LADY VS CANCELLIERI: PER L’AGENTE CIA NON C’È NESSUN MANDATO DI ARRESTO ITALIANO (CHE DICE NONNA PINA?) - MONTI CANTA DE GREGORI
A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"
1. MAFIA - CACCIA A CAGLIOSTRO
Gli investigatori siciliani sono sulle tracce del Conte Cagliostro. Sotto la copertura del nome dell'avventuriero e alchimista del 1700, un politico di primo piano in Sicilia è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Messina per le sue possibili relazioni con il mondo mafioso. Si tratta, ovviamente, di un nome in codice, per celare la vera identità del politico.
L'indagine è nella mani della Dia di Catania, che da mesi sta tentando di far luce sul ruolo della mafia di Barcellona Pozzo di Gotto e delle cosche catanesi negli anni della "trattativa" con lo Stato, a ridosso delle stragi del 1992. Il nickname Cagliostro è stato scelto per il contesto dell'indagine, dove si saldano ambienti della criminalità organizzata, della massoneria deviata e della politica. P. M.
2. INDIPENDENTISTI - DOGI IN TRASFERTA
P. Fa. - Ci saranno anche gli indipendentisti veneti che nel 1997 assaltarono il campanile di Venezia alle celebrazioni per il ventennale della secessione dell'Abkhazia. La piccola Repubblica separatista della Georgia, di fatto un protettorato di Mosca, sta facendo le cose in grande per festeggiare l'indipendenza del '93. Ma non essendo riconosciuta dalla comunità internazionale (tranne Russia, Venezuela e Nicaragua) ha invitato varie "nazioni" non riconosciute e fra queste, anche il Veneto Serenissimo Governo, che si propone di restaurare la Repubblica dei Dogi.
In delegazione nella capitale Sukhumi andranno due reduci del tentato "golpe", entrambi condannati a 4 anni e 9 mesi per quell'azione: il presidente Luca Peroni (alla guida del tank che occupò piazza San Marco) e il ministro della Giustizia Andrea Viviani (asserragliato sul campanile col fucile mitragliatore). Con loro ci sarà il ministro dell'Interno Valerio Serraglia, edicolante in pensione.
3. SENATO - GASPARRI IN TRIBUNALE
Finiscono in tribunale Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello. Per le irregolarità di cui vengono ritenuti responsabili in qualità di presidente e vice del gruppo parlamentare del Pdl al Senato nella scorsa legislatura in relazione ai licenziamenti di numerosi dipendenti.
L'appuntamento è per il 24 settembre quando presso il tribunale di Roma si terrà la prima udienza della causa promossa da un gruppo di dipendenti che si ritengono privati illegittimamente del lavoro e per questo chiedono, oltre che di essere reintegrati, anche sostanziosi risarcimenti.
I dipendenti, assunti nel 2008 con contratto a tempo indeterminato, sono stati licenziati al termine della legislatura e dopo che, a causa delle illegittime procedure adottate per risolvere il rapporto di lavoro, il Pdl era stato stoppato anche dalla direzione territoriale di Roma del ministero del Lavoro. P. D. N.
4. CASO ABU OMAR - L'INTOCCABILE LADY
In teoria è ricercato in tutto il mondo. In pratica non lo arresta nessuno. L'ex capo centro della Cia di Milano, Robert Seldon Lady, condannato a nove anni per l'extraordinary rendition di Abu Omar e che ha appena chiesto la grazia al presidente Giorgio Napolitano, nega di essere stato mai arrestato a Panama, nel luglio scorso, come hanno riportato i giornali di tutto il mondo.
Interpellato da "l'Espresso", l'avvocato di Lady, Thomas Spencer, spiega che il suo cliente a luglio «viaggiava in auto verso l'Honduras e transitava per Costa Rica e Nicaragua. Arrivato in Costa Rica gli è stato detto che c'era un «qualche tipo di mandato di arresto». Lady è tornato a Panama per capire e ottenere una copia della richiesta, che però non abbiamo mai visto. Ci è stato detto che Panama a quel punto è stata informata dall'Italia del suo interesse per Lady, ma da quello che abbiamo capito l'Italia non ha emesso alcuna richiesta di arresto e dopo 24 ore Panama ha comunicato a Lady di non avere più interesse per lui: a quel punto si è imbarcato con me su un volo commerciale per gli Usa», racconta il legale.
Perché Lady non è stato arrestato ed estradato in Italia, una volta fermato in Costa Rica? E perché il mandato di arresto non risulta nel database dell'Interpol, al punto che lo stesso avvocato di Lady sostiene di non averne mai visto né ottenuto una copia? "L'Espresso" ha interpellato sia gli uffici del ministero della Giustizia che l'Interpol. Risultato? Muro di gomma. S. Mau.
