bob dylan tulsa oklahoma center

PREMIO NOBEL PER LA SPOCCHIA – BOB DYLAN NON SI È PRESENTATO ALL’INAUGURAZIONE DEL MUSEO DEDICATO A LUI E ALLA SUA ARTE A TULSA, IN OKLAHOMA. L’UNICA COLLABORAZIONE DEL CANTANTE ALLA REALIZZAZIONE DEL CENTRO È STATA DONARE UNA CANCELLATA DI FERRO! UN MESE PRIMA DELL'APERTURA, ERA IN CITTÀ PER UN CONCERTO E NON HA FATTO ALCUN ACCENNO AL MUSEO – NIENTE DI NUOVO, BOB AVEVA SNOBBATO ANCHE LA CERIMONIA DEL NOBEL A STOCCOLMA, GIUSTIFICANDOSI CON UN GLACIALE “HO IMPEGNI PIÙ URGENTI”. CIOÈ CONTINUARE A MACINARE SOLDI CON TOUR “NEVERENDING” E PUBBLICITÀ…- VIDEO

 

 

Giampiero De Chiara per “Libero quotidiano”

 

bob dylan center tulsa

Un artista vive di paradossi. A volte lo si dà per scontato e certi atteggiamenti vengono derubricati a maleducazione, egoismo o super ego. Nel caso di Bob Dylan, che non si è presentato all'inaugurazione del museo a lui dedicato a Tulsa (Oklahoma), c'entrano probabilmente tutti e tre queste caratteristiche, ma c'è anche altro. È nota la misantropia dell'uomo: un artista che non ha mai voluto concedere nulla di se stesso, anche perché come disse una volta: «Vorrei che la gente si dimenticasse di me».

 

bob dylan fotografato da simone cecchetti

Una idea che porta avanti da quando a metà anni 60 divenne una rock star, coronando il suo sogno adolescenziale. Come si spiega altrimenti l'incredibile assenza, qualche settimana fa, al taglio del nastro del Bob Dylan Center, il primo museo interamente dedicato alla sua arte.

 

 Un comportamento che aveva già tenuto quando vinse il premio Nobel per la Letteratura nel 2016, non presentandosi a Stoccolma per ricevere il riconoscimento. «Ho impegni precedenti più urgenti», fu la clamorosa giustificazione adottata. Che poi erano gli impegni presi per il tour che lo vede in giro per il mondo ininterrottamente dal 1988.

 

 

bob dylan center tulsa 2

Una questione soltanto di "vile moneta": se avesse saltato una data gli organizzatori dei concerti non lo avrebbero pagato. Il Nobel, infatti, lo prese in ritardo anche perché se non lo avesse fatto in tempo avrebbe perso un assegno di quasi un milione di euro.

Così non lascia sorpresi la sua assenza lo scorso 10 maggio, giorno dell'inaugurazione del museo. Per lui erano venuti vecchi amici e colleghi come Patti Smith ed Elvis Costello per omaggiarlo e cantare assieme.

 

bob dylan center tulsa.

Dylan ha collaborato alla realizzazione del centro soltanto donando una cancellata di ferro all'ingresso del centro, frutto del suo lavoro di artista della metallurgia: una delle sue tante passioni artistiche tutte ben rappresentate a Tulsa.

 

Ma cosa c'è in questo Bob Dylan Center che gli stessi curatori non vogliono sia definito museo? Il centro è una struttura da 10 milioni di dollari con un archivio che, oltre a contenere oggetti personali dell'artista, svela anche il processo creativo di alcune sue canzoni.

 

bob dylan pat garrett e billy the kid 1

C'è un archivio che farà felice come una Pasqua tutti i fan: ci sono manoscritti, fotografie, cimeli e filmati inediti. E si vengono così a scoprire chicche come quella di una incredibile collaborazione mai nata con Barbra Streisand che, in un biglietto conservato sotto teca, ringrazia Dylan per averle mandato dei fiori e gli suggerisce di fare un disco assieme. Gran parte delle cose sono multimediali. Ed è la cosa più interessante. Si può capire e vedere il metodo di lavoro di Dylan, rivivendo l'esperienza di trovarsi nel suo studio di registrazione.

bob dylan center tulsa.

