gigi proietti 9

''A ME GLI OCCHI, PLEASE? DOVREI FARE: 'A ME GLI OCCHIALI, PLEASE'!" - GIGI PROIETTI: IL NONNO "PECORARO E POETA", LE NOTTI A CANTARE NEI NIGHT (“USCIVO COL COLLO GONFIO, NON C'ERA CAMICIA CHE TENESSE: CE VOLEVA UN COPERTONE"), L’AMORE PER SAGHITTA - “UN EREDE MIO? SPERAMO DE NO!

GIGI PROIETTI GIGI PROIETTI

Emilia Costantini per il “Corriere della Sera”

 

Quella volta faceva la voce recitante nel «Cantico delle creature» con la musica di Goffredo Petrassi nell' Abbazia di Fossanova. «Una roba concettuale sulle note di un musicista molto impegnato, ma che certo non è un compositore di canzonette - racconta Gigi Proietti - Dopo la mia suite davanti a un pubblico sceltissimo, esco fuori a fumare una sigaretta e nel buio mi sento chiamare: "pss... pss... Proietti!".

PROIETTI MONTESANOPROIETTI MONTESANO

 

Scorgo due tizi che si avvicinano: un ambulante che vendeva bibite fuori dall' Abbazia e un posteggiatore. Credendo che avessero visto la mia performance, chiesi loro se era piaciuta. Uno dei due mi punta il dito contro intimandomi perentorio: "Mai più, eh? Mai più!". E l' altro aggiunge: "Lasciali perde' 'sti fiji de 'na mignotta: te rovinano!". Non era piaciuta».
 

GIGI PROIETTI IN CABINA DI DOPPIAGGIOGIGI PROIETTI IN CABINA DI DOPPIAGGIOPROIETTIPROIETTI

Non era piaciuta perché il pubblico da rockstar che Proietti richiama sempre quando fa spettacolo è abituato a ridere e a divertirsi. Eppure Gigi ha iniziato proprio nel teatro sperimentale. «Frequentavo la facoltà di Legge perché a quel tempo il futuro agognato da un giovane come me, che veniva dalla periferia romana, era l' impiego fisso.

GIGI PROIETTI CELLINIGIGI PROIETTI CELLINI

 

Mio padre, che faceva l' impiegatuccio, ripeteva "piove o tira vento, prendi lo stipendiuccio e la tredicesima". Per mantenermi agli studi, cantavo nei night con un gruppetto di amici: sul mio primo passaporto c' era scritto "orchestrale"! Cominciavo alle 10 di sera e finivo alle 4 di mattina, uscivo fuori con un collo gonfio... Non c' era misura di camicia che tenesse: ce voleva un copertone».
 

Colui che sarebbe diventato uno degli attori teatrali, e non solo, più amati dal pubblico non era arso dal sacro fuoco del palcoscenico. «Assolutamente no! A teatro non c' ero mai stato e poi non ero figlio di attori». Il papà «impiegatuccio» e la mamma? «Mia madre che vuoi che facesse, la casalinga! Però, forse, la vena artistica l' ho ereditata da lei: mio nonno materno faceva il pecoraro, ma era un poeta. Quando è morto abbiamo trovato una serie di libretti con bellissimi sonetti dove non c' era una virgola sbagliata. Forse ho ripreso da lui il gusto di scriverne anch' io in romanesco».
 

GIGI PROIETTI GLOBEGIGI PROIETTI GLOBE

Un disastro

Nella sua autobiografia, pubblicata da Rizzoli tre anni fa, Proietti fa una dedica alla sua famiglia che lo ha sopportato: «Più che sopportato i miei genitori erano preoccupati. Quando cominciavano a vedere le prime cosette che facevo in tv o in teatro, dicevano "boh".

 

Non erano persone di cultura, però mi assecondavano. Mi iscrissi, pe' curiosità, al Centro Teatro Ateneo: avevo insegnanti come la Masina, Arnoldo Foà, Giancarlo Sbragia... Feci un provino per uno spettacolo interno. Mi presero: la mattina frequentavo le lezioni, il pomeriggio provavo all' Ateneo, la sera cantavo nei locali notturni. Gli esami non finivano mai». La laurea in Legge appesa al chiodo? «Sì». Abbiamo perso un avvocato? «E meno male, beati voi! Sarei stato un disastro».
 

GIGI PROIETTI SHAKESPEAREGIGI PROIETTI SHAKESPEARE

Gigi però cantava anche nelle piscine del Foro Italico, dove conobbe Saghitta: «Erano i primi anni 60. Lei era la classica svedese innamorata dell' Italia. Faceva la hostess, accompagnava i turisti per monumenti e la sera li portava lì a prendere il fresco e a sentire musica. Tra noi scattò la scintilla ballando l' alligalli».