5. VENETO - ZAIA CONTRO ZAIA
«Ci sarebbero fondi non utilizzati per la lotta all'infibulazione, la più grave barbarie che si possa pensare nei confronti di una bambina. Se così fosse, sarebbe un fatto gravissimo». Il governatore del Veneto Luca Zaia è furioso contro i suoi stessi uffici regionali colpevoli della mancata presentazione dei progetti per il contrasto dell'infibulazione. In ballo 400 mila euro stanziati dal Dipartimento per le pari opportunità e decisi dalla Conferenza Stato-Regioni e sfumati per una amnesia collettiva.
La Regione Veneto, che avrebbe dovuto coinvolgere comuni e province, non ha presentato entro i sei mesi indicati alcuna iniziativa con l'inevitabile decadenza dei fondi previsti. «Posso dare la mia parola d'onore», ha tuonato Zaia, «che verificherò la pratica fino in fondo e che il responsabile pagherà per tutti. Non esiste il mancato utilizzo di una simile cifra: voglio il nome dei responsabili e voglio comprendere se la mancanza è avvenuta a livello regionale o ministeriale». M.S.
6. DEPUTATI CORAGGIOSI - GITTI NEL GELIDO FLAZ
Gregorio Gitti, il giurista bresciano genero del banchiere Giovanni Bazoli passato, negli anni, dai Comitati Prodi a Scelta civica di Mario Monti per cui oggi siede in Parlamento, ha tanti interessi. La montagna, ora anche l'arte. Qualche sera fa a Milano, al Teatro Parenti, ha raccontato a una platea mondana di banchieri, collezionisti e belle donne la sua prova di art performer documentata da un video dell'artista milanese Letizia Cariello.
Gitti ha disquisito sul senso del tempo e del coraggio nel descrivere la prova di audacia cui si è sottoposto l'estate scorsa in Engadina (prediletta anche da Monti) su invito dell'artista: ha resistito per tre minuti immerso fino al petto nella pericolosa gelida corrente del fiume Flaz senza farsi trascinar via. Lui e altri uomini forti, come l'economista della Bocconi Stefano Baia Curioni. A sentir loro, l'acqua era a 8 gradi (donde vivo dibattito tra creduli e increduli). E. A.
7. PROCESSI - CONDOR IN GABBIA
A 40 anni dal golpe di Pinochet e a quasi 15 dall'avvio delle indagini da parte del pm Giancarlo Capaldo, la Procura di Roma processa i vertici militari dei Paesi sudamericani degli anni Settanta. Sono 35 gli alti ufficiali e i responsabili dei servizi segreti che dal prossimo 11 ottobre saranno virtualmente alla sbarra quali responsabili della Operazione Condor, ovvero l'eliminazione fisica nel periodo delle dittature di migliaia di oppositori politici, fra cui anche una ventina con passaporto italiano.
Le accuse, che vanno dall'omicidio plurimo aggravato alla strage, riguardano numerosi esponenti di spicco delle giunte, quasi tutti ormai ultra 80enni, come gli ex dittatori Alvarez Armellino (Uruguay), Morales Bermudez e Richter Prada (Perù) o il famigerato capo della Dina, i servizi segreti cileni, Manuel Contreras.P. Fa.
8. MONTI CANTA DE GREGORI
Francesco De Gregori si è presentato con un cofanetto dei suoi ultimi cd. Monti con una serie di foto da fargli autografare. L'incontro fra il cantautore e l'ex presidente del Consiglio si è svolto nell'ufficio del professore a palazzo Giustiniani, all'indomani dell'intervista in cui De Gregori aveva sparato su una certa sinistra che spazia «dall'idolatria per le piste ciclabili» a un «sindacalismo vecchio stampo»; dai No Tav, ai grillini. Rivelando poi di aver votato «Monti alla Camera e Bersani al Senato».
à stato il professore ad invitarlo, lusingato da quella preferenza. Chi c'era, racconta di una lunga disquisizione sui guai del Paese e della politica. Ma alla fine, forse per non irritare di più chi da sinistra lo aveva criticato per quell'intervista, De Gregori ha preferito non farsi fotografare insieme all'ex premier.G.Fed.
9. MONTECITORIO - MARIA GAETANA COME KRUSCIOV
A. Be. - Alla Camera c'è una Nikita Krusciov in gonnella. Si chiama Maria Gaetana Greco ed è una deputata del Pd eletta in provincia di Enna. Durante un appassionato intervento contro la chiusura dei tribunali di Mistretta (Messina) e Nicosia (Enna), la parlamentare siciliana ha cominciato a battere sul banco con la propria scarpa.
Esattamente come aveva fatto, il 12 ottobre 1960, il segretario generale del Pcus all'Assemblea generale delle Nazioni Unite per protestare contro un oratore filippino che denunciava lo strapotere sovietico sull'Europa dell'Est. «Non tollereremo che vengano chiusi gli unici presidi di legalità in un vastissimo territorio nell'entroterra siciliano», ha urlato la Greco a fine seduta sbattendo la sua scarpa, tra gli sguardi divertiti dei pochi deputati rimasti nell'Emiciclo.
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