chailly

SU PER LA SCALA! - CHAILLY ALLA VIGILIA DELL’INAUGURAZIONE: ‘ANDREA CHÉNIER HA UN CAST FORMIDABILE, L'ALLESTIMENTO IMPORTANTE ED È UNA NOVITÀ. NON SO PERCHÉ MI APPREZZINO PIÙ ALL’ESTERO. ALLA PRIMA DELLA GAZZA QUALCHE FISCHIO? LO HANNO VISTO IN SEDICIMILA, L’OPERA MANCAVA ALLA SCALA DA 200 ANNI’

 

Rita Vecchio per www.ilmessaggero.it

 

Un direttore controcorrente. Alla vigilia dello Chénier inaugurale, Riccardo Chailly è pronto a salire sul podio scaligero con ajkovskij e la musica al quadrato di Stravinskij. Maestro per alcuni versi rivoluzionario, per nulla scontato, predilige le strade poco esplorate. Anche nella scelta del repertorio. Un anno da direttore musicale alla Scala (ma attivo al Piermarini da tre), dirige la sua bacchetta nel bifronte sinfonico e orchestrale.

 

riccardo chailly

E reduce da una trionfale tournée europea con la Filarmonica, orgoglio dell'Italia, ritorna con un programma che condurrà all'Andrea Chénier di Giordano il 7 dicembre, l'inaugurazione della stagione. Si parte con l'eredità del canto popolare russo il 6 novembre e, il 10 novembre, con la Messa per Rossini voluta da Verdi e mai eseguita prima da complessi sinfonico corali italiani.

 

Bilancio dell'anno alla Scala?

«Positivo. Un repertorio italiano valorizzato, la riscoperta di partiture dimenticate o non conosciute e l'apertura a un pubblico più esteso con la diretta Rai dell'opera. Un bel risultato».

 

Dati alla mano, la sua popolarità è maggiore all'estero che in Italia. Come se lo spiega?

«Non trovo una risposta. Anzi, sono io che chiedo a Lei. È un po' atipico, certo. Quello che a me importa è il valore del lavoro capillare che stiamo facendo. Il compito di un direttore musicale è arrivare al traguardo collettivo. È un percorso difficile ma pieno di soddisfazioni».

 

Colpa dell'Italia?

«Ma no. Siamo nel centro dell'Europa e ne rappresentiamo la dimensione mitteleuropea».

RICCARDO CHAILLY SCALA

 

Alla prima della Gazza qualche fischio dai loggionisti però c'è stato.

«Duemila spettatori a sera per otto sere fanno sedicimila persone che hanno applaudito. Se ad alcuni non è piaciuto, pazienza. L'opera mancava in Scala da 200 anni, inserita nell'idea di recupero del passato storico, con un grande lavoro di ricerca. Gli ascolti della diretta TV ne hanno decretato il grande successo».

 

Teme le critiche per Chénier?

«No. Credo sarà apprezzato. Lo confermano le prevendite. Il cast sarà formidabile, l'allestimento importante e la proposta verista una novità. Mi aspetto una serata di grande interesse. Pensiamo al successo di Butterfly nella sua prima versione. Quell'opera, rispetto a Chénier, era un esperimento ancora più arduo».

 

La sua tournée ha scompaginato gli schemi: un repertorio insolito, diverso quasi ogni sera, e senza l'uso di fondi pubblici. Lei è un maestro un po' fuori le righe.

«Essere indipendenti dà libertà di azione. Per fare questo, ci vuole una capacità organizzativa in accordo ovviamente con la Scala, uno dei più importanti teatri al mondo. Abbiamo registrato il tutto esaurito in quasi tutte le date, con numero di concerti superiore rispetto alla stagione solita. Portare all'estero un repertorio per molti aspetti originale è evoluzione mia e dell'Orchestra».

 

Perché Stravinskij e Ciajkovskij?

Riccardo Chailly

«Programma che avevo già diretto in parte qui trent'anni fa, quando ero giovane (ride, ndr). Erano i miei inizi, entusiasta studioso del primo Ciajkovskij, dove proprio la Seconda Sinfonia è pagina tutta da godere per la disimpegnata freschezza d'invenzione».

 

È consapevole delle strade complicate che sceglie, vero?

«È come se usassi una lente di ingrandimento sulla produzione sinfonica più importante. Ho agito come con Brahms, Schumann e Shostakovich. La Filarmonica in Scala riporterà un ajkovskij immerso nel suo mondo sinfonico, accostato a uno Stravinskij affine. Il suo Chant funèbre, composizione del 1908 e ritrovata solo due anni fa casualmente durante un trasloco, è atipico rispetto all'altra sua opera Petruka, se si pensa che è eredità del canto popolare russo del primo 900 e scritto per la morte del suo insegnante Rimskij-Korsakov».

 

Anche la Messa per Rossini che anticipa il 150esimo anniversario della morte del Pesarese. Ma come riesce a districarsi tra tutti questi impegni?

loggione del teatro alla scala

«Non è un'abilità. La direzione del Festival di Lucerna, della Filarmonica e dell'Orchestra della Scala portano la mia firma identitaria: voglio valorizzare la nostra cultura sinfonico corale, quella meno conosciuta. La Messa per Rossini non è mai stata eseguita da una sinfonica corale italiana. Per l'opera, si pensi a Madama Butterfly, a La Gazza Ladra o all'imminente Andrea Chénier».

 

Azzardo: potremmo trovare addirittura un primo Verdi in cartellone, come Attila?

«Un Verdi minore? Perché no».

 

Ultimi Dagoreport

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...