E sono nate Susanna e Carlotta, oggi rispettivamente di 37 e 35 anni. «Con Saghitta non ci siamo mai sposati: all' inizio per ragioni ideologiche, non credevamo nell' istituzione del matrimonio, poi perché ci sembrava superfluo. Siamo antichi concubini!».
 

Il clic della passione scenica scatta con il «Dio Kurt» di Alberto Moravia: «Un successo inaspettato di pubblico: mi resi conto che, forse, potevo campare di questo mestiere, altroché posto fisso!». Poi venne il tempo delle cantine con il gruppo dei 101: «Recitavamo in un ex deposito di scope. E dopo lo spettacolo spesso c' era il "dibbbbattito" co' trecento b».
 

La svolta

tina aumont e gigi proietti nel film  l urlotina aumont e gigi proietti nel film l urlo

La svolta arriva quando Garinei e Giovannini lo scelgono per «Alleluja brava gente» accanto a Renato Rascel: «Una botta di fortuna. Prendevo il posto di Domenico Modugno, che aveva litigato con Rascel. Lì capii che si poteva coniugare il teatro ludico con la qualità artistica: il cosiddetto teatro popolare».

 

Un tipo di teatro che Proietti ha consacrato con «A me gli occhi please»: «Per la prima volta realizzavo un recital con parole, musica, canzonacce, dialogo col pubblico, in un teatro tenda che, all' epoca, si utilizzava per il circo». Ma Gigi ha riempito anche gli stadi.
 

PROIETTI 8PROIETTI 8

«Una delle prime volte che mi esibivo in un ambiente così dispersivo, dove ancora non usavo schermi per ingrandire la mia immagine, appena si apre il sipario uno spettatore dal fondo della platea mi urla: "A Giggi! Mandace 'na fotografia!". Mi vedevano piccolo piccolo sul palcoscenico».
 

Gli eredi

Si sente un erede di Ettore Petrolini? «Mi piace l' ironia dei romani di una volta. Ma quando a Petrolini gli dicevano che discendeva dalla Commedia dell' Arte, rispondeva: "Io discendo dalle scale di casa mia"». Un erede di Proietti oggi chi è? Ride: «Un erede mio? Speramo de no! Diceva il mio amico Vittorio Gassman riferito ai giovani attori: "Ho insegnato loro tutti i miei difetti". L' ho fatto anch' io con la bottega teatrale: ne sono nati Brignano, Insinna, la Reggiani... ma non c' è un mio erede, ed è giusto che non ci sia».

gigi proietti vigilegigi proietti vigile

 

Nemmeno Susanna e Carlotta che fanno teatro? «Non pensavo che l' avrebbero fatto. Seppi per caso che Carlotta prendeva lezioni di canto e che Susanna era appassionata di scenografia. Hanno recitato qualche volta con me, ma ora devono fare scelte autonome».
 

Ai giovani interpreti Proietti ha dedicato uno spazio importante: il Globe Theatre, a Villa Borghese, che dirige da 13 anni. «Ebbi l' idea nel 2003: si celebrava il centenario della donazione, da parte della famiglia Borghese, della Villa omonima alla città di Roma. Proposi all' allora sindaco Veltroni di creare un palco per rappresentare testi shakespeariani con giovani attori.
 

GIGI PROIETTI CON LA MOGLIE FOTO ANDREA ARRIGA GIGI PROIETTI CON LA MOGLIE FOTO ANDREA ARRIGA GIGI PROIETTI L ULTIMO PAPA RE GIGI PROIETTI L ULTIMO PAPA RE Gloria Guida e Gigi Proietti Gloria Guida e Gigi Proietti Orlando Grasso Napolitano Mogherini Proietti Tornatore Sorrentino Orlando Grasso Napolitano Mogherini Proietti Tornatore Sorrentino Scola Proietti e Augias Scola Proietti e Augias D AGOSTINO RENIS PROIETTI FOTO ANDREA ARRIGA D AGOSTINO RENIS PROIETTI FOTO ANDREA ARRIGA

Walter si entusiasmò e coinvolse la Fondazione Silvano Toti per costruire un teatro in legno su modello del Globe di Londra. Fecero talmente in fretta, che per fortuna non se ne accorse l' apparato burocratico: se se ne fossero accorti, starebbe ancora in costruzione!». Rifarebbe, oggi, una nuova versione di «A me gli occhi, please»?
«Dovrei fare: "A me gli occhiali, please"!».

Proietti Tornatore Sorrentino Proietti Tornatore Sorrentino GIGI PROIETTI FOTO ANDREA ARRIGA GIGI PROIETTI FOTO ANDREA ARRIGA PROIETTI CON RENIS FOTO ANDREA ARRIGA PROIETTI CON RENIS FOTO ANDREA ARRIGA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?