
L’ODISSEA SECONDO DANTE (EMMA) – IL MISTERO OSCURO DELLA FAMIGLIA DI ULISSE: ‘’UNA DONNA CHE L’ASPETTA FEDELE PER VENT’ANNI’’ - A ROMA, AL TEATRO ARGENTINA, “ODISSEA A/R”, PROTAGONISTI 23 ALLIEVI DELLA SUA SCUOLA DEI MESTIERI DELLO SPETTACOLO DEL TEATRO BIONDO DI PALERMO - VIDEO
Rodolfo di Giammarco per la Repubblica – Roma
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«Ci sono un po’ tutti e 24 i libri del poema di Omero, ma non ho approfondito i momenti fantastici, quelli ad esempio della maga Circe, della terra dei Ciclopi, o altri simili; il fatto è che a me interessava raccontare in scena la partenza dell’eroe, la sua assenza e il suo ritorno, fare cioè il punto, a teatro, sulla famiglia di Odisseo, evidenziando una donna che l’aspetta fedele per vent’anni, e la crescita di un bambino che si fa adulto».
Ha sempre avuto le idee chiare sul suo lavoro, Emma Dante, e ha devotamente, inquietantemente studiato con assiduità, nei suoi spettacoli, l’aspetto, l’intrigo, il nodo, il mistero oscuro delle famiglie. Quelle di oggi e di ieri. E adesso presenta a Roma, al teatro Argentina, da martedì 31 a domenica 5, “Odissea a/r”, testo e regia che sono opera sua, protagonisti 23 allievi della sua Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo.
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«Non è un viaggio facile, quello nella grande epica greca omerica, in questo testo fondamentale della cultura classica dell’Occidente. È un poema stratificato, pieno di spunti e di stimoli, tra allontanamenti dalla terra, pericoli, naufragi. Ma io ho una sorta di ossessione per gli interni domestici. Per me tutto sta lì. E in questa occasione il nucleo è l’attesa. Molto teatro, nella sua radice, ha a che fare con l’attesa. E ce n’è tanta, nell’Odissea. Noi non andiamo a guardare quello che fa Odisseo, ma piuttosto ciò che accade a chi l’aspetta».
Ecco il motivo del soffermarsi dello spettacolo, inizialmente, sui libri d’avvio della Telemachia, legati alla figura del figlio Telemaco. E poi avrà il suo peso decisivo e definitivo il ritorno di Odisseo a casa, a Itaca, dalla moglie Penelope assediata nel frattempo dai Proci.
«I miti vanno affrontati per gli aspetti umani che li contraddistinguono. Emerge, nel nostro lavoro, l’ordinarietà, la normalità dei problemi di una madre in rapporto a un figlio mentre il padre è assente. Penelope si preoccupa per un Telemaco che si sente pronto a combattere contro chiunque, malgrado sia troppo giovane. Ma ci vorrà il ritorno del genitore, di Odisseo, perché si realizzi il piano di liquidare, di uccidere gli usurpatori di Itaca. E l’importanza del riapprodo a casa del capofamiglia è annunciata già nel nostro titolo odierno, “Odissea a/r, che allude a un’andata ma anche a un forte ritorno ».
Piccoli uomini crescono, con Telemaco, ma anche gli allievi della Scuola dei mestieri del Biondo di Palermo diretta da Emma fornisce 23 elementi cui è stato chiesto di maturare in tre anni. «Scommetto molto su di loro. Queste ragazze e questi ragazzi, più o meno fra i 18 e i 28 anni, in “Odissea a/r” ballano, cantano, recitano, si sono cuciti i costumi, si organizzano la scena, curano la manutenzione degli oggetti, e hanno acquisito professionalità a ogni livello, nel disegno teatrale. E io, che sono teatrante più che solo regista e drammaturga, è così che li voglio. Lavoreranno presto, a Palermo, anche in un laboratorio con ricci/forte».
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