 

PROSPETTIVE

Oltre alle opere personali, a rotazione, si potranno ammirare anche i lavori che altri hanno fatto per Dylan. Tra questi quello di Jerry Schatzberg (regista conosciuto per Lo spaventapasseri e L'amico ritrovato), una cui foto è sul muro della vecchia cartiera di Tulsa, che oggi è diventata il centro che ospita i tanti cimeli dylaniani.

 

«Non volevamo erigere un monumento a una rock star, ma usare lo spazio per raccontare la storia della sua traiettoria creativa, così che potesse ispirare altre persone.

Nel film biografico I' m Not There, il regista Todd Haynes ha usato sei diversi personaggi di diversa etnia, sesso e età per raccontare Dylan. Allo stesso modo noi abbiamo voluto usare molteplici prospettive», ha spiegato Alan Maskin, supervisore e curatore.

 

bob dylan center tulsa

 

L'idea è quella di abbracciare tutto il mondo dylaniano. Ovvio che la musica sia protagonista, ma l'obiettivo è quella di far conoscere i tanti lati di un artista controverso: «Dylan fa quattro tour l'anno e nel mentre dipinge fino a 100 tele e lavora i metalli. Credo che per i creativi non rappresenti solamente un performer».

 

Certo suona strano e anche un po' disturba la ritrosia di Dylan a celebrarsi o a concedersi solo in determinati casi. Il suo interesse per gli affari è noto: ha ceduto i diritti delle sue canzoni alla Sony per la cifra di 500 milioni di dollari, oltre 433 milioni di euro. Ha concesso le sue canzoni per degli spot pubblicitari. È stato lui stesso protagonista di spot per Victoria' s Secret e Ibm. A 81 anni appena compiuti, lo scorso 24 maggio, continua a dare concerti: «Il palco è l'unico posto dove riesco a sentirmi un po' solo», ha detto una volta e c'è da credergli.

bob dylan center tulsa.

 

Non concede nulla al pubblico osannante che gli chiede tanti bis. La sua voce, che qualcuno ha definito quella dell'America, ormai è un suono cavernoso che sembra provenire da una altra dimensione.

 

Come canta in Tangled up in blue, uno dei suoi classici che continua a cambiare e a stravolgere: «Non so come sia iniziato tutto, non so cosa facciano delle proprie vite, ma io sono sempre sulla strada diretto verso un altro incrocio».

 

Incroci che hanno segnato la vita di Dylan. Quando era una star del folk, "accese" la sua chitarra facendola diventare elettrica e scandalizzò quel mondo che lo ripudiò dopo averlo osannato. E quando il raduno rock di Woodstock fu deciso di tenerlo a due passi da dove viveva con la sua famiglia, Dylan non si fece vedere. Prese moglie e figli e se ne tornò a New York. Scelte particolari che hanno fatto discutere e creato polemiche e che continuano a fare notizia.

inaugurazione bob dylan center tulsa.

 

SUL PALCO

Un mese prima dell'inaugurazione del centro, il nostro era a Tulsa per un concerto, sul palco non ha fatto un accenno al museo, non andando neanche a visitare i lavori a pochi isolati da dove aveva appena suonato. «Solo perché ti piace la mia roba, non significa che ti debba qualcosa», ha detto una volta e forse il mistero Bob Dylan è tutto qui.

BOB DYLAN theme radio hourbob dylanBOB DYLAN 3bob dylan little richardbob dylan e carolyn dennisbob dylan e suze rotolo BOB DYLANbob dylan, la moglie sara e due dei loro quattro figliBOB DYLANBOB DYLAN AL PREMIO NOBELBOB DYLAN 3BOB DYLAN 2BOB DYLAN 4bob dylan folkstudio Beatles ERBA BOB DYLANbob dylanbob dylan tuslabob dylanbob dylanBob Dylanbob dylan suze rotoloBOB DYLAN SHADOW KINGDOM bob dylan suze rotoloBOB DYLAN SHADOW KINGDOM BOB DYLAN SHADOW KINGDOM bob dylan in pat garrett and billy the kidBOB DYLAN SHADOW KINGDOM il giorno che bob dylan prese la chitarra elettrica elijah waldbob dylan pat garrett e billy the kid 1bob dylan pat garrett e billy the kid the philosophy of modern song bob dylan

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…