la donna del mistero decision to leave

IL CINEMA DEI GIUSTI - “LA DONNA DEL MISTERO” DEL COREANO PARK CHAN WOOK È UN FILM COMPLESSO, AFFASCINANTE, ELEGANTISSIMO E IPERCOSTRUITO - È UN MÉLO/NOIR GIOCATO SUL RAPPORTO MALSANO TRA UN POLIZIOTTO CON PROBLEMI DI INSONNIA, UNA MOGLIE BRUTTINA, E UNA AVVENTURIERA CINESE CHE GIOCA SUL NON SAPERE BENE IL COREANO - UN FILM INNOVATIVO, TROPPO COMPLICATO PER GLI OSCAR, MA IMPOSSIBILE DA PERDERE… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

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Grande ritorno del noir più classico con tanto di femme fatale, la bellissima star cinese Tang Wei e poliziotto che ci casca come una pera non una ma ben due volte, Park Hae-il, premiato a Cannes per la miglior regia, esaltato come un capolavoro da molti critici blasonati, anche se assurdamente snobbato nelle nominations agli Oscar “La donna del mistero” ("Decision to Leave") del coreano Park Chan Wook è un film complesso, affascinante, elegantissimo e ipercostruito.

 

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Impaginato con flashback immediati, mille effetti visivi moderni di composizione dell’immagine, è un mélo/noir tutto giocato sul rapporto malsano tra un poliziotto con problemi di insonnia, una moglie bruttina che propone sistemi anti-stress assurdi, e una avventuriera cinese che gioca clamorosamente sul non sapere bene il coreano. Cosa che forse ci sfuggirà.

 

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La bella signorina potrebbe tranquillamente aver fatti secchi due mariti, uno vecchio ricco e scalatore che è stato ritrovato caduto da un dirupo (spinto? chissà? ma da chi?) a Busan e uno massacrato con non so quanti colpi di pugnale nella sua piscina di Ipo, un rozzo e ricco analista finanziario ("ma non mi piace l'ano" è una delle sue poche, finissime battute...) in seri guai con una gang cinese. Per non parlare di due vecchie mamme, quella del protagonista che ascolta con Siri una sola canzone, terribile, e quella del capo della gang, misteriosamente defunto nel casino generale.

 

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L'ispettore senza sonno indaga e capisce che il caso è difficile e lui si sente sempre più "rotto", broken, come si dice in coreano? E lei, la sublime Soro, nipote della celebre "Lince della Manciuria" eroe della resistenza cinese contro l'invasione giapponese, ha tutte le risposte. Anche quella per farlo dormire. Le si piazza in casa, la sorveglia da fuori. "Mi piace essere una sospetta", civetta lei, "perché vuol dire che mi devi stare dietro". È stata lei uccidere il marito spingendolo giù dal dirupo? Anche se fosse, l'ispettore, preferisce archiviarla come caso non completamente chiuso.

 

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Se la ritrova nell'amena località marina di Ipo, dove il crimine più interessante è un traffico di tartarughe che vengono bollite per fare un succo antistress. Lei ha un nuovo marito, lui è con la moglie. La morte dell'analista finanziario riapre la voragine hitchcockiana del film e riporta indietro la passione del protagonista per la bellissima Soro. Ma ci importa davvero sapere chi è l'assassino. Grande film innovativo. Troppo complicato per partecipare agli Oscar. Ma impossibile da perdere. In sala dal 2 febbraio.

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