RESPINTO PER TERRA PER ARIA E PER MARE, A MAX D’ALEMA NON RIMANEVA CHE CHIUDERSI IN CASA. UNA PAROLA. QUANDO CI HA PROVATO, GLI HANNO CONTESTATO ANCHE QUELLA, OBBLIGANDOLO A TRASLOCARE. E POI DICONO CHE C’È IMMOBILISMO A SINISTRA - LA CRIPTICA FILOSOFIA DI PAOLO BONOLIS - LA PAROLA MAGICA DELLA SETTIMANA HA UN BRUTTO ASPETTO, UN CATTIVO ODORE E UNA PESSIMA REPUTAZIONE: STRONZO…
1- IL GABBIANO MAX
Massimo Gramellini per La Stampa
Lo scandaletto dei cinque voli aerei regalati a D'Alema da un arzillo faccendiere finirà probabilmente nel vuoto cosmico. E non perché D'Alema sia un comunista amico di magistrati comunisti, come sostengono i gladiatori stilografici dell'imperatore, ma in quanto si tratta solo di una piccola sciatteria di potere, ramo in cui Max è maestro.
La carriera di quest'uomo è stata avversata da continui problemi coi mezzi di trasporto. Ha cominciato muovendosi a piedi e gli hanno contestato le scarpe, troppo di lusso per un leader proletario. Pur di non sporcarle ha chiesto un passaggio al pullman elettorale di Prodi, che però non lo ha lasciato salire e lui giustamente gli ha bucato le gomme. Poi si è comprato la barca, ma le critiche degli invidiosi rimasti sul molo lo hanno affondato.
Così, come il gabbiano Jonathan Livingston, ha deciso di volare più alto. Sopra le umane miserie. Mentre i suoi amici facevano affari con gli amici di Bersani, uno dei quali - arrestato nel luglio scorso - era il responsabile del trasporto aereo per il Pd. (Lo scrivo fra parentesi e col dovuto rispetto: perché il Pd ha un responsabile del trasporto aereo? I dirigenti non possono farsi da soli il check-in?).
Respinto per terra per aria e per mare, a Max non rimaneva che chiudersi in casa. Una parola. Quando ci ha provato, gli hanno contestato anche quella, obbligandolo a traslocare. E poi dicono che c'è immobilismo a sinistra.
2- LA CRIPTICA FILOSOFIA DI PAOLO BONOLIS
Da "il Giornale" -
à in libreria il thriller Il ricercatore di emozioni (La lepre edizioni) di Marco Cesati Cassin, «studioso di fenomeni legati al destino, alle coincidenze e alla sfera spirituale», come recita la quarta di copertina. Volto noto per aver partecipato alla trasmissione Il senso della vita , il neo-autore si giova della prefazione di Paolo Bonolis. Il presentatore la butta sul filosofico duro: «Da secoli ormai l'Uomo ha smarrito l'istinto a favore della ragione... così la vanità del pensiero razionale ha ucciso la purezza della conoscenza eterna e collettiva dell'istinto... La ragione e la logica nel tempo hanno saputo sedurre grazie alla scientificità delle risultanti empiriche e così la madre della scienza e della tecnologia ha partorito colposamente una figlia impropria: la verità !
L'Istinto è stato sepolto e le sue grida sono sempre più flebili e inascoltate. Ma la scienza e la ragione, che crediamo empiricamente dedotte, in realtà sono indotte da quei vizi di forma che la natura umana ha sviluppato nei tempi. Di contro la vera madre della nostra vita, quell'eterno istinto che ci ha formato e con noi si è formato dall'alba del nostro cammino, non ha bisogno di riprove per affermare la sua verità poiché la nostra stessa vita ne è la prova assoluta. Ma l'uomo e la sua sposa più esigente, la vanità , questo non lo possono tollerare perché la ragione la si può manipolare, l'istinto no: altrimenti come si fa a barare?». Scusa Paolo, ma che vor dì?
3- LA PAROLA MAGICA DELLA SETTIMANA: STRONZO
Marcello Veneziani per "il Giornale"
La parola magica della settimana ha un brutto aspetto, un cattivo odore e una pessima reputazione: stronzo. L'unico valore condiviso, almeno a parole, è lo stronzismo,che unisce nell'uso Rosy Bindi e Marco Pannella, Maurizio Sacconi e Umberto Bossi che è il leader indiscusso del linguaggio fiorito.
A dir la verità l'epiteto non è poi così negativo, perché implica il riconoscimento di una certa compattezza sostanziale, perfino di una dirittura o rigidità e comunque di una solida coerenza: non a caso è frequente che si completi con Solito Stronzo, anche al plurale. Solito indica coerenza. Nel gergo giovanile a volte assume persino una punta di ammirazione o simpatia, perché si riconosce al titolare un misto di furbizia e carattere.
L'insulto inappellabile alla dignità è invece merda, francesismo riferito anche a collettività o nella versione fantozziana aggravata, merdaccia. Che può oggi trovare un riscatto sociologiÂco se la consideriamo l'effetto di quel che Bauman chiama già nel titolo di un suo testo Paura liquida ; ma siamo nell'ambito vile della diarrea o di quel che a Sud viene chiamata, con diretta allusione alla paura, scacazza.
Non dite che è segno dei tempi degradati perché il lessico coprofilo ricorre perfino in epoca dantesca e petrarchesca, oltre che naturalmente boccaccesca, giù fino all'età di Machiavelli e dell'umanesimo. Declina con la Riforma e la Controriforma dove lo sterco viene associato al demonio. Dunque non ci scandalizza l'uso,ci avvilisce solo di cosa debba occuparsi la politologia, in mancanza di meglio...
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