in Rai...

Atteggiamenti talmente evidenti da essere notati anche dall'Agcom. Il consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha infatti deciso di rivolgere un ordine di riequilibrio al Tg La7 per gli eccessivi tempi di parola concessi al presidente del Consiglio dei ministri.Il monitoraggio dell'Agcom sul pluralismo politico e istituzionale nella televisione è riferito al periodo che va dal 5 al 18 aprile.

 

 

ROBERTO MARONI GIOVANNI FLORIS ENRICO MENTANA - copyright Pizziflo29 enrico mentana giovanni florisflo13 giovanni floris lamberto sposini enrico mentanaBeppe Grillo al termine dellincontro con Matteo Renzi b f b fc f ac b e c ac Luttwak Sadun Luigi Abete Luigi Abete

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