LAPO È UN ROMPICAPO (CI FA O CI È?) - TENTARE DI ENTRARE IN QUEL CONTENITORE DI CAZZATE E SLANCI PSICHEDELICI CHE È LA MENTE DI LAPO NON È FACILE, MA NON CI VUOLE UN GENIO PER CAPIRE CHE MOLLARE IL SUV (CON CARROZZERIA MIMETICA) SUI BINARI DEL TRAM, NEL CENTRO DI MILANO, È DA VERI PIRLA - IL FRATELLO VISPO DI JOHN HA RISCHIATO IL LINCIAGGIO!...

Giordano Tedoldi per "Libero"

Non ce la può fare. Ormai è evidente, qualunque tentativo di insegnargli come si sta al mondo, o anche semplicemente che esiste un mondo in cui ci si relaziona con altre persone, è destinato a un ignominioso fallimento. Parliamo di Lapo Elkann, l'eterno fanciullo, la pecora nera dai capelli ricciuti rossi che accanto al fratello John, una specie di cyborg programmato per gestire aziende, fa la figura dell'intruso in casa, dell'erede diabolicamente destinato a far sprofondare una fu grande famiglia.

Ieri il nostro Lapo ha parcheggiato la sua utilitaria, un suv mastodontico con una sobria carrozzeria mimetica stile Desert Storm, giusto quello che ci vuole per non farsi notare, accanto alle rotaie del tram in corso San Gottardo a Milano. Qualunque altra forma di vita intelligente avrebbe compreso che, con quel veicolo da sbarco tra marciapiede e carreggiata, il tram mai e poi mai sarebbe riuscito a passare. Ma Lapo non sa che farsene di simili ragionamenti da buon senso borghese.

Lui è uno che a primi di settembre porta in testa un cappello di lana grigia perché i capelli rossi, prima dell'arrivo dell'autunno, stonano con l'arredo urbano. E poi sicuramente andava di corsa, forse qualche rivoluzionaria iniziativa per la sua "factory creativa", la Independent Ideas di cui è manager e designer, e viene il sospetto che l'indipendenza citata nel brand sia soprattutto dalla sede del pensiero.

Comunque, sia che il suo ribollente cerebro stesse disegnando a occhi aperti un giubbetto mimetico in kevlar con la scritta "ITALIA" in serie limitata o qualche altro accessorio da vendere a un prezzo base di migliaia di euro, sia che dovesse raggiungere di corsa una riunione per definire meglio il concetto di "no-brand" che ispira la sua società, sta di fatto che per mezz'ora, sopraggiunto fatalmente il tram, lo si è dovuto attendere. Il suo arrivo non è stato salutato precisamente con entusiasmo, né dai passeggeri inferociti né dai passanti.

Le fotografie scattate sul posto mostrano espliciti inviti a andare, lui e il suo carrarmato, a quel paese. E il buon Lapo, calcato il berretto trendy in testa, è montato sul suv senza fare una piega, appena disturbato da quel vociare incomprensibile del volgo, e si è allontanato. Si può stare sicuri che già cinque minuti dopo non ricordava più niente, né il tram, né i passeggeri inferociti, né gli inviti a portarsi a quel paese. Rifletteva forse così: com'è possibile che le strade di Milano siano così ineleganti, maleducate, ostili al suo catafalco da guerra?

E perché nel 2011 circola ancora un mezzo d'epoca umbertina come il tram, quando è evidente che sarebbe tempo di utilizzare i Suv a propulsione nucleare già progettati dalla Indipendent Ideas, la sua factory creativa, e il cui prototipo è già stato consegnato a Marchionne insieme a un maglioncino in kevlar?

Certo, tentare di entrare in quella fucina di invenzioni, slanci psichedelici, fiondate del pensiero che è la mente di Lapo non è facile, ma più o meno basta guardarlo dritto nelle pupille degli occhi, per capire che di quel momento Lapo conserverà appena qualche pallida rimembranza, ovattata dal confortevole tepore del suo berretto di lana, che gli ricorda tanto l'orsacchiotto che aveva da piccolo, il cui nome non era Teddy, ma Brand, e con il quale parlava a voce alta mentre John, in salotto, faceva finta d'ascoltare i soporiferi romanzi del padre Alain Elkann mentre in realtà si fregava le mani. Con una simile concorrenza in famiglia, non c'era storia: a lui le redini dell'azienda, al papà le vanità letterarie, a Lapo il suv.

 

LAPO ELKANN BLOCCA IL TRAM CON IL SUV LAPO ELKANN LAPO ELKANN BLOCCA IL TRAM CON IL SUV LAPO ELKANN BLOCCA IL TRAM CON IL SUV LAPO ELKANN BLOCCA IL TRAM CON IL SUV LAPO ELKANN BLOCCA IL TRAM CON IL SUV

Ultimi Dagoreport

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATA, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)