LO SQUALO MORDE LA RETE - ANCHE MURDOCH HA CAPITO CHE IL FUTURO DEI GIORNALI È IL WEB: L’ULTIMO PIANO PER SALVARE IL “WALL STREET JOURNAL” PREVEDE CORPOSI INVESTIMENTI SULLA VERSIONE ONLINE E SUI SOCIAL MEDIA - DOPO LO SCANDALO INTERCETTAZIONI, IL TYCOON RIFÀ IL LOOK ALLA HOLDING “NEWS CORP” CON LA SCISSIONE DEL BUSINESS EDITORIALE DA QUELLO DI FILM E TV - NEL MIRINO DI RUPERT C’È IL “LOS ANGELES TIMES”...

Maria Teresa Cometto per il "Corriere Economia - Corriere della Sera"

Il futuro è WSJ. Per salvare il gioiello del suo impero, Rupert Murdoch è pronto a investire ancora di più sull'edizione digitale e sui servizi online del Wall Street Journal, tanto da sostituire il nome della testata di carta con quello del sito wsj.com. Fra gli investimenti già fatti, una raffica di assunzioni di esperti dell'online e dei social media.

E se la strategia funziona - producendo profitti con «la materia prima più preziosa al mondo», cioè le notizie, come ha detto Murdoch annunciando a fine giugno la separazione del suo business editoriale da quello delle TV e dei film - l'81enne magnate australiano potrebbe comprare altri giornali.

L'ha fatto sapere indirettamente lui stesso attraverso «una persona vicina ai suoi pensieri», citata dal Wall Street Journal in un lungo articolo che ha ricostruito come Murdoch è arrivato alla decisione di dividere in due la holding News Corp: una mossa da tempo richiesta dagli analisti finanziari e dagli azionisti di minoranza (il controllo resta saldamente nelle mani della famiglia Murdoch) secondo cui le quotazioni di Borsa soffrivano per le perdite della carta stampata sussidiate dai guadagni dello show business. Infatti appena sono trapelate le indiscrezioni sulla svolta, i titoli News Corp sono balzati all'insù dell'11%.

DECISIONE
La decisione è stata sofferta, «molto emotiva», ha confessato Murdoch, perché i giornali sono da sempre la sua vera passione: se ne era innamorato a 23 anni, quando aveva ereditato l'Adelaide News dal padre. Partendo da quel quotidiano ha creato un colosso editoriale che oggi ne controlla 175 nel mondo, fra cui il New York Post, il Times e Sun di Londra e il primo quotidiano creato solo per l'iPad, The Daily, oltre al WSJ che è il numero uno negli Usa con oltre 2 milioni di copie vendute al giorno, compreso circa mezzo milione di abbonamenti digitali.

A fargli cambiare idea, anche se lui lo nega, sono stati gli ultimi 12 drammatici mesi, cominciati con lo scoppio in Gran Bretagna dello scandalo delle intercettazioni telefoniche del settimanale News of the World, ora chiuso: Murdoch ha dovuto chiedere scusa pubblicamente, il figlio James ha abbandonato tutte le cariche esecutive nel gruppo, News Corp ha rinunciato al controllo del 100% dell'operatore TV britannico BSkyB e pagato 258 milioni di dollari in risarcimenti e spese legali, ma le cause si trascineranno per anni ed è aperta un'inchiesta anche negli Usa.

TEMPI
Ci vorrà almeno un anno per ristrutturare News Corp in due società, entrambe quotate a Wall Street e presiedute da Murdoch, che sarà anche ceo (amministratore delegato) di quella che controlla TV e film. La seconda comprenderà, oltre ai giornali, l'editore di libri Harper Collins e altre attività editoriali, ma non si sa ancora da chi sarà guidata.

Potrebbe essere Jon Miller, 55 anni, responsabile del business digitale di News Corp dal 2009, quando era entrato nel gruppo con una lunga esperienza nei nuovi media, essendo stato ceo di Aol dal 2002 al 2006 e fondatore della società d'investimento Velocity interactive group, specializzata nei media digitali.

La sua visione del futuro dei giornali - spiegata all'ultima conferenza Dlg digital media a Monaco - è farne la base di produzione di sempre più video: la si vede già in pratica su wsj.com dove abbondano sia interviste e brevi filmati realizzati dai reporter con il loro iPhone sia interi programmi di notizie e commenti.

Un altro candidato può essere Lex Fenwick, ceo di Dow Jones dallo scorso febbraio, ex top manager del concorrente Bloomberg (ceo dal 2001 al 2008 e poi capo di Bloomberg ventures): ha appena chiuso l'edizione cartacea del mensile SmartMoney e ha creato la nuova divisione Data strategy per vendere dati e servizi a clienti aziendali, come nuova fonte di profitti. Una grande influenza sulla nuova società l'avrà anche il direttore editoriale del WSJ Robert Thomson, uno dei pochi amici stretti di Murdoch, australiano e sposato a una cinese, come lui ma più giovane di 30 anni.

RECLUTAMENTO
Thomson negli ultimi cinque mesi ha rafforzato la presenza online e mobile del giornale reclutando Raju Narisetti, 46 anni, dal Washington Post dov'era responsabile editoriale, ora è direttore del network digitale Wsj.com con i siti in inglese, cinese, giapponese e tedesco, SmartMoney.com e MarketWatch.com; e i trentenni Liz Heron, dal NYTimes.com e Neal Mann da Sky news, ora nella divisione «social media and engagement».

Gli analisti sono scettici: valutano tutte le attività editoriali di News Corp poco sopra 5 miliardi di dollari, la cifra pagata nel 2007 per acquisire il Dow Jones, editore dell'agenzia DJ, di Barron's e del WSJ. Ma Murdoch scrolla le spalle, ricordando che gli analisti hanno sbagliato altre volte - per esempio con il giudizio negativo nel '96 sulla creazione di Fox News, diventata il business più redditizio del gruppo - e promette di dare abbastanza capitali ai suoi giornali per sostenerli durante la transizione al modello digitale. Se riesce nell'impresa e si sente abbastanza sicuro tornerà a caccia di nuove prede: nel mirino avrebbe già il Los Angeles Times, il cui editore Tribune sta per uscire dalla bancarotta.

 

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZARUPERT E WENDI MURDOCH CON LE FIGLIE RUPERT E WENDI DENG MURDOCHrupert murdochWall Street JournalLA FINE DEL NEWS OF THE WORLD Los Angeles Times

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…