san carlo lissner

“NON LASCIO IL SAN CARLO, IL DECRETO DEL GOVERNO È DISCRIMINATORIO” - IL DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO, STEPHANE LISSNER, SI OPPONE AL PENSIONAMENTO E DEFINISCE “NULLO, ILLEGITTIMO, INGIUSTIFICATO, INEFFICACE, ARBITRARIO, IRRAGIONEVOLE” IL PROVVEDIMENTO CHE MANDA DI FATTO IN PENSIONE A 70 ANNI I DIRETTORI DEI TEATRI (LISSNER LI HA COMPIUTI A GENNAIO) – LO RITIENE UN DECRETO "AD PERSONAM" PER AFFIDARE QUEL POSTO A FUORTES E INDURLO AD ABBANDONARE IL POSTO DI AD RAI – LO SCIOPERO AL SAN CARLO

Estratto dell'articolo di Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

Lissner - SanCarlo

Ci mancava anche la lettera aperta e ilj’accuse alla Alfred Dreyfus, giusto per restare nel melodramma. Con un - neanche troppo inatteso colpo di teatro Stéphane Lissner non lascerà il 1° giugno il ruolo di direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli.

 

Lissner in una missiva inviata al Consiglio della Fondazione del teatro e, guarda caso, rivelata al mondo da Repubblica.it., definisce «discriminatorio, nullo, illegittimo, ingiustificato, inefficace, arbitrario, irragionevole» il decreto del governo che modifica il limite di età oltre il quale scatta il pensionamento per i direttori delle fondazioni lirico-sinfoniche, portandolo a 70 anni.

stephane lissner

 

Lissner lo ritiene un decreto ad personam usato come grimaldello per liberare quel posto ed affidarlo a Carlo Fuortes quando faceva le bizze per non abbandonare il suo posto di amministratore delegato alla Rai.

 

«Non voglio muovermi, lo spiegheranno i miei legali»: il buon Stéphane Lissner non solo se ne fotte dei provvedimenti in forza di legge. Ma aggiunge di «disconoscere il provvedimento espulsivo e continua a considerarsi, a tutti gli effetti, direttore artistico del San Carlo, ruolo che continuerà a svolgere anche oltre la data del primo giugno», secondo la nota dei suoi legali, un costituzionalista e un esperto di diritto del lavoro.

sangiuliano lissner

 

Nei giorni scorsi, da un’attenta analisi delle legge Madia riportata sul Corriere del mezzogiorno a firma Amedeo Laboccetta, era emerso che Lissner, in quanto oggetto di erogazione di pensione maturata da un organismo italiano (La Scala), non avrebbe potuto, per la stessa legge essere nominato Sovrintendente. Il fatto di avvitarsi tenacemente e all’apparenza contra legem (anche se la norma-pensione è al vaglio del Parlamento) alla poltrona della Sovrintendenza napoletano suscita imbarazzo al Ministero della Cultura e nell’ambiente lirico.

 

carlo fuortes foto di bacco

Chi, in questo inedito braccio di ferro, ci rimette, è il San Carlo stesso. Già nei giorni scorsi lo sciopero dei lavoratori del Teatro San Carlo in stato di agitazione per il futuro del teatro e per la stabilizzazione dei precari aveva portato all’annullamento dello spettacolo Don Chisciotte della Mancia di Giovanni Paisiello, prevista per domenica 28 maggio. Per Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal, e la rsu del teatro, c’è dunque esasperazione dietro le quinte, dice un comunicato: «È gravissimo che in un teatro quale il San Carlo si respiri un clima di malessere tale».

lissnerstephane lissner jack langlissnerLissner